Davanti ad un Alcatraz quasi esaurito e dopo un gruppo spalla più adatto ad aprire per gli Hellacopters che per la band di Zakk Wylde, esattamente alle 21:15, si spengono le luci e dietro il gigantesco telone della BLS, si prapara il possente quartetto statunitense, per un'intensa performance in terra meneghina.
Pronti-via l'impatto è devastante, più che altro per i suoni, al limite del noise, complici gli alti delle chitarre, veramente alti, che in più occasioni durante l'esibizione rischieranno di coprire il vocione del factotum Wylde.
La gente comunque, soprattutto i più vicini al palco, sembrano apprezzare molto, anche perchè i BLS si sbattono parecchio, in primis sicuramente Zakk, personaggio genuino e verace, che non lesina nulla in energia, sputi, riffoni magmatici al limite del guitar shredding!
Tra i pezzi da citare obbligatoriamente, ci sono gli estratti dal penultimo "Mafia" come "Fire it up", "Forever down" oppure il successone "Suicide messiah", cantato a squarciagola dal nutrito pubblico milanese.
La ruspante band di bikers decide anche di tirare il fiato a metà performance, regalandoci un paio di lentoni da manuale, primo fra tutti, in qualità di sentito omaggio all'amico Dimebag prematuramente scomparso, la struggente "In this river", che per un attimo ci fa tornare alla realtà di quanto, a volte, sia insensato e crudele il destino...
Finite le lacrime si riparte a picchiare alla grande, con uno Zakk che, sì cambierà tre/quattro chitarre a concerto ma, di certo, non cambia il suo atteggiamento aggressivo ed estremamente "virile" nel proporre le sue pesanti composizioni, vedi la bellissima "Bleed for me" o la più cadenzata "The blessed hellride".
Dopo un'ora e tre quarti di mazzate tra capo e collo, si conclude così il gig dei Black Label Society, confermando ciò che pensai la prima volta che li vidi al Gods of Metal di Bologna, cioè che il gruppo potrebbe benissimo chiamarsi Zakk Wylde band, poichè è tale e tanta la personalità del barbuto frontman, da oscurare qulsivoglia iniziativa possano prenedere gli altri componenti, benchè validi comprimari.
Toltomi il sassolino dalla scarpa del fatto che li reputi quasi una "one man band" (checchè ne dica Zakk), è stato sicuramente un bel concerto pesante e rumoroso, in perfetto stile BLS, grazie alla grande capacità di catalizzatore di Wylde, ovviamente!
Report a cura di Alessio Aondio
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