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Bang Your Head (Part.II) - 6/28/2008 - *** - Balingen (DE)

Onslaught:
Per me il secondo giorno del Bang your head!!! inizia con gli Onslaught, band inglese rediviva che propone un thrash senza fronzoli ne' compromessi.
E' proprio cosi' che la band di Bristol mena le danze, picchiando sodo e pescando da tutti e quattro gli album della loro discografia, incluso l'ultima fucilata "killing peace", uscito solo un anno fa ma, che non fa prigionieri esattamente come il breve ma intenso show del quintetto inglese.
Lizzy Borden:
I losangelini Lizzy Borden, capitanati dall'omonimo singer erano una band molto attesa, almeno dal sottoscritto, e nessuno tra i presenti ci ha messo molto a capire che il metal statunitense e' vivo e vegeto e pure in forma smagliante come dimostrato anche dall'ultimo disco della band "appointment with death".
Il trasformista Lizzy, teatrale quanto basta, dosa bene le energie ma, non lesina nulla per quanto riguarda maschere e gadget vari, la band si trova alla perfezione grazie anche all'innesto del chitarrista Ira Black, e va a cogliere brani dall'ormai ventennale carriera come "redrum", "bloody mary", "me against the world" e tanti altri.
Sicuramente un gig molto coinvolgente, gli auguro di continuare cosi' e magari di passare piu' spesso anche dall'Italia, il che sarebbe tutto di guadagnato!
Tankard:
I Tankard giocano in casa e si sente!
I crucchi vanno in visibiglio davanti ai buffi balletti e alle stupidate raccontate dal panciuto singer Gerre, la band come al solito e' sinonimo di qualita' on stage e fanno divertire tutti per quasi un'ora. Vengono suonate perle del loro "alchoolic" thrash tipo "zombie attack", "maniac forces", "we are us", "frei bier" (con un fan della band sul palco stritolato dal buon Gerre!), oppure la conclusiva "(empty) tankard", con la quale salutano un pubblico divertito e con ancora piu' voglia di bere...
Lizzy Borden (part II):
Si avete letto bene, ancora i grandi Lizzy Borden, il motivo e' semplice, un organizzatore sale sul palco e annuncia che "purtroppo" gli Hardcore Superstar non potranno esibirsi causa cancellazione del volo aereo e, prendendo quello successivo sarebbero comunque arrivati troppo tardi...
Poco male dico io, se cosi' mi posso gustare ancora una manciata di classici del combo californiano!
Lizzy & Co. risalgono on stage e sparano sulla folla brani del calibro di "american metal", "give 'em the axe", e ancora un paio di cover come "long live r'n'r", o "born to be wild"...Grandi!!!
Ah dimenticavo, Lizzy si e' divertito molto nel condividere il sangue finto che aveva in scena, tanto col pubblico quanto con le due avvenenti e mai troppo nude ballerine che accompagnano la band...
Obituary:
E' la volta dei deathsters Obituary, nome tutelare del genere, capitanati dai fratelli Tardy che come al solito trascinano i presenti nel mondo putrefatto descritto nei loro testi.
Allora via a brani strafamosi (per i fans almeno!),"chopped in half", "find the arise", "turned inside out", "by the light", "slowly we rot", "threatening skies",sottolineano il sulfureo e marcio impatto che il quintetto floridiano ha sempre avuto.
Il nuovo acquisto Ralph Santolla, si rivela anche troppo bravo tecnicamente per il genere quadrato proposto dai nostri pero' si amalgama abbastanza bene con la band e propone dei begli assoli mai scontati.
Grave Digger:
Decido di prendermi una pausa sui Grave Digger e, pur seguendoli dalla lunga distanza, mi accorgo che Chris Boltendahl e soci, non sono affatto dimenticati dai supporters teutonici che tributano loro il giusto omaggio ad una band che, se sicuramente non sforna piu' capolavori, si e' mantenuta sempre onesta e coerente.
Il finale e' come al solito ad appannaggio di "heavy metal breakdown", anthemico pezzo di storia metal tedesca.
Yngwie Malmsteen:
La mia curiosita' era indirizzata sulla prestazione di Tim "ripper" Owens piu' che sulle stucchevoli manie di protagonismo dello spanzato "maestro" Malmsteen.
Non sono stato per niente tradito dall'ugola di "ripper" che, canta con piglio deciso i pezzi piu' o meno famosi della carriera del chitarrista svedese, ritagliandosi uno spazio sul palco in altri momenti totalmente occupato dall'ego del factotum Yngwie.
Saxon:
Quando la storia chiama, il pubblico risponde, e' proprio il caso di dirlo che quando si e' di fronte a band con un tale curriculum bisogna solo inchinarsi e tributare loro il giusto merito.
Biff & Co. partono con un nuovo brano "Attila The Hun" tanto per scaldare la folla prima di "motorcycle man", che e' solo il preludio all'ennesimo show perfetto dei Saxon.
Il gruppo inserisce un altra nuova canzone: "let me feel your power", poi si dedica ai mega classici come "crusader", "strong arm of the law", "princess of the night","to hell and back again", "20000 feet","and the band played on","denim & leather"(con Malmsteen come special guest), l'immancabile "wheels of steel"...Scusate se e' poco!
Concerto dedicato ai fans che da anni supportano i Saxon e che da anni sono ricambiati con musica immortale e show infuocati!
Unico errore da parte di mr. Byford e' quello di aver pronosticato la vittoria della Germania in finale contro gli spagnoli (veramente da “paraculo”), meno male che Biff non e' un bookmaker...
Judas Priest:
Ed e' arrivato il momento dell' ultima band, coloro che tutto possono e che tutto hanno creato, i Judas Priest.
Lo show parte con la title track dell'ultimo album, "Nostradamus", non diventera' un classicone ma d'altronde il disco nuovo va supportato.
La folla esplode subito al secondo brano "metal gods", presenza fissa nella scaletta della band cosi' come "breaking the law", "electric eye", "painkiller", oppure "hell bent for leather".
Purtoppo la prestazione di Rob "metal god" Halford e' decisamente sottotono in quanto la sua ugola d'acciaio cromato e' opaca e sporca di fuliggine, almeno durante la prima parte del gig che vede la band pescare dal glorioso passato gemme senza tempo tipo: "sinner", "dissident aggressor", "devil's child", "eat me alive", "hell patrol", "night crawler", "rock hard ride free".
Rende bene anche la semi-ballad "angel" dal penultimo cd, in ogni caso e' con "the green manalishi" che i Judas raggiungono l'apice emozionale del concerto grazie anche alla rinata voce di Halford.
Il Bang Your Head!!! si chiude con "you've got another thing comin'", brano di commiato dell'edizione 2008, che ci lascia pero' una prestazione del prete inglese un po' sottotono, con l'impressione che questa volta Tipton e band siano stati un po' freddini e svogliati, sicuramente un'eccezione rispetto agli standard delle performance dei Priest.
Per chiudere brevemente, una due giorni all'insegna del vero metal di qualita', organizzazione buona per quanto riguarda acustica e tempistiche, come al solito pero' quando si tratta di gestire un volume di persone attorno alle 20000 unita', si creano disagi a livello di campeggio (uno in zona palco, mentre gli altri a 3 e 5 km di distanza), e servizi igienici, pero' tutto cio' passa in secondo piano quando si ha la possibilita' di assistere ad un bill di tale spessore!!!

Report a cura di Alessio Aondio

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