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Metal Camp V - 7/3/2008 - *** - Tolmin (Slo)



Il Metal Camp è giunto alla sua quinta edizione e celebra questo anniversario con 7 giorni di birra, musica e vacanza! Dalla prima edizione del 2004, alla quale aveva partecipato solo uno sparuto gruppo di metallari incalliti (in migliaio al massimo, tra i quali c’eravamo anche noi) il Metal Camp è praticamente decuplicato arrivando ad ospitare circa 10'000 teste di metallo.
La caratteristica principale di questo festival non è tanto la musica (come succede per l’italiano Gods Of Metal) ma l’intera cornice che ha intorno. Il Metal Camp si svolge nei boschi della Slovena Tolmin esattamente dove il fiume Soca si incontra con il Tolmino. Il campeggio gratis, compreso nel prezzo del biglietto, è tutt’intorno all’area concerti, perciò le tende possono essere montate sotto l’ombra degli alberi, nel fitto del bosco. Per chi ha provato a dormire in una tenda sotto i raggi del sole (anche semplicemente i raggi delle 7,30 del mattino) sa benissimo quanto caldo fa e quindi capisce che pacchia è poter dormire freschi fino a mezzogiorno e alzarsi solo perché sta arrivando la fame!
Il Metal Camp ha questa caratteristica: prima di essere un concerto è una vacanza. Qui, di pomeriggio, quando solitamente in tutti i festival (da Wacken al Gods of Metal, dal Bang Your Head al Meraluna) fa un caldo fottuto che riesce, quasi, a far passare la voglia di bere, i metallari si spostano sulle spiagge del fiume Soca. Se non avete mai visto una spiaggia immersa nel verde, in riva a un fiume dalle acque cristalline invasa da un’orda di metallari molesti, ubriachi, bianchicci di carnagione e assolutamente impreparati a indossare un costume da mare (anche se tutti lo hanno rigorosamente nero): vi siete persi uno spettacolo davvero unico… per darvi un’idea sembra un documentario di National Geografic sui leoni marini…


Giovedì 3 notte
Sono le 2 di notte, abbiamo appena finito di montare le tende (praticamente alla cieca nella foresta), quando il primo temporale si abbatte su di noi!
Per avvertirci subito che ,quest'anno, non sarà la solita crociera di sole, concerti, bagni e relax!


Venerdì 4
Dopo poche ore di sonno (passate male) ci si alza di buon ora per procurarsi i pass e andare in paese a fare rifornimenti vari di cibo e altro. Dopodiché tornati dentro al Festival scendiamo al baretto sul fiume e il panorama stupendo, come ogni anno, ci ricorda che non è solo per i concerti che continuiamo a tornare!
Infatti, visto quanto il fiume è bello e rinfrescante, e quanto, soprattutto, riesce a tenerti in fresco le lattine di birra, in pochi sono presenti al concerto di apertura degli Artas. La band che ha a disposizione solo mezz’ora è in ottima forma ma è molto difficile riuscire ad essere incisivi quando si ha davanti un pubblico decisamente troppo accaldato. Anche con i Penitenziagite la situazione non cambia, troppo caldo sotto il palco e troppo fresco (e gnocca, perché non dimentichiamoci che al metal camp c’è la più alta concentrazione di donne che in tutti gli altri festival d’Europa) al baretto del fiume.

