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Magic Circle Festival - 7/9/2008 - *** - Bad Arolsen (DE)

E' ancora una volta la cittadina di Bad Arolsen, piccolo borgo nel cuore della Germania, che fa da contorno alla seconda edizione del Magic Circle Festival, show messo in piedi dai Manowar, per i fans dei Manowar ma, quest'anno accompagnati da numerose bands che definire special guests sarebbe profondamente riduttivo.
Di seguito il report riguardante la giornata introduttiva e le bands principali esibitesi nella tre giorni effettiva del festival.


Mercoledi' 9 luglio:

Questa giornata e' stata dedicata alle cerimonie ufficiali di apertura del MCF 2008, durante la quale i fortunati presenti (non numerosissimi devo dire) hanno potuto assistere ad un lungo sound-check proprio dei Manowar, nel quale la band, con molta semplicita' ha regalato dei brani "aperitivo" di quella che sarebbe stata la scorpacciata dei giorni a venire.
A seguire i possessori di un pass sono potuti salire sul palco accompagnati dalla band per scoprire cosa effettivamente succede nel backstage durante un concerto di queste dimensioni.
La giornata si conclude nel "events field", col matrimonio di una coppia svedese celebrata da DeMaio in persona, secondo il rito vichingo, che prevede che una nave venga data alle fiamme, cosa che puntualmente avviene grazie alla freccia infuocata scoccata dal buon Eric Adams. Diciamo che solo i Manowar avrebbero potuto organizzare un'introduzione del genere per un festival, pero' del resto e' proprio quello che i fans si aspettano dal loro...


Giovedi' 10 luglio:

E' nel pomeriggio di giovedi che si aprono le danze vere e proprie con le prime band che iniziano a esibirsi nel tardo pomeriggio:
MSG:
Il biondo chitarrista tedesco ha "rinnovato" il gruppo, in un modo particolare pero', ovvero e' andato a ripescare i vecchi membri della band dei primi album, eccezion fatta per il batterista ex-AC/DC Chris Slade.
Il poco tempo concesso loro passa in fretta grazie anche ai classici eseguiti, pezzi come "Attack of the mad axeman" oppure "Into the arena", sono capitoli indimenticabili nella storia dell' hard rock e, anche se le forze non sono piu' quelle di 25 anni or sono, quando ci si puo' permettere di eseguire "Doctor doctor", si puo' mandare in visibilio qualsiasi ascoltatore.
TED NUGENT:
Ah il "leone di Detroit"! Era da lungo tempo che aspettavo di vederlo on stage e, diciamocelo, l'attesa e' stata laragamente ricompensata!
Allora si parte alla grande con "Wango Tango" pezzo supportato alla grande anche dal batterista dei Dokken "Wild"Mick Brown, si vede subito che il sessantenne Nugent e' in forma smagliante, canta, balla si agita con il suo codino alla David Crockett penzolante sul suo posteriore. Un infinito showman, Mr Nugent scherza col pubblico e ricorda ai presenti che nei suoi show non ci sono "bullshit" e l'audience lo prende in parola anche perche' di fronte a versioni mega energiche di perle come "Wang Dang Sweet Poontang", "Cat scratch fever", "Free for all", "Stormtroopin'" e altre ancora, ci si rende conto di cio' che vuol dire essere un vero rocker.
