L’autunno 2008 ha deciso di portare con se a Milano tutti i mostri sacri del death melodico di Goteborg, prima gli In Flames, poi i Dark Tranquillity ed ora i Soilwork.
E c’è da dire che le carriere di queste bands stanno volgendo in maniera decisamente diversa. Se i Dark Tranquillity, pur con il fatto positivo della registrazione del live dvd, ma con ben quattro date in Italia hanno riempito il Rolling Stone, certo non lo si può dire per i i Soilwork, che in data unica a Milano si sono esibiti di fronte ad un pubblico che superava di poco le 100 unità.
Un solo gruppo spalla in apertura, ma azzeccatissimo per riscaldare gli animi nel freddo del Rolling Stone.
Si tratta dei One Way Mirror, il side project del cantante dei Mnemic Guillaume Bideau e dello stesso batterista dei Soilwork Dirk Verbeuren, chiamato ad un estenuante doppio lavoro. Nonostante il risicato numero di presenti i cinque sul palco non si sono di certo tirati indietro, tutt’altro, offrendo, assieme al loro nu metal uno show potente e divertente, ricco di umorismo e battute con il pubblico, insomma l’ideale per cominciare a “saltare”. I continui siparietti tra il tarantolato singer e i due chitarristi hanno penalizzato un po’ lo show dal punto di vista tecnico, ma in questi casi l’obiettivo era colpire, e loro lo hanno fatto. Sicuramente una band da seguire per gli appassionati del genere e i fans degli Mnemic.
Una lunga mezz’ora di cambio palco, per far ricaricare le batterie a Dirk Verbeuren e permettere ad un unico roadie di preparare tutto e nastrare qualsiasi cosa fosse nastrabile, ed ecco presentarsi on stage gli svedesi Soilwork.
Una canzone, l’opener "Sworn To A Great Divide" è stata sufficiente per fugare ogni dubbio: il calo di popolarità e di sound c’è stato, ma il palco i Soilwork lo mangiano.
Scenografia minimale, con soltanto un telo e delle scatole di legno tra le spie, per dimostrare che non servono effetti speciali per distruggere con un muro sonoro.
Ola Flink è il personaggio più incredibile mai visto dal vivo, un ballerino! Peter Wichers è tornato ridando carica alla band e Björn "Speed" Strid ha una presenza scenica mastodontica. E il ritorno di Wichers ha portato anche una ventata “old” nella setlist che non ha privilegiato gli ultimi lavori, ma è stata molto bilanciata.
Pezzi con "Bastard Chain", "Natural Born Chaos", "As We Speak" e "Follow The Hollow" sono autentiche bombe su disco ed ancor di più dal vivo! Sentire pezzi così, alternati a pezzi estratti da “Stabbing The Drama” e dall’ultimo “Sworn to a Great Divide”, fa venire un po’ di malinconia, però godiamoci quel che resta! Andiamo a vedere i Soilwork dal vivo, in barba a chi non c’era!
Report a cura di Dimitri Borellini
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