Oggi è il primo giorno di concerti e il vero evento della giornata per quel che mi riguarda è il concerto reunion dei Carcass!!
Dopo più di 10 anni di ritiro dalle scene e continui rifiuti per una possibile reunion, a fine 2007 i Carcass annunciano un tour che passerà per tutti i festival principali estivi del 2008! Fantastico!
Per mia fortuna è la seconda data che riesco a vedere e tuttavia sotto il palco, mentre aspetto l'inizio del concerto, sono nuovamente emozionata!
L'intro di Incarnate “Solvent Abuse” annuncia il loro arrivo e il concerto si apre con “Inpropagation” e “Buried Dreams!” Che dire, il terzo pezzo è già “Corporeal Jigsore Quandary”! E via con “Carnal Forge”, “Incarnate Solvent Abuse”, “No Love Lost”...la scaletta sembra essere la stessa per tutte le date dei vari festival, ma comunque non è certo da lamentarsi! Loro sono in ottima forma e proseguono con “Edge of Darkness” e “This Mortal coil”, “Embodiment”. A un certo punto fà la sua comparsa sul palco ,durante le presentazioni, il batterista originale Ken Owen che (impossibilitato da un'emorragia celebrale) viene sostituito in questo tour dal batterista degli Arch Enemy. Dopo qualche accenno di batteria fà i suoi saluti al pubblico e lascia proseguire il concerto...sotto la pioggia! Tutto sommato non era troppo fastidiosa...per non dire che non me ne fregava nulla se mi stava piovendo addosso durante i Carcass!
Altri pezzi sono “Reek of Putrefaction”, “Keep on Rottin”, “Genital Grinder”, “Rotten to the Gore”, “Death Certificate”, “Exhume to consume” e ovviamente l'immacabile “Heartwork” fà parte del concerto che tutti hanno sperato di vedere mentre sognavano che i Carcass tornassero a suonare! Un concertone! Grandissimi! Sempre sotto la pioggia comincia il concerto degli headliner, gli In Flames salgono sul palco circondati da effetti pirotecnici di ogni tipo, assolutamente coinvolgenti sono “Cloud Connected” e “Only for the Weak”. La band è in grande forma e anche se continua a piovere lo show continua tra pezzi nuovi e cavalli di battaglia come “Move Through Me” e l’acclamatissima “My Sweet Shadow”. Decisamente uno show che ha accontentato tutti i fans visto che in scaletta c’erano pezzi come “Cloud Connected” e “Trasparent”!

Ma gli amanti del vero metallo oggi non sono qui per gli headliner ma per il gruppo che chiude la giornata. Cominciano all’una di notte i funambolici In Extremo la band di Das letzte Einhorn apre il suo show in una cornice ideale: la notte ha la luna in alto, l’aria umida e le verdi colline scure dietro al palcoscenico renderanno indimenticabile questo show. Sul palco si alternano pezzi medioevalleggianti come Krummavisur e pezzi più folk come “Wind”. Le cornamuse di “Omnia Sol Temperat” unite alle lingue di fuoco che levano tutt’intorno al palco lasciano tutti senza fiato. Sicuramente il brano meglio riuscito dello show, e anche quello più acclamato dal pubblico è stato “Vollmond” che si è aperto con un assolo di arpa. Con la fine dello spettacolo degli In Extremo si spegne anche la musica sul palco principale ma la festa prosegue sul palco “piccolo” (che tanto piccolo non è dato che nel 2004 ci suonavano Apocalyptica, Vintersorg, Sentenced, Hypocrysy e tutte le band di quell’esibizione) con i Catamenia ma soprattutto con i nuovi divertentissimi Alestorm. Questo gruppo credo che sia l’unico che sia riuscito a raccogliere in pieno l’eredità dei Running Wild, sia dal punto di vista dei suoni, delle atmosfere e della presenza scenica.


Sabato 5
Sabato è un'altra giornata di sole dopo una notte di pioggia.
A questo punto ci siamo già resi conto che quest'anno il Metalcamp scarseggia grandemente sotto il profilo del..cibo! Nuovamente ci avventuriamo in paese per procurarci vero cibo e evitare l'assaggio di hamburger e wurstel affogati in un brodo primordiale, accompagnati da enormi quantità di cipolle crude e inquietanti ketchup dal colore arancione racchiusi in panini grossi 2 o 3 volte più di quel che sarebbe stato normale!
Comunque la giornata è buona. I concerti più interessanti come sempre iniziano nel pomeriggio, lasciando la possibilità di rilassarsi sul fiume, con la musica o senza. Il pomeriggio si porta il bel tempo riusciamo addirittura a fare brevi bagni nonostante l'acqua davvero gelida! La gente, comunque, non ci pensa un attimo a lanciarsi in acqua con ogni sorta di gommone gonfiabile (si vedono scendere il fiume , orche gonfiabili, coccodrilli gonfiabili, isolette gonfiabili con palma gonfiabile, bambole gonfiabili, c’è anche un’austriaca dai capelli verdi che, con un salvagente rosso alla baywatch, si finge Mitch Buchannon salvando dal fiume i metallari assolutamente al sicuro sui loro gonfiabili). Il bel tempo tiene lontano la gente dai palchi e le esibizioni dei Perishing Mankind e dei The Sorrow passano abbastanza inosservate. I Legion of the Damned che conoscevo solo di nome e mi lasciano un piacevole ricordo di un buon death metal nonostante la breve durata del set (solo 45 minuti), dopo loro i Finntroll che devo dire questa volta mancavano di qualcosa, non so, li ho visti in momenti migliori ma comunque il pubblico sembrava gradire e il concerto si è concluso con il solito pogo generale dell'immancabile “Trollhammaren”!