Il breve ma intenso show si conclude con "Great white buffalo", pezzo che vede Ted uscire sul palco con un copricapo indiano fatto da piume del colore della bandiera tedesca, per concluderlo "The Nuge" immola anche la sua sei corde bianca infilzandola con una freccia personalmente scoccata, a simboleggiare la cattura dello spirito del grande bufalo bianco.
Semplicemente immortale!!!
ALICE COOPER:
Penso che ormai sia scontato aspettarsi un grande show dal re dei trasformisti Alice Cooper che ormai cavalca le scene mondiali da ben 40 anni...
Ed e' effettivamente quello che ci regala Alice e la sua band, in qualita' di headliner della prima sera. Una scaletta come al solito zeppa di super classici del calibro di "I'm eighteen", "Lost in America", "Feed my Frankenstein","Dead babies","Welcome to my nightmare","Muscle of love","Under my wheels", "School's out", solo per citarne alcuni, lasciano a bocca aperta i fans presenti grazie anche agli effetti scenici che riempiono il palco, come il patibolo per impiccare Mr. Cooper, i violenti litigi tra il protagonista e la figlia (che da anni lo segue on stage come attrice),oppure i dollari regalati al pubblico sulle note di "Billion dollar babies".
C'e' spazio anche per un gran bel brano recente come "Dirty diamonds", con tanto di collane regalate al pubblico, oppure per "Woman of mass destruction", prima di chiudere con altri tre pezzi storici come l'immancabile "Poison", "No more Mr. noce guy" e la conclusiva "Elected", litigio tra Hilary Clinton e Obama incluso!
Le comparse portano sul palco ironici cartelloni che invitano a votare Alice Cooper, forse e' meglio non farli vedere troppo in giro, altrimenti rischierebbe sul serio di essere eletto!!! Unico...
DEATH ANGEL:
E' con mia immensa gioia che l'ultima band confermata al MCF 2008 sono proprio il quintetto Thrash di origini filippine, freschi di release e con un'attitudine tremendamente adatta da portare on stage.
L'unica cosa e' che l'organizzazione, ha scelto di farli suonare alle 2:30 del mattino nel palco al coperto riservato alla "Battle of the bands", concorso tra band sconosciute...
Ma i ragazzi di San Francisco non si lasciano certo scoraggiare da questi "dettagli", suonando per un'ora buona, con un'intensita' spaventosa, pescando dal loro recente repertorio con pezzi quali "Lord of hate", "Sonic beatdown" oppure rispolverando classici della Bay Area come "Kill as one","Voracious souls" oppure "The ultra-violence", non stanno fermi un attimo e sudano fuori la loro rabbia, puntualmente sprigionata ogni qual volta calcano le scene di un palco.
Devastanti, a qualsiasi ora, in qualsiasi posto!!!


