Subject: report BLUE OYSTER CULT (Live club Trezzo sull'Adda 17/09/08)
E' con vera gioia che mi appresto per la prima volta a recarmi ad un concerto dei Blue Oyster Cult, band che non ha certo bisogno di presentazioni, data la carriera quasi quarantennale, ma che purtroppo non è così seguita (almeno in Italia) anche perché, probabilmente, è stata un po' oscurata negli anni dai mastodontici nomi dell'hard rock settantiano quali i vari Sabbath, Zeppelin, Deep Purple etc etc...
Il locale è il nuovo Live Club di Trezzo, a dir la verita' locale ben strutturato per eventi live anche se in questa occasione per nulla gremito, ed è esattamente alle 22:30 che Buck Dharma & Co. fanno il loro ingresso on stage, e partono subito con un classico come "This ain't the summer of love", tanto per far capire cosa i B.O.C. pensassero della filosofia hyppie...
Il gruppo è ovviamente ben rodato e, anche se non si scatena (ad eccezione del maidomo Rudy Sarzo), si capisce subito che è in forma smagliante!
Allora ancora un classico come la ritmata "Before the kiss, a red cap" oppure la successiva più ammiccante " Burnin' for you" sono quel che ci vuole per farsi apprezzare da un pubblico veramente "datato" ma esperto in storia Cult.
Sull'onda dell'entusiasmo viene eseguita "The red and the black", e il bel lentone "Harvest Moon" che, servono anche a mettere in mostra le grandi doti del giovane chitarrista/tastierista Richie Castellano.
Un altra pietra miliare dell'hard rock come "Joan Crawford" è quel che ci vuole per esaltare il pubblico e far scatenare l'indomito Sarzo col suo basso, ma è un continuo di classici come le successive "ME 262”, "I love the night" oppure "Buck's boogie", sempre annunciate dal veterano chitarrista/cantante Eric Bloom.
Nella seconda parte del concerto c'è spazio anche per "Black blade" e "They came the last days of may" prima del botto con la mitica e pachidermica " Godzilla ", che prelude ad una presentazione (con citazione dei vari Ozzy, Quiet Riot e Whitesnake), dell'animale da palco Rudy Sarzo e del suo furibondo assolo di basso, seguito anche dal drum solo del buon Jules Radino.
Poi e' la volta dell'immancabile "(Don't fear) the Reaper", sicuramente il brano più famoso del combo newyorkese, che chiude la seconda, intensa parte dello show, prima dei bis.
Ah, dimenticavo, come se ci fosse bisogno di un altro bravo chitarrista, anche il nostro Matt Filippini dei Moonstone Project ha eseguito un solo durante lo show, facendo cosiì una gradita sorpresa a chi apprezza il suo stile mai banale ed in linea con la proposta dei Cult.
Così, arrivati ai bis, non posso non indicare come la migliore sicuramente "Hot rails to hell", roccioso pezzo hard rock che sottolinea, ancora una volta, che i dinosauri del rock non si estingueranno mai!
Bella anche la più recente e senz'altro metal "See you in black", tanto per non lesinare energia nemmeno alla fine...
Concludo dicendo che è inutile affidarsi alle presunte new sensations che sentiamo in giro spuntare come funghi, perché finché ci saranno on stage band come i Blue Oyster Cult, è superfluo tentare di imitarli e tanto meno di fare meglio di loro! Grazie di essere ancora tra noi B.O.C!!!
Setlist:
This ain't the summer of love
Before the kiss, a redcap
Burnin' for you
The red and the black
Harvest moon
Joan Crawford
ME 262
I love night
Buck's boogie
Black blade
Then came the last days of may
Godzilla
(Don't fear) the reaper
Hot rails to hell
See you in black
Report a cura di Alessio Aondio
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.