La prima band interessante del sabato si esibisce sul palco piccolo: i Mechanical God Creation. Questo, che è uno dei pochissimi gruppi italiani a calcare il palco del Metal Camp 2008, apre il proprio show con “MTBF (Mean Time Between Failure)” ma subito si deve fermare: sebbene l’audio per il pubblico sia soddisfacente, sul palco non si riesce a sentire nessuno strumento oltre alla batteria e quindi non può continuare. Fortunatamente con una regolazione delle spie, breve quanto efficace, i nostri death metallers possono ricominciare più in grinta di prima. La voce di Lucy è più cavernosa che mai e i Mechanical God Creation riescono a dare il massimo. Passano velocissime “Divinity” e “Death Business” mentre “I Shall Ramain Unforgiven” è una mazzata in pieno viso, la ruvida chitarra di Simo è perfetta e l’alternanza tra il suo Growl e quello di della singer è la caratteristica principale di questa band tutta italiana. Lo show continua senza pause con “Inhuman Torture” alla quale Jambra, dietro le pelli, dare un taglio davvero violento. La band è giovane ma non si lascia intimorire dalla folla che si è radunata sotto il suo palco, anzi, questo non fa altro che caricarla ulteriormente! Andrea al basso non si ferma un attimo, e riesce ad unire la sua tecnica a una presenza scenica turbinante che da movimento a tutta la band. Durante le ultime canzoni i suoni per il pubblico raggiungo la perfezione e il pogo si scatena. “Trespass & Kill” e “Process OMK” chiudono uno show davvero ben riuscito! Ora tutti di corsa per i Meshuggah! Perché dal vivo non si può perdere “Future Breed Machine”!!

Giusto il tempo per cenare e vedere il cantante dei Tankard sul toro meccanico in parte al baretto sulla riva e andiamo a gustarci uno dei gruppi più assurdi della scena metal.



Gli Apocalyptica tornano dopo 4 anni al metal camp e lo fanno davvero in grande stile! Il loro concerto si apre con la cover dei Sepultura “Refuse Resist”: è il delirio! Se si pensa che gli unici strumenti sul palco sono quattro viole e una batteria (per di più con una sola gran cassa e senza cantante) sembra impossibile che questi cinque pazzi riescano a fare tutto quel casino! Si passa subito ai Metallica con “Figth Fire with Fire” e “Creeping Death” che tutto il pubblico canta a squarcia gola. Il palco è estremamente sobrio, solo le quattro enormi sedie per le viole e la batteria trasparente fanno da scenografia. Gli Apocalyptica non hanno bisogno degli effetti pirotecnici per incantare ma al contrario preferiscono le atmosfere create dal fumo e dai giochi di luci per dare forza a pezzi come “Bittersweet” e “Seek and Destroy”. Geniale come sempre è la loro interpretazione di “Hall of the mountain king” di Grieg. Lo show si chiude, infine, nel delirio generale con “Nothing Else Matter”.

