ALTER BRIDGE LIVE REPORT 29/11/08 Milano - Alcatraz
Alter Bridge 1 – Alcatraz 0. Calcisticamente la conclusione del concerto della band floridiana può essere sintetizzata con questo risultato. Chi era presente al sold-out di sabato 29/11 in quel di Milano ha assistito all’ennesima, grandissima band, che con pazienza calca il suolo italiano arrivando a suonare in uno dei locali più ambiti di Milano e che si trova costantemente di fronte ad un locale che non è in grado di sostenere il peso, la bravura ed il sound di band di questo livello.
Acustica a parte. Tutto il resto è magia.
Inizio con “Come to life”, opener dal riff potente e dal ritmo trascinante, capace di scaldare il pubblico sin dalle prime note. I quattro sono in forma, a parte qualche problema tecnico e di audio prontamente risolto.
La prima sensazione è che si assisterà ad un concerto buono, ma non all’altezza dei migliori Alter Bridge.
La seconda sensazione è che la prima era sbagliata: “Find the Real” viene eseguita bene, con la giusta cattiveria ed un ottimo tiro, immediatamente seguita dai ringraziamenti di un Myles Kennedy in crescendo nell’arco della serata, che introduce con la sua chitarra il riff di “Before Tomorrow Comes”, cantata con passione (come tutte le altre canzoni in scaletta) da un pubblico che dimostra di non essere lì per due, tre singoli, ma perché ama la band ed il suo progetto musicale. “Brand new Start” suona molto meglio live che su disco e la successiva “White Knuckles” contiene uno di quei riff che non possono non fare salire da dentro la voglia di saltare. “Buried Alive” è una delle meno apprezzate dal sottoscritto, così come la successiva “One Day Remains” ma l’impatto live dei due brani le rivaluta completamente. Nel frattempo i ragazzi interagiscono col pubblico, in particolare Myles Kennedy e Mark Tremonti, tanto perfetto alla chitarra quanto simpatico coi fans. Dopo una manciata di canzoni d’impatto è tempo di prendersi una pausa, ed ecco Myles imbracciare la sua acustica, adagiarsi su uno sgabello ed eseguire “Watch Over You”. Si dice che un cantante sia veramente bravo quando è in grado di incantare una platea intera con una chitarra e quattro accordi: ecco, allora ci siamo. Dopo l’immancabile ballad è la volta di “Ties that Bind”, il brano meglio eseguito dagli Alter Bridge, veloce, potente e impattante, prima traccia del fortunato “Blackbird”. Proprio la title track della loro seconda fatica discografica viene eseguita subito dopo: ma badate, “Blackbird” non è semplicemente una grande canzone. “Blackbird” è. Resta lì così, nel firmamento dei capolavori, indissolubile. Un corvo nero che spiega le ali e si libra in un volo eterno e maestoso. Tutto il pathos, le emozioni, la vena artistica di Kennedy e Tremonti è condensata in questi otto minuti, in un intreccio tra il capolavoro musicale di Tremonti e le liriche di Myles, dedicate ad un amico scomparso (Mark Morse, ndr). Chi pensa che questo sia stato il momento più emozionante si deve ricredere perché subito dopo un arpeggio di chitarra dà inizio ad “In Loving Memory”, inattesa e stupendamente suonata nella sua versione da disco: roba da brividi e da lacrime. Gli AB non si fermano ed infilano un successo dietro l’altro: “Metalingus” e “Open Your Eyes” (con un coro finale veramente toccante) sono i due pezzi che portano alla classica finta coi saluti di rito. La band viene richiamata a gran voce da tutto il pubblico ed ecco Tremonti tornare sul palco e dare il via all’immancabile “Broken Wings”, pezzo che avrebbe meritato di stare al posto di tanti successi del mainstream che non ne valgono neanche mezza nota. Gli Alter Bridge si congedano con il divertente siparietto di Myles che suona “Riverside Blues”, prima di attaccare con “Rise Today”. Chi c’era sa cosa ha visto, così come chi era presente a Cortemaggiore in quel di Piacenza a Giugno, sa che forse quel concerto resterà inimitabile. Quanto rimane sono i brividi per una band che è in grado di darti un affetto amichevole e fraterno, come se conoscesse uno per uno tutti i suoi fan, ad ogni concerto.
Aldilà degli incensi e del gusto musicale è giusto riconoscere che siamo di fronte a una delle poche band che riesce a sfornare dischi e concerti degni di coloro che ora guardiamo con tanta nostalgia e che hanno affascinato quella che chiamiamo storia della musica.
Gli Alter Bridge stanno raccogliendo il successo che meritano; che nessuno li fermi. Lasciamo che questi ragazzi esplodano del tutto. Le vette delle classifiche, i migliori stadi e la passione della gente sono e saranno il giusto riconoscimento.
Set list:
Come to Life
Find The Real
Before Tomorrow Comes
Brand New Start
White Knuckles
Buried Alive
One Day Remains
Watch Over You
Ties That Bind
Blackbird
In Loving Memory
Metalingus
Open Your Eyes
Broken Wings
Riverside Blues
Rise Today
Report a cura di Riccardo “Rik” Canato
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