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Light a Pagan Fire Tour - 1/13/2009 - Sottotetto Club - Bologna

E’ una giornata fredda, molto fredda, di quelle che te le senti gelare nelle ossa, un manto candido e FREDDO, ricopre la pianura padana fin quasi a Bologna, meta del nostro viaggio.
Quando arriviamo in prossimità del Sottotetto al posto di un’orda di metallari veniamo accolti da gruppi di fagiani che vagano per prati e boschi, colpa nostra che arriviamo con troppo anticipo, ma, in questo modo, ne approfittiamo per intervistare il leader dei Gernotshagen Askan. (clicca qui per leggere l’intervista). Finalmente arriva l’ora dello show, si monta una scenografia essenziale ma molto significativa, la stessa che verrà utilizzata per tutte e tre le formazioni eccezion fatta per il telone posteriore recante i loghi delle bands.
Aprono i bavaresi Helfahrt, giovanissimo ensmble dedito ad un pagan metal la cui matrice principale è palesemente di stampo black metal. Non mancano conunque diversi innesti folk sia nelle linee melodiche che nell’utilizzo vero e proprio di strumenti tipici come il flauto dolce suonato in diverse occasioni dal singer Max Marquardt, come durante l’esecuzione, quasi perfetta di Wiedergaenger. Il tempo a disposizione del quartetto è davvero limitato, ma lo show è incisivo e resterà stampato nelle menti dei presenti per parecchio tempo.
Si passa poi a sonorità del tutto differenti con gli Odroerir, turingi fino al midollo, cantastorie eredi di un fiero passato, sanno di antico e cantano con orgoglio la storia dei popoli germanici utilizzando in prevalenza strumenti folk coadiuvati da una componente elettrica (chitarre) e percussioni (batteria) mai invasive.
E’ davvero uno spettacolo vedere sullo stesso palco un così vasto assortimento di strumenti: si va dalla chitarra acustica a quelle elettriche, dai flauti al violino. Magnifici poi sono gli intrecci di voci maschili (Fix e Stickel) con quelli femminili di Natalie.
In pochi minuti la band riesce a creare un’atmosfere che trasporta tutti indietro nel tempo in un’era lontanta dove il valore in battaglia era il metro di valutazione e l’amore per la propria terra era la base del credo religioso.
Nel corso di questa rievocazione storico / sonora oltre a vari estratti della discografia della band, viene anche proposto un nuovo brano, “Heimdall” che si appresta già a diventare una hit in sede live e, perché no, anche sul nuovo disco.
I sei turingi lasciano il palco tra i plausi della gente e lasciano così il posto ai compaesani, o forse sarebbe il caso di dire, ai vicini di casa, Gernotshagen.
E’ la terza volta che ho la fortuna di vedere questi austeri guerrieri da palco in azione e devo dire che è proprio qui, fuori casa, in quel di Bologna che la band ha dato vita alla migliore performance. E’ partito tutto bene sin dall’inizio, con un pubblico coinvolto dalle prime note, un Askan impeccabile nel districarsi da passaggi clean ai famosi e taglienti scream.
Il resto dalla band, dalle chitarre alle tastiere, non ha sbagliato un solo colpo, l’effetto è stato amplificato da un’ottimo impianto e dal buon lavoro di soundcheck compiuto dai fonici del Sottotetto. Non è facile far coniugare così bene tanti strumenti la cui importanza è fondamentale e non possono essere prevalicati da altri.
Ci si è quindi goduti un ottimo concerto dove sono stati ripescati estratti sia da “Wintermythen” e dallo spettacolare "Märe aus wäldernen Hallen". Come I colleghi Odrieri anche I Gernotshagen anticipano l’uscita del nuovo disco con un brano inedito, ottimo, tagliente e potente, in pieno stile Gernotshagen in veste estrema. Non ci resta che attendere l’uscita del nuovo album e magari il prossimo tour nel nostro paese, nel frattempo non facciamo spegnere la fiamma del fuoco pagano che queste tre band hanno acceso questa sera!

Foto:

.: Gernotshagen

.: Odroerir

.: Helfahrt



Report a cura di Paolo Manzi

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