Venerdi' 11 luglio:

BURNING STARR:
Il mio concerto di venerdi' inizia con la band di Jack Starr ex ascia dei primissimi Virgin Steele, il chitarrista newyorkese, fresco di contratto con la Magic Circle Records e' andato a ripescare proprio il suo vecchio monicker della band che lo aveva accompagnato durante la seconda meta' degli anni '80.
Sono veramente rimasto impressionato sia dalla classe di Jack sia dalla freschezza dei brani che, anche se sono un po' datati riescono ad acchiappare gli ascoltatori sin dalle prime note.
Menzione obbligatoria anche per il cantante Todd Hall che con la sua ugola altissima rende i pezzi ancora piu' potenti, a settembre uscira' il nuovo album, speriamo che la band passi anche dalle nostre parti!
BRAZEN ABBOTT:
Quando si ha un frontman d'eccezione come Joe Lynn Turner, non si puo' che produrre che musica di qualita', nello specifico un buon hard rock di stampo settantiano, che ci accompagna per un' oretta e, la band regala anche una manciata di brani targati Rainbow, ovviamnete dell'era Turner.
DORO:
Mi piacerebbe sapere quando Doro ha intenzione di invecchiare, e' impensabile che resti per sempre cosi' bella ma, soprattutto che sprigioni quel tipo di energia positiva che da sempre trasmette dal palco.
Via al concerto che pesca come al solito dall'era Warlock, immancabili pezzi come "Burning the witches", "True as steel", "I rule the ruins","Fur immer", oppure dai suoi dischi solisti "You're my family", "Fight" e altri ancora non smentiscono il soprannome di Doro, "The Metal Queen", sempre grandissima dal vivo. Finale scontato con l'interminabile "All we are", cantata a squarciagola dai presenti e un altro classico degli Warlock, "Earthshaker rock", grazie Mrs. Pesch...
Prima dell'entrata in scena degli W.A.S.P., viene letto un comunicato stampa che si abbatte sulle teste dei presenti, portando rabbia e delusione nelle teste di molti, in sostanza, due delle band piu' importanti del MCF 2008 non suoneranno, ovvero WHITESNAKE e DEF LEPPARD,non spiegando nemmeno le motivazioni (ma come al solito si scoprira' che ci sono di mezzo i soldi), questo fatto e' veramente riprovevole se si pensa che i due nomi erano gia' in cartellone da mesi e, per giunta non si e' neanche provveduto a rimpiazzarli adeguatamente. Sicuramente una tegola sull'organizzazione fin ora perfetta del MCF ma, come si dice "The show must go on"...
W.A.S.P.:
Blackie Lawless e' in palla, lo si capisce subito dall'introduttiva "On your knees", solo uno dei numerosi classici eseguiti dalla band californiana, che spara sulla folla rasoiate come "L.O.V.E. machine","Wild child", "Iside the electric circus", Chainsaw Charlie (Murders In The New Morgue), brani marchiati a fuoco nella storia dello U.S. metal, eseguiti in questa sede con una grinta che da tempo non vedevo da parte del leader Lawless.
Conclusione con l'immancabile "I wanna be somebody", brano anthemico che suggella una buonissima prestazione dei "pervertiti sessuali" di Los Angeles.
GOTTHARD:
Bastano poche righe per descrivere la performance dei Gotthard, che anche se non hanno brani immortali tra le loro tracklist, sono stati capaci di coinvolgere i fans, soprattutto le esponenti del gentil sesso, grazie ad uno show veramente adrenalinico, trainato dal singer Steve Lee e dalla sua ugola perfetta per l'hard rock melodico proposto dal quintetto svizzero.
Band che serve anche a scaldare il palco per l'imminente concerto dei MANOWAR.
MANOWAR:
La prima serata targata Manowar vedra' i Defenders newyorkesi eseguire per intero i primi 3 capolavori della loro discografia ovvero "Battle hymns", "Into glory ride" e "Hail to England".
Si parte come sempre con "Manowar" e si prosegue con tutto il primo album, da ricordare una versione da brividi di "Dark avenger" suonata perfettamente dal quartetto, che ha dovuto richiamare tra le sue fila il batterista "Rhino", a causa di una defezione temporanea di Scott Columbus.
Gia' alla fine di "Battle Hymns" si capisce che questo sara' un evento unico per ogni fan dei Manowar e non solo, e pensare che mancano ancora 2 album alla fine del primo show del gruppo...
Si continua con "Warlord" che apre l'esecuzione di "Into glory ride", assoluta perla dell'epic metal, qui a farla da padrone, sono brani come "Gloves of metal" oppure "Secrets of steel".
Prosecuzione affidata a "Hail to England", terzo capitolo della saga Manowar, aperto dalla splendida "Blood of my enemies", e chiuso dal super-classico "Bridge of death",che anticipa due brani-bis come "Warriors of the world", perfetto in sede live e il nuovo singolo "Die with honor", che grida il suo arrivederci ad un audience si stanco ma non ancora sazio della musica di fattura Manowar.Inutile stare a citare tutti i brani, dato la fama di cui godono, mi basta pero' ricordare una prestazione maestosa del combo americano, come al solito senza compromessi!
Ci ha pensato in ogni caso Mr. DeMaio, come al solito, con i suoi discorsi ridondanti ma privi di senso a portare un po' di superbia sul palco, Joey non si limita solo a insultare le 2 bands defezionarie WHITESNAKE e DEF LEPPARD, ma anche i loro fans, con la solita tamarraggine che lo contraddistingue. Purtroppo lui e' il factotum della band non che del festival, prendere o lasciare.