Dopo essermi rilassata con altri concerti la sera tardi purtroppo sono rimasta vittima della solita fregatura che ti danno i grossi festival a più palchi, 2 gruppi da vedere che suonavano contemporaneamente.
E questa volta non valeva nemmeno il, vado a vedere quello che ho visto meno volte o quello che in Italia non passa mai perchè entrambi passano e entrambi li avevo visti più e più volte! Quindi mi è toccato fare metà e metà. Il concerto degli Amon Amarth inizia leggermente prima e ho quindi l'occasione di rivedere quell'enorme vichingo del cantante! Il concerto si apre con “An Ancient Sign of Coming Storm”, “Asator”, pezzi immancabili come “Fate of North”, “Across the Rainbow Bridge” e “Death in Fire” con cui Johan Hegg coglie l'occasione per incitare il pubblico scherzando e parlando di metal. Arrivata a “Cry of the Black Birds” sto già pensado che me ne devo andare e con “Runes to My Memory” attraverso la folla e sto pensando che accidenti non me la vedo, quando finalmente fanno “The Pursuit of Vikings”! A questo punto (più o meno) felice abbandono il concerto e per qualche motivo che non ho capito non mi fanno attraversare il backstage. Quindi mi ritrovo a correre per fare tutto il giro e arrivare al concerto dei Tankard! Mentre sento già la musica mi pento di non essermene andata prima, mi sono persa “Zombie Attack”
Comunque arrivo che devono iniziare “The Beauty and the Beer” e “A Chemical Invasion” e sono già contenta di rivedere il faccione sorridente di Andreas Geremia mentre annuncia “Die with Beer in Your Hand”! Pochi altri pezzi fra cui “We Still Drink the Old Ways” e mentre già credevo che non mi sarei nemmeno riuscita a trascinare alla tenda parte l'intro di (Empty) Tankard e sto già zompando su e giù con tutto il pubblico per concludere allegramente come sempre un ottimo concerto dei Tankard e anche la serata!


Domenica 6
Ecco arrivata l'ultima giornata dei 3 giorni, diversamente dall'anno scorso quest'anno i 2 giorni con meno concerti e più relax sono stati messi alla fine quindi anche oggi ci aspetta tanta gente e più concerti importanti. Dopo una giornata passata un po’ stancamente sul fiume siamo sotto il palco a fare festa con i Korpiklaani. La band di Jonne Järvelä è in piena forma e i metallari che ballano divertiti al suono del violino di Jaakko "Hittavainen" Lemmetty sono fantastici. “Happy little boozer” manda tutti in delirio, Questa band si diverte e sa far divertire, i loro concerti sono davvero qualcosa di unico: “Wooden Pints” è la ciliegina sulla torta di un concerto però troppo breve! Ko-rpi-klaa-ni! Ko-rpi-klaa-ni! Ko-rpi-klaa-ni!

Stiamo quindi aspettando i Behemoth e il cielo ha già iniziato a rannuvolarsi. Quando inizia sta già piovendo e mentre stiamo ancora scherzando che è la ferocia dei Behemoth che sta facendo incazzare il tempo inizia a venire giù di tutto! Il gruppo continua a suonare mentre gli piove addosso e la gente rimane sotto il palco, il cielo è completamente grigio in ogni direzione e la pioggia comincia a cadere davvero a 45 gradi! Quindi c'è un fuggi fuggi generale e io mi ritrovo assieme ad altri sotto a tre ombrelli striminziti, con altra gente che ci si ripara sotto nel vago tentativo di rimanere asciutti, mentre si scatena un nubifragio senza senso! (come si vede in questo filmato)



A questo punto vari membri dello staff cominciano a correre con teli impermeabili per salvare il mixer che si sta allagando. I Behemoth si sbrigano e fanno subito le canzoni più famose per scappare pure loro dal palco prima della fine del set! Uno sparuto gruppo resterà sotto il palco inneggiando perché ritornino ma a questo punto tutto, anche sul palco, sta venendo coperto. La pioggia continua imperterrita e noi assistiamo allo svuotarsi completo dell'area. Sono rimasta un po’ nei paraggi per vedere che succedeva e ridermela di gusto per scene assurde come, aprire un bagno e trovare quattro persone nascoste dentro! Guardare il tendone in fondo e vederlo murato di gente e assistere e naturalmente filmare! la scena di un gruppo di ragazzini che si lanciano nell'acqua putrida e se la calciano addosso gettando persino zaini nella pozza! Bleah!

