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Satyricon - 12/3/2008 - Alpheus - Roma

Arrivo intorno alle 22 perdendomi il gruppo spalla, ma giusto in tempo per l'inizio dei Satyricon. Il ritardo (o tempismo) ha avuto il suo vantaggio perchè data l'entrata alla destra del palco, ho potuto gustarmi il concerto da una posizione privilegiata. Sul palco c'è un ordine che mi colpisce, saranno i capelli corti e ingellati di Satyr, sarà la sua faccia pulita e la camicia nera, fatto sta che a stento riesco a riconoscerlo. Mi sposto un po' per avere la visuale completa e tra un sessionman e l'altro intravedo una biondina che scapoccia convulsivamente dietro la tastiera...la situazione mi lascia un po' perplessa ma andiamo oltre. L'esibizione comincia con qualche pezzo di Volcano per passare subito dopo a brani più recenti come Now Diabolical, che sono stati decisamente privilegiati nella scaletta. L'acustica è molto buona e la performance decisamente precisa soprattutto da parte di Satyr che non d‡ cenni di cedimento e che riesce a coinvolgere il pubblico presente (almeno bisogna dire che con le prime file di ragazzine urlanti e isteriche tiracapelli ci è riuscito - chi era davanti sa a cosa mi riferisco ndr.) Il pubblico è coinvolto, invoca ripetutamente Mother North, smette giusto il tempo della durata di Forhekset per poi tornare ad invocare la canzone tra un brano e l'altro del nuovo album, The Age Of Nero che il gruppo di Satyr e Frost sta presentando. Bisogna dire che a parte qualche vecchio brano precisamente eseguito per la gioia delle braccia conserte presenti (poche a dire il vero), del freddo black metal norvegese c'è solo l'ombra del passato; i pezzi nuovi sono in numero nettamente maggiore rispetto ai vecchi ed hanno preso una strada ben diversa. Nel frattempo il pubblico continua a invocare Mother North come fosse l'unica motivazione per cui essere presenti al concerto, ma non è ancora il momento. Una ben eseguita K.I.N.G. fa scatenare i presenti, nel frattempo la tastierista bionda continua a muoversi sulla tastiera anche quando la canzone non lo richiede e nel mentre raccoglie diversi commenti poco lusinghieri. A un certo punto Satyr fa anche un discorso ai presenti su quanto sia contento di suonare a Roma, su quanto gli piaccia la città più bella del mondo (parole sue) e quanto poco gli sia pesato il viaggio, a differenza di tutti gli altri spostamenti che fa. Una breve pausa, un altro paio di canzoni dove i musicisti sul palco danno prova di grande capacità ed è arrivato finalmente il momento dell'attesa Mother North, anch'essa ben eseguita e coinvolgente. Si sono fatte le 23.30, un'ultima posa sul palco per le foto dei fan (ebbene si) e la serata è finita. Qualcuno che dalle prime file stava già urlando "poser", a questo punto ha iniziato a gridare più forte. I buttafuori cacciano via i presenti in malo modo, come sempre del resto, ma il trucchetto c'è: mettersi davanti ai banchetti e far finta di essere interessati al merchandising per poter scambiare le ultime parole con i conoscenti incontrati e per prolungare la serata. In definitiva il concerto è piaciuto ma i pareri dei presenti sono abbastanza diversi a seconda di quanto la persona fosse preparata o meno al fatto che i Satyricon, sia nel bene che nel male, da qualche anno a questa parte non sono più quelli di una volta.

Report a cura di Cristina Alexandris

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