Eccoci al secondo giorno dell'Evolution, quest'anno riadattato in veste Live, e spostato all'Idroscalo milanese, location dei due passati Gods Of Metal. Ricordiamo che durante le pause tra un gruppo e l’altro, sul palco della EMP si svolgeva il concorso per la Metal Battle 2008, in cui diverse (e valide) band dell’underground italiano si sono date battaglia per andare a suonare al Wacken di quest’anno. Causa conferenza stampa dei Gamma Ray (e direi che è una buona scusa), mi perdo Idols Are Dead e Necrodeath, mancano infatti pochi minuti allo show dei Novembre, ultimo gruppo nostrano della giornata.
Esibirsi nel primo pomeriggio non è proprio il massimo, e in parte ne risentono sia la band che il pubblico, ma comunque lo show messo in piedi dalla band capitolina riscuote un discreto successo tra i fans della band e, vista l’ora, lo scarso pubblico sotto il palco (non che durante la giornata gli spettatori aumentino di molto…) . Tra i pezzi offerti dai quattro spiccano “Cold Blue Steel”, “Come Pierrot” (inframezzata da “Everasia”), e la tanto acclamata “Love Story”, mentre la chiusura è affidata a “Child Of The Twilight”.
Di difficile assimilazione i successivi Pain Of Salvation, una di quelle band che o adori o non ti piace affatto. Personalmente ho spesso sentito parlare di questi svedesi, ma non mi sono mai davvero interessato, ed è per questo che ho seguito sì con curiosità ma non certo con entusiasmo la loro prova.
Brani molto complessi da capire per chi è al di fuori della “cerchia dei fans”, come già all’inizio “The Perfect Element”, si susseguono nei quarantacinque minuti a disposizione, intervallati da pezzi come “America” e la quantomeno ecclettica “Disco Queen”. La tecnica è essenziale per un gruppo prog così atipico e sperimentale, e sembra che i presenti non siano affatto delusi neanche dal nuovo batterista della band. Con “Inside” Daniel Gildenlow e compagni salutano lo scarso pubblico per lasciare spazio ai Death Angel.
La band di Mark Osegueda, forte del buon “Killing Season”, si presta a quella che è probabilmente la miglior esibizione della giornata: già dalla iniziale “Lord Of Hate”, tratta proprio dall’ultimo disco, i cinque fanno capire di che pasta sono fatti. La carica e l’energia che ostenta la formazione californiana scatena il classico pogo centrale, e tra brani come i nuovi “Soulless” e “Dethroned”, uniti a classici del calibro di “Voracious Souls”, i nostri si rivelano senz’altro in gran forma, come si può vedere soprattutto dal trio Osegueda/Cavestany/Galeon, rispettivamente voce, prima chitarra e batteria, e che costituiscono il fulcro di questa macchina ben progettata.
A chiudere lo show ci pensa la straordinaria doppietta “Thicker Than Blood” e “Thrown To The Wolves”, lasciando tutti più che soddisfatti.
E’ quindi il turno dei tedeschi Gamma Ray del buon vecchio Kai Hansen, altro buono spettacolo per una band che difficilmente delude dal vivo, perchè sa sempre cosa vogliono i loro fans. La setlist non è molto diversa da quella dell’ottima serata milanese del tour autunnale in compagnia degli Helloween, anche se in quell’occasione la band era un pò più in forma e forse addirittura il pubblico era maggiore.
Ad ogni modo è sempre un piacere vedere i “raggi gamma” dal vivo, la band si diverte un sacco, e trasmette questa sensazione anche ai presenti, nonostante forse un paio di piccole sbavature, che comunque, come dice lo stesso Kai, rendono il tutto più “vero” (ovviamente senza esagerare con gli errori) e non intaccano certo la buona prova della formazione teutonica. Come sempre “I Want Out”, “New World Order”, “Rebellion In Dreamland”, “Ride The Sky”… classici della band e di helloweeniana memoria, sono decisamente ben accolti dal pubblico, che non si fa certo pregare per farsi sentire. Finale affidato a “Valley Of The Kings” e “Send Me A Sign”, che chiude una convincente esibizione di quello che dovrebbe (appunto dovrebbe) essere il terz’ultimo gruppo della giornata.
