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Evolution Festival (Day 1) - 7/11/2008 - Idroscalo - Milano

La due giorni dell’Evolution si apre in maniera positiva con l’ingresso sul palco dei nostri Illogicist, la band valdostana nonostante si trovi a dover suonare al cospetto di uno sparuto numero di presenti non risparmia le forze dando vita ad una performance di valore che abbina potenza e tecnica sopraffina. Il death metal proposto dal gruppo italiano pur essendo ricco di elementi progressivi riesce a colpire sin dalle prime battute, grazie anche all’ottima resa sonora dell’impianto.
Sono le 13,30 quando un’altra band tricolore di grande prospettiva si appresta a calcare la scena, stiamo parlando dei Dark Lunacy; il gruppo parmigiano capitanato dal carismatico singer Mike sfodera una prestazione brillante riuscendo a coinvolgere una platea ancora esigua a dispetto di una manciata di canzoni piuttosto articolate che spaziano dal death metal al gothic con l’aggiunta di preziosi elementi sinfonici fra le quali spiccano le ottima “Fragile Caress” e “Dolls”.
A chiudere il cerchio dei gruppi italiani ci pensano i Sadist, la storica band genovese fresca di reunion targata 2006, sforna la ormai consueta prova di grande classe che unisce la potenza tipica del death metal ad una tecnica di stampo progressivo, il pubblico dimostra di apprezzare accogliendo con calore tutti i brani di una set-list che non dimentica i grandi classici del passato, ma regala anche spunti dell’ultimo omonimo disco dello scorso anno come “Tearing Away”.
A mettere un pò di allegria in un’arena piuttosto povera di gente ci pensano i pittoreschi Korpiklaani con il loro folk metal da osteria. Caratterizzati da fisarmonica e violino elettrico a supporto di una base metallica semplice e thrasheggiante i sei vichinghi finlandesi danno vita ad uno spettacolo vivace che predilige l’aspetto goliardico. Il pubblico apprezza e capisce al volo le intenzioni della band rispondendo con trascinanti balli di gruppo e cori di sostegno.
Gli Evergrey salgono sul palco all’ora del thè e si presentano al pubblico con una sgangherata esecuzione di “Recreation Day”, è soprattutto il leader Tom Englund che sembra avere qualche difficoltà vocale ma anche la resa sonora appare deficitaria. Fortunatamente con il passare dei minuti il quintetto svedese trova il giusto equilibrio sulla scena e riesce a radrizzare la situazione. Nell’ora a disposizione gli Evergrey, supportati per l’occasione da jari Kainulainen (ex. Stratovarius), al basso propongono buone versioni di brani immediati ma allo stesso tempo progressivi e carichi di pathos come “A Touch Of Blessing”, “Rulers Of The Mind” e “The Masterplan”, mentre impressioni positive desta l’inedita “Broken Wings” tratta dall’imminente “Torn”.
Un’altra band della prolifica Goteborg sale on stage quando sono ormai le 18,30, i Dark Tranquillity di Mikael Stanne salutano con calore il pubblico italiano tessendone le lodi con l’importante annuncio di un ritorno nel capoluogo lombardo previsto per il 31 di ottobre al Rolling Stone, presso il quale verrà anche girato il futuro DVD della band svedese. La prestazione del sestetto scandinavo mostra il solito inconfondibile carattere di sempre grazie anche ad un lotto di brani che abbinano potenza ed immediatezza, immancabili anche sbavature e qualche problema di sound che tuttavia non intaccano una buona prestazione che sarà tra le più apprezzate fra il pubblico. Ottima anche la scelta dei brani nell’ora e venti minuti a disposizione, fra cui brillano le esecuzioni di “Final resistance”, “Lost To Apathy” “Lethe” e di una richiestissima “Punish My Heaven”.
Quando alle 20,30 circa scocca l’ora dei Sonata Arctica il pubblico sembra non essere particolarmente interessato all’esibizione del gruppo scandinavo tanto che si contano solo poche file di spettatori a ridosso del palco, fatto strano ed ancor più inspiegabile se rapportato all’ottima esibizione che la band capitanata da Tony Kakko fornisce ai presenti. La partenza è affidata all’opener dell’ultimo disco “Unia”, seguita dal singolo “Paid Is Full”, la voce del singer Kakko è in forma smagliante ed anche il resto della band sembra dare il meglio di sè anche per merito di un acustica perfetta che valorizza tutti gli strumenti. La set-list include le più datate sfuriate power che rispondono ai nomi di “Kingdom For A Heart” e “The Cage”, senza dimenticare le composizioni recenti contraddistinte da un sound maggiormente progressivo come nel caso delle splendide “It Won’t Fade” e “Don’t Say A Word”. Siparietto finale con una sorta di inno alla vodka in versione metal che chiude uno show davvero riuscito che proietta il combo finnico ai vertici del power-prog.
Ed eccoci finalmente al momento più atteso della serata vale a dire la prima uscita italiana per i Cavalera Conspiracy. L’attesa è tanta ma i due fratelli brasiliani non si fanno attendere più di tanto prorompendo on stage in perfetto orario sulle note di “Inflikted”, title track estratta dall’unico e recentissimo disco della band. Il massacro sonoro prosegue inesorabile anche nella successiva “Sanctuary”, ma sono ovviamente gli storici brani targati Sepultura quelli più acclamati dal pubblico. La band oltre ad un ottima coesione mostra un impatto devastante grazie alla maiuscola prestazione di Igor Cavalera dietro le pelli e del solito innato carisma di Max. Note liete anche per il secondo chitarrista Marc Rizzo, contraddistinto da una precisione chirurgica nell’esecuzione dei solos. Una serie di classici intramontabili viene eseguita per la gioia dei presenti, tra i tanti citiamo “Attitude”, “Refuse/Resist”, “Arise”, “Biotech Is Godzilla” e l’imperioso finale affidato a “Roots Bloody Roots” degna chiusura di un concerto non sempre impeccabile dal punto di vista tecnico e della pulizia sonora ma tremendamente efficace nell’impatto sprigionato dai musicisti. La giornata presenta nel complesso un bilancio agro-dolce, molto positive nel complesso le prestazioni delle band chiamate in causa, mentre a livello organizzativo applaudiamo l’eccellente resa sonora e una buona organizzazione degli stand, resta il rammarico di un riscontro di pubblico deludente che sinceramente non ci si aspettava in questi termini.

Foto:

.: Cavalera Conspiracy
.: Sonata Arctica
.: Dark Tranquillity
.: Evergrey
.: Korpiklaani
.: Sadist
.: Dark Lunacy


Report a cura di Matteo Cereda

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