Sabato 12 luglio:

HOLYHELL:
A dire la verita', dopo la cancellazione di 2 bands come WHITESNAKE e DEF LEPPARD, l'unico grande nome dell'ultima giornata era per l'appunto quello dei MANOWAR, dato che gli altri gruppi erano piu' che altro un contorno a quel succoso piatto che sarebbe stato composto da questo trittico di veterani.
In ogni caso, ho modo di vedere lo show degli HOLYHELL e, mi accorgo subito che la band non e' nulla di che e, cosi' do credito alle voci che dicono che Joey DeMaio se li porti sempre in tour poiche' l'avvenente singer del gruppo sarebbe la sua fidanzata.
La band propone un metal sinfonico alquanto noioso e privo di mordente e anche la voce dell'affascinante Maria Breon non fa certo gridare al miracolo. Forse a corto di brani di qualita' superiore, decidono di suonare anche delle covers come "Dream on" degli Aerosmith e "Holy Diver" di Dio , di certo sono lontane anni luce dagli originali.
Nota positiva la prestazione di "Rhino" gia' impegnato coi MANOWAR, veramente una macchina instancabile dietro le pelli.
MAJESTY:
I MAJESTY dopo questo concerto cambieranno nome in METAL FORCE, quindi decidono di salutare il vecchio marchio proprio qui al MCF. Che dire, la band perfetta per aprire un concerto dei MANOWAR dato che, il gruppo teutonico deve praticamente tutto agli headliner del festival.
Comunque riescono a coinvolgere abbastanza i presenti non grazie all'originalita' dei loro pezzi ma al loro impatto molto "true", diciamo che hanno riscaldato bene l'area concerto prima del botto finale!
MANOWAR:
Seconda parte del MANOWAR show, che eseguiranno nell'ordine gli album "The sign of the hammer", "Fighting the world" e "Kings of metal" (in occasione del ventennale dell'uscita di quest'ultimo).
Si riparte pero' ancora con "Manowar" tappa d'apertura obbligata ad ogni concerto della band, poi e' la volta di "All men play on 10", "Animals", della strafamosa "Thor (the powerhead)", ma soprattutto una versione di "Mountains" da urlo...
Non c'e' sosta e si avanza verso "Fighting the world", forse l'album piu' orecchiabile dell'intera discografia Manowar, brani scritti apposta per essere eseguiti in sede live come la title track, oppure "Blow your speakers", "Carry on", "Defender" ecc... fanno scatenare i fans arrivati veramente da ogni parte del mondo.
Addirittura Eric Adams fa ripartire da capo "Black wind fire and steel" perche' aveva steccato l'attacco, di modo che tutto risulti perfetto per l'ennesimo dvd live della band!
L'ultimo disco proposto e' appunto "Kings of metal", che entra subito nel vivo con "Wheels of fire" e la canzone omonima, di fronte ad una folla per niente provata dalle 2 ore gia' trascorse.
E' qui che Mr. DeMaio rientra in scena con un'altra discutibile trovata, infatti viene chiamata sul palco una ragazza che dovra' fare la proposta di matrimonio al suo fidanzato ma, egli verra' tentato (scopo il rifiuto) da alcune pulzelle parecchio procaci, il tutto sulle note di "Pleasure slave"...
Si, lo sappiamo che i MANOWAR riescono ad essere sempre piu' tamarri pero', 2 matrimoni nel giro di 4 giorni non li avevo visti (ne' immaginati) a nessun festival!!!
Cosi' dopo aver regalato alla lotteria (of steel!!!) 4 Harley Davidson di proprieta' della band, si puo' finalmente ritornare alla musica e avviarsi alla conclusione dell show con "Hail and kill", "Blood of the kings", pero' inspiegabilmente i Manowar risuonano ancora "Warriors of the world" e la nuova "Die with honor" (probabilmente a beneficio di chi era troppo sbronzo la sera precedente), il tutto prima di salutarci con"The Crown and the Ring (Lament of the Kings)" eseguita col supporto di un coro locale tutto maschile.
Per concludere sicuramente i MANOWAR hanno fatto le cose in grande (forse troppo!), e a parte i loro irripetibili shows, abbiamo potuto apprezzare alcune bands che hanno fatto la storia dell' Hard 'n' Heavy, tutto questo in un'area ben organizzata e mai troppo affollata.
Certo e' che la cancellazione di 2 co-headliner come WHITESNAKE e DEF LEPPARD ha lasciato l'amaro in bocca a molti, senza nulla togliere ovviamente ai grandiosi concerti dei gruppi che si sono avvicedanti nella tre giorni di Bad Arolsen.

Report a cura di Alessio Aondio

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