Dopo questa tempesta il mixer del palco principale è fradicio ed è impossibile continuare, Ana, l’organizzatrice del Metal Camp sale sul palco e spiega la situazione: “le band ci sono e hanno voglia di suonare, faremo il possibile per far tornare la musica il prima possibile”. Così tutto il running order viene stravolto, gli Helloween e Ministry ritardati di un’ora e gli Opeth spostati addirittura sul palco degli emergenti. Però si può continuare. La macchina dell’organizzazione del Metal Camp risponde bene e immediatamente viene srotolata della paglia davanti al palco che contrasta efficacemente il fango. (e che poi sia stata usata anche per altro è un una altro conto)



Dopo essermi cambiata e aver scoperto che tutto, letteralmente tutto quello che avevo in tenda si era bagnato per l'umidità e che pure l'acqua aveva iniziato a entrare sono tornata all'area concerti dal palco minore nella speranza che gli Skyforger suonassero! (visto che in Italia ci sono ben poche speranze di vedere un loro concerto).
Fortunatamente arrivo e vedo che il nome del gruppo è già stato issato anche se inizieranno a suonare un po’ in ritardo. Per colpa della pioggia più tardi scopriremo che sono stati invertiti gli orari di molti gruppi e alcuni finiranno di suonare alle cinque del mattino! (ancora mi chiedo se a quel punto c'era qualcuno a vederli suonare visto che anche la notte ha piovuto!)
Ad ogni modo anche se è stato breve la band della Lettonia ha fatto un ottimo concerto proponendo il loro folk metal con allegria, simpatizzando col pubblico e continuando a scusarsi del fatto che avrebbero suonato poco ma che comunque speravano che il concerto ci piacesse! Li abbiamo più tardi incontrati a una bancarella scoprendo che sono persone davvero simpatiche e alla mano!

Dopo circa due ore di silenzio sul palco principale possono ricominciare i concerti: è la volta degli Helloween. Purtroppo sarebbe stato meglio se non avessero potuto suonare. Andi Deris non ha assolutamente voce, (forse a causa dell’umidità e del freddo che ha dovuto sopportare durate l’ora di stop) ma il concerto è uno strazio: a partire dalla “Halloween”, la prima canzone, per passare a “dr. Stein”, “Eagle Fly Free”. Niente voce. La scaletta sarebbe perfetta per i nostalgici, sul palco vengono proposti quasi per intero entrambi i Keeper (vero, di Keeper ne hanno fatti tre… ma io continuo a contarne due), ma con un cantante che cerca di fare gli acuti necessari senza riuscirci, tutti quei capolavori non riescono a incantare. Le uniche canzoni ben riuscite sono “If I Could Fly” e “As Long As I Fall” che non ha caso sono state create su misura per la sua voce. La chiusura con “I Want Out” è a dir poco imbarazzante. Gli Helloween hanno fatto ante belle canzoni anche dopo gli album con Kiske… potrebbero benissimo fare un concerto senza rovinare i loro vecchi capolavori… peccato, il loro concerto verrà ricordato principalmente per le zucche gonfiabili che hanno lanciato sul pubblico e poco altro…

Durante la serata un altro temporale intenso và a cadere durante il concerto degli Opeth che erano stati spostati sul palco più piccolo per poter recuperare tempo, asciugare tutto e restare nei tempi del nuovo ordine dei gruppi.
Del concerto degli Opeth mi ricordo pioggia, stanchezza per la pioggia e io che mi allontano stremata mentre mi accompagnano le note finali della triste “Balck Rose Immortal”.
A questo punto sarei dovuta andare a letto, cioè, dormivo in piedi, eppure mentre passavo davanti al palco grande sono stata attirata dalle luci verdi fluo dei Ministry. Non li conoscevo, mi ricordavo di aver sentito solo qualche pezzo e di averli trovati poco di mio gusto, ma devo dire che dal vivo offrono un'ottima prestazione, molto potente! Gli schermi erano pieni di immagini guerra, regimi di massa, violenze e disagi sociali dai colori fluorescenti e alienanti; e la musica martellante è riuscita a tenermi sveglia fino alla fine del concerto alle 3.45 di notte! Per i fan è stato sicuramente un gran concerto ma anche per chi, come me, non li conosceva!


