Contro qualsiasi previsione, almeno del sottoscritto, il Rolling Stone si presenta assai gremito, soprattutto di kids (veri e propri); ora i casi sono due, o tutti coloro che non riusciranno ad andare a vedere gli AC/DC a marzo sono venuti per rifarsi (magra consolazione!), oppure gli Airbourne, forti di una pesante esposizione mediatica (nel settore, of course!) hanno già fatto breccia nel cuore dei giovani Hard Rockers...
Ad aprire il concerto invece, ci pensano i Black Spiders, band inglese dedita ad un Hard/Stoner quanto mai grezzo e sgraziato, almeno in sede live, col cantante/chitarrista che mena le danze a suon di acuti stonati e riffs paludosi, a volte pagando il doveroso tributo ad un certo Tony Iommi....
In ogni caso il gruppo riscuote un buon successo dalla platea, che conosce anche i testi delle canzoni, e addirittura alcuni aficionados, avevano preparato uno striscione stile stadio! E pensare che li credevo uno sconosciuto e qualsiasi opener act, buono soltanto a far perdere un pò di tempo prima degli headliners!
La folla è letteralmente impaziente di assistere al primo tour da headliners (in terra italica) del quartetto australiano, ed ecco che, scemata la musica di sottofondo, arriva sul palco la new sensation del AC/DC Rock...pardon dell'Hard Rock, gli Airbourne, che partono subito alla grande con "Stand up for Rock 'n' Roll", brano energico, interpretato furiosamente dalla band.
Si capisce immediatamente che, come è giusto che sia, i quattro giovanotti hanno adrenalina e energia da vendere, e che il leader Joel O'Keeffe è già un frontman preparato e un capace intrattenitore, abile nell' arringare la folla con poche frasi ma decise, in puro stile Rock 'n' Roll.
Le canzoni si susseguono veloci e dirette, e pezzi come "Hellfire", "Fat city" oppure "Hartbreaker", sono fatti apposta per scatenare l'audience con una scarica Hard piena di potenza elettrica, addirittura durante "Girls in black", l'atletico O'Keeffe, si allontana dal palco, facendo un'escursione tra la folla di un incredulo ma esaltato Rolling Stone, scena che dimostra ancora una volta lo sconfinato amore che la band nutre per i loro conterranei AC/DC, capitanati dallo scolaretto Angus.
C'è tempo per qualche brano, sempre estratto dall'ultimo successo "Runnin' wild", come "Black Jack" oppure "Cheap wine & cheaper women", tanto per restare in temi cari a qualsiasi gruppo dedito all'Hard Rock più sfrontato e festaiolo.
L'esaltazione dei presenti arriva al massimo con la title track del loro nuovo lavoro "Runnin' wild" e con l'anthem "Too much, too young, too fast", ultime mitragliate Rock, per un concerto non troppo lungo ma comunque molto dispendioso da parte degli Airbourne, che si sudano letteralmente la pagnotta sul palco!
Spero vivamente che questa giovane band continui con successo sulla strada intrapresa, magari acquisendo un pò di originalità in fase di songwriting, per non risultare, alla lunga, l'ennesimo clone degli AC/DC, ma per dare il via, magari, ad un nuovo ciclo di band Hard Rock, come loro apprezzatissime dai giovani fans, poichè come ci ha ricordato a fine concerto il buon O'Keeffe: "As long as we are alive, as long as you are alive... Rock 'n' Roll will never, never die!!!"
Report a cura di Alessio Aondio
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