09/11/2008
Rolling Stone
Milano
Si parla di Milano, si parla di concerti, siamo a pochi minuti dal Rolling Stone e sovviene alla mente che, forse, la
band del chitarrista Mick Box non avrà il seguito che un act di questo calibro si meriterebbe. Invece, ad un'ora
dall'apertura dei cancelli, è già presente una coda notevole che cresce di minuto in minuto. Un serpentone composto
per lo più da una guardia talmente "vecchia" che si era quasi persa nella memoria di un tempo passato, quando l'heavy
metal era ancora un embrione mentre rock e figli dei fiori la facevano da padroni.
Questa sera, grazie al tour che gli Uriah Heep hanno intrapreso per la promozione del loro nuovo disco WAKE
THE SLEEPER, si torna indietro di quarant'anni. Il Rolling Stone è gremito, non si arriverà al Sold Out ma lo si è
sfuorato di un soffio, le teste, fatta qualche rara eccezione, non son più lungocrine ma rade o canute. Tuttavia
quando il quintetto sale sul palco ci si rende subito conto che non ci si trova davanti ad una band nostalgica che
vive di rendita sui fasti del passato ma che ha ancora voglia di farsi sentire.
Tutti i membri danno subito l'impressione di essere in forma, e così si allunga la lista di quei "vecchietti" che
hanno ancora tanto da insegnare ai cosiddetti giovani che dopo mezz'ora di concerto ansimano sul palco.
Gli inossidabili propongono così una scaletta, identica a quella eseguita durante lo show di Helsinki seguito dal nostro inviato Marco Manzi, ricca di highlights senza trascurare l'ultima release a cui viene concesso uno spazio forse esagerato con "Overload", "Tears of the World", "light of a Thousand Stars", "Heavens Rain", "What kind of god e "War Child".
Ovviamente i consensi maggiori arrivano su brani storici come "Gipsy" o la conclusiva e acclamatissima "Lady in Black".
Ad ogni musicista, dal magnetico vocalist Bernie Shaw alla new entry dietro le pelli Russel Golbrook, viene lasciato un suo spazio, così anche il "giovane" Goldbrook può accennare un timido drum solo mentre Box si prende a pieno titolo ovazioni e consensi ad ogni suo minimo movimento.
Un concerto non epocale ma onesto, sincero e qualitativamente impeccabile dai suoni alle luci, passando per le prove dei singoli membri a quella complessiva dell'intera band e probabilmente, sulla via del ritorno, in molti si sono sentiti nuovamente giovani.
Set List:
Wake The Sleeper
Overload
Tears of the World
Stealin'
Sunrise
Heavens Rain
Book Of Lies
Light Of A Thousand Stars
Gypsy
Look At Yourself
What Kind Of God
Ghosts Of The Ocean
Warchild
Shadow
Angels Walk With You
July Morning
Easy Livin'
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Lady In Black
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Report a cura di Paolo Manzi
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