Passa il tempo e si addensano le nuvole, infatti quando arriva il turno degli Opeth si possono osservare temporali nell’aria tutto intorno, a presagire quello che avverrà di lì a breve. Ma parlando invece appunto degli svedesi, troviamo una band un pò statica e legata, fredda se vogliamo, in quanto a presenza scenica, in grado però di dare al proprio pubblico momenti di buona musica, esaltati dalle critiche positive del nuovo “Watershed”.
Il chitarrista di sempre della band, Peter Lindgren, è ora rimpiazzato da Fredrik Åkesson che si rivela comunque un degno sostituto fin dalle prime note di “Demon Of The Fall”. Le canzoni degli Opeth non sono certo tipicamente molto brevi, e così negli ottanta minuti a disposizione c’è spazio per sette brani, comunque di una certa intensità. Basta pensare alla violenta “Master’s Apprentice”, seguita poi dalla trasognata “To Rid The Disease”, o ancora alla buona nuova “Heir Apparent”, ben acclamata dai fans, nel frattempo diventati un pò più numerosi. La classica “The Drapery Falls” segna la fine dell’esibizione, senza macchia, della band guidata dal Mikael Åkerfeldt, ma segnerà poi anche la fine del festival.
Appena concluso lo show degli Opeth infatti, si scatena il finimondo sull’idroscalo, con un violentissimo temporale e grandine che nel giro di dieci-quindici minuti devasta l’intera area, costringendo tutti a rifugiarsi sotto gli stand o ad abbandonare il festival. Passato il peggio, la conta dei danni comprende purtroppo anche mixer e strumentazione varia, rendendo impossibile l’entrata in scena degli In Flames. Peccato che questo venga detto dopo un’altra ora di attesa e di tentativi per ripulire il palco e ripristinare le varie apparecchiature (bisogna comunque apprezzare lo sforzo di chi sta dietro le quinte per una volta), tramite un comunicato ufficiale, provocando la comprensibile rabbia e delusione di chi ancora sperava di vedere Anders Fridén e compagni. Questo scatena come sempre episodi di inutile inciviltà come il lancio di bottiglie ed altri oggetti sul palco, a chi non faceva altro che cercare di mandare avanti lo show. No comment..
Purtroppo anche la natura si è messa contro la riuscita di questa edizione 2008 dell’Evolution, che comunque rispetto a quanto di positivo fatto vedere due o tre anni fa, pare decisamente in declino. E sarebbe un peccato per la scena italiana perdere questo festival, comunque vistosamente ridimensionato e che comprensibilmente di conseguenza ha segnato uno scarso numero di presenze.
Per i fans degli In Flames invece l’appuntamento è rimandato a questo autunno, nella data milanese del tour europeo.
Setlist Pain Of Salvation:
01) Falling / The Perfect Element
02) Ashes
03) America
04) Nightmist
05) Disco Queen
06) Spirit Of The Land / Inside
Setlist Gamma Ray:
01) Into The Storm
02) Heaven Can Wait
03) I Want Out
04) Fight
05) New World Order
06) Real World
07) Rebellion In Dreamland
08) Heavy Metal Universe
09) Ride The Sky
10) Somewhere Out In Space
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11) Valley Of The Kings
12) Send Me A Sign
Setlist Opeth:
01) Demon Of The Fall
02) The Baying Of The Hounds
03) Master's Apprentice
04) To Rid The Disease
05) Wreath
06) Heir Apparent
07) The Drapery Falls
Foto:
.: Gamma Ray
.: Death Angel
.: Pain of Salvation
Report a cura di Marco Manzi
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