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In Flames + Gojira + Sonic Syndicate - 10/27/2008 - Kaapelitehdas - Helsinki

Dopo aver girato per qualche isolato, finalmente mi trovo davanti alla “Cable factory”, questa ex fabbrica che ora viene usata per mostre e concerti di medio/grossi, dove stasera arrivano gli svedesi In Flames, in compagnia di Gojira e Sonic Syndicate. La cosa impressionante è la coda che c'è ancora quasi mezz'ora dopo l'apertura dei cancelli, almeno 500 metri di gente che aspetta al freddo e sotto la pioggia. Il locale è abbastanza strano, dato che si estende molto in lunghezza, così che per chi arriva dopo non è affatto facile riuscire a vedere il palco, che pur è rialzato di un paio di metri.
Con qualche minuto di ritardo iniziano a suonare i Sonic Syndicate, classica band metalcore con influenze death dettate appunto soprattutto dalle ultime produzioni degli headliner di oggi. La band durante la mezz'ora a disposizione presenta il nuovo “Love And Other Disasters”, uscito il mese scorso, e pur mostrando grinta e una certa presenza scenica (col pubblico che comunque sembra apprezzare), l'impressione è quella della classica band “tutto fumo e niente arrosto”, che ha un discreto successo solo perchè va di moda. Da segnalare comunque la prova in particolare di uno dei due singer, Richard Sjunnesson, che mostra forse più carisma, e in generale l'impatto dello show sul pubblico è abbastanza positivo.
Si rientra negli orari del running order con i successivi Gojira. Anche i francesi hanno dalla loro un nuovo disco, il quarto della loro carriera, dal titolo “The Way Of All Flesh”. Sinceramente non avevo mai ascoltato questa band prima d'ora, e forse questa sera non sono molto in forma, ma l'idea è che il loro death metal, più tecnico (con spunti progressive) e potente, non venga apprezzato dal pubblico quanto lo show della formazione precedente. Per lunghi tratti a prevalere è la batteria di Mario Duplantier, fratello del cantante/chitarrista Joe, e questo incide a mio avviso sulla prestazione dei francesi. Ne approfitto quindi per mangiarmi un pezzo di “pizza” nell'area riservata alle consumazioni, in attesa dei protagonisti di oggi.
Come già visto nel report della data italiana (svoltasi la settimana prima), un grosso telone bianco copre la visuale del palco per l'entrata in scena della band, e gli In Flames, dopo essersi fatti aspettare qualche minuto in più tra gli incitamenti dei fans, salgono finalmente sul palco e aprono con la nuova “The Chosen Pessimist”, con questo particolare effetto che permette al pubblico di vedere solo le ombre muoversi dietro questo telo, finchè non viene tolto per il secondo, nuovo brano, “I'm The Highway”.
La prima parte di questo lungo show vede Anders Fridén fermarsi spesso a parlare coi fans, con battute come “ve l'ha mai detto nessuno che sembrate stupidi”, e riscaldare un pò la voce dato che inizialmente non sembra in gran forma, per poi riprendersi più avanti. Dopo quattro brani tratti dagli ultimi dischi arriva però “Insipid 2000”, estratto da quello che rimane uno degli album migliori prodotti dalla band di Goteborg, ovvero “Colony”. Si prosegue con altri pezzi della vecchia produzione come “The Hive” e “Satellites And Astronauts”, che vengono decisamente più apprezzati dal sottoscritto rispetto ai brani dei discutibili ultimi full-length.
La band riesce ad allestire un buono show, coinvolgento il pubblico finlandese che non è poi così “freddo” come ha fama di essere, anzi in certe occasioni ha poco da invidiare a quello italiano. In questa macchina ben rodata dalle precedenti date del tour si fa notare il duo Strömblad/Gelotte, che sembrano non sbagliare un colpo. Altri due brani più recenti precedono una versione più “melodica” di “Pinball Map”, mentre sugli schermi posti dietro il palco si susseguono effetti grafici che accompagnano i brani, e che in certi casi fanno da “karaoke” (vedi “Move Through Me”) con il testo del ritornello che scorre alle spalle della band.
Il momento migliore per i vecchi fans è sicuramente quello che sta per venire adesso, con in successione “Colony”, “Cloud Connected”, “Dead God In Me”, e “The Jester Race”, smezzata da “Behind Space”. Senza dubbio bisogna dare merito alla band di aver scelto la setlist di questo tour in modo da non scontentare nè i vecchi nè i nuovi fans, ben equilibrando la selezione dei brani proposti. Per me questa è assolutamente la parte migliore della serata.
Si ritorna invece al passato più recente con i quattro brani successivi, prima dell'ottima “Only For The Weak”. Siamo alle battute finali di questo show, che si chiude con “Trigger” e “Take This Life”. La durata dell'esibizione ha permesso alla band di offrire al proprio pubblico una buona varietà di canzoni della loro ormai lunga discografia. La prestazione della band è andata in crescendo, anche se mi convincono ancora molto di più i pezzi più datati, ma è chiaro che un'ampia parte del pubblico è qui grazie agli ultimi dischi. Queste considerazioni in ogni caso non cambiano il fatto che il gruppo svedese come al solito ha offerto un gran buono show, che per quando mi riguarda ripaga con gli interessi il concerto cancellato lo scorso luglio all'Evolution a causa di quella famosa grandinata.


Foto:
In Flames
Gojira
Sonic Syndicate

Setlist In Flames:
01) The Chosen Pessimist
02) I'm The Highway
03) Vanishing Light
04) The Mirror's Truth
05) Insipid 2000
06) The Hive
07) Satellites And Astronauts
08) System
09) Alias
10) Pinball Map
11) Delights And Angers
12) Move Through Me
13) Colony
14) Cloud Connected
15) Dead God In Me
16) The Jester Race (+ Behind Space)
17) My Sweet Shadow
18) Come Clarity
19) Sleepless Again
20) Quiet Place
21) Only For The Weak
22) Trigger
23) Take This Life

Report a cura di Marco Manzi

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