Lunedì 7
Con l'inizio della settimana il festival si svuota, la giornata è soleggiata e noi ormai alla fame (nonostante la comparsa del Veggie Point, unico vero cibo disponibile in tutta l'area del festival e che ci salverà per le tre cene degli ultimi giorni!) decidiamo per una spedizione al supermercato e mettiamo su una vera grigliatona nella foresta, dopodichè felici e ripieni come uova andiamo a rotolarci sulla spiaggia godendoci davvero una bella giornata dopo i diluvi del giorno prima.
Nonostante tutto il sole alla sera piove nuovamente, un generale scazzo ci accompagna mentre ci allontaniamo dalla spiaggia e nuove nubi e gocce di pioggia iniziano a cadere. LA pioggià è più intensa del giorno prima ma la mancanza di vento per lo meno non fa andare l’acqua sul palco e quindi la musica continua senza problemi. …certo sicuramente senza pioggia i concerti dei Mystic Prophecy e dei Sahg sarebbero certo stati migliori!
Per fortuna quando i Rage attaccano con “Craved In Stone” la pioggia cessa di cadere! Stupendo è il trittico fatto da “Drop Dead!”, “Sound Chaser” e “Under Control”, Lo show procede bene anche se prima, Victor Smolski scaccia a manate un operatore di cinepresa un po’ troppo invadente, e poi Peavy è cotretto a chiedere una migliore regolazione delle casse spia perché sul palco non si sente niente. Lo show continua tra i loro infiniti cavalli di battaglia come “Refuge”, “Down” e la stupenda “Set This World on Fire”, ma anche la nuova “Lost in the Void” non fa assolutamente una brutta figura. L’audio è buono e il pubblico è pienamente soddisfatto. Il gran finale che arriva poco dopo sotto forma di medley: all’interno di “Long Hard Road” i tre tedeschi inseriscono “Highter than the sky” e l’indimenticabile “Don’t Fear the Winter”! Davvero il delirio! La band saluta e Peavy se ne va dando un gran calcione a una delle casse spia, segno inconfondibile che i problemi di audio di inizio show si erano risolti solo per noi del pubblico.

Il tempo regge e nella serata, riusciamo a guardare Soilwork e Morbid Angel senza affogare. Entrambi i gruppi offrono un ottimo concerto e il nuovo chitarrista dei Morbid Angel nulla fa rimpiangere. Iniziano con “Rapture” e durante il set propongono la nuova song “Nevermore”.
Da notare l'aggirarsi di due metallari che durante i Morbid si fanno spazio fra la folla e iniziano a sputare enormi fiammate di fuoco finché non arriva la sicurezza che gli chiede di smettere. Da citare ancora un gruppetto d ragazzi che durante la nostra cena al Veggie Point vanno sotto al palco minore completamente vuoto e spento a urlare "we want more!" La serata si conclude con la mia proposta di andare a vedere "giusto 10 minuti" cosa succede di notte sotto al tendone.
Da qui in poi è stata festa fino al mattino, fra urli, canti, pogate, deliri,spogliarelli, inseguimenti di un pallone che al grido "la palla!" faceva andare fuori di testa tutti e è stata fautrice dell'abbandono di uno dei nostri che è riuscito a rivoltarsi sopra una panca e farsi malissimo!
Nel mentre si sono scatenati altri nubifragi di pioggia e siamo andate a dormire tutte verso le 6 in un momento in cui ha smesso.


Martedì 8
Alle 9 del mattino ricomincia a piovere peggio che tutte le altre volte, sono nella mia tenda che muoio congelata nel mio sacco a pelo, l'umidità intensissima è ovunque e mi pento di non aver tenuto la felpa per dormire, la pioggia entra nella tenda nonostante tutti i miei tentativi di ripicchettamento della sera prima per aggiustare la copertura. Tuoni e ancora pioggia e pioggia e il cielo è un'enorme massa grigia in tutte le direzioni che non lascia nessuna speranza di miglioramento.
Con questo tempo due di noi decidono di abbandonare il festival perché "con questo schifo di tempo non vale la pena restare" (e, soprattutto, la mattina del giorno dopo dovevano andare al lavoro), ma sembra che non siano gli unici a pensarla così, infatti, vediamo molti con lo zaino in spalla che si avviano verso l'uscita. Io decido che no, gli Onslaught non me li posso perdere visto che hanno saltato la data italiana a cui volevo andare e spicchetto la mia tenda e la sposto (ancora montata) sullo spiazzo fregandomene del fatto che il sole non mi lascerebbe dormire al mattino (ma quale sole!) e pensando solo che non posso passare un'altra notte così fredda e umida con la pioggia che continua a cadere dagli alberi anche quando ha smesso di piovere.
Veniamo premiati e un vento fortissimo spazza via le nuvole e ci ritroviamo con un cielo azzurro e senza nuvole come non l'avevamo mai visto in tutta la settimana e ci spicciamo a stendere tutte le nostre cose sull'erba mentre un bel sole caldo asciuga tutto, fango compreso.
Sto ancora stendendo le mie cose quando arriva l'ora degli Onslaught e non sò perché penso che siano in ritardo e l'intro non mi dice nulla. All'urlo Onslauuughttt! mi prende un accidente e in pochissimo con gli anfibi completamente slacciati mi ritrovo a correre per arrivare sotto al palco. Ancora poche persone hanno deciso di avventurarsi per vedere i concerti ma il gruppo è in forma e offre un buon set ripagando la mia decisione e regalandomi una bellissima “Metal Forces” :D Ancora guardo gli Eluveitie che non conoscevo e mi ritrovo a guardare questi tizi completamente ricoperti di tatuaggi celtici che suonano canzoni magari non originalissime per il genere ma suonate con molta potenza mentre i due fratelli (gemelli direi) barbuti e vestiti d'altri tempi reggono il palco esaltando la folla. A quel punto un pensierino strano mi ha attraversato la testa, tipo, ma siamo nel 2008 e guarda questi tizi come sono vestiti! Ahah.
La giornata si conclude con l'atteso da molti concerto degli Arch Enemy che hanno iniziato in ritardo. Alcuni pezzi sono stati “Taking back my soul”, “Dead Bury Their Dead”, “Nemesis”, “Snow Bound”, “Blood on Your Hands”.
Finiti i loro ringraziamenti sale sul palco un tizio che annuncia che questa è l'ultima canzone del festival! E lì parte una specie di karaoke sugli schermi con la canzone del Metalcamp che canta hell over paradise e di fare festa e divertirsi al Metalcamp!!!!
Ahahahahah, in realtà ero già andata via e ho solo ascoltato questa cosa mentre mi godevo uno dei piaceri del posto che la notte, se ci sono poche luci, offre lo spettacolo di un cielo stellato e una via lattea perfettamente visibile!
Durante l'ultima notte c'è stato un altro megaparty sotto al tendone di nuovo fino alle 6 ma dopo la notte precedente praticamente in bianco non ce la potevo fare davvero...


Mercoledì 9
Ci alziamo in un'altra giornata di sole splendido e cielo azzurrissimo e possiamo fare gli zaini con comodo e pensare, ora che siamo asciutti, che la location del Metalcamp è davvero bella.
Per concludere se non ci siete stati sappiate che era presente la troupe di operatori che filma anche il Wacken e che dovrebbe uscire il dvd, che forse vi farà venire voglia di venirci, e a tutti gli altri servirà per ricordare quanto è stato bello (e umido) il quinto anniversario del Metalcamp! E magari vi verrà nostalgia e voglia di tornarci!

Report a cura di Tommaso Bonetti e Elena Ferrari

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