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Domine + Vision Divine - 11/18/2004 - Rolling Stones - Milano

Grande serata questa ,per la rock tv night, che dopo aver largamente dato spazio, a gruppi punk, ska, grunge e crossover, finalmente, apre le porte ad una serata dal vero sapore. come si dice in gergo. True, con due gruppi che in questo momento. si possono dire tra i principali paladini del power epic metal Italiano, ovvero Domine e Vision Divine.
L’ atmosfera che si respira fuori dal Rolling stones di Milano è quella dei piccoli concerti a cui accorrono i fan più fedeli, e ogni giovane metallaro, crea inconsapevolmente, un atmosfera di fratellanza e simpatia e ogni persona, con cuoi si prova a dialogare, è ben disposta a mostrare il suo metallico bagaglio culturale. Quello che certamente va detto, è che occasioni come queste, in cui l’ ingresso è gratuito, mostrano quanto il metal soffra di poca fama, visto che la gente, avrebbe dovuto accorrere a fiumi, mentre a mio avviso, non aveva nemmeno l’ aspetto, di un piccolo torrente, l’ insieme delle genti, pronte a muoversi verso il metallo incontaminato.
Ad aprire la serata , per quel che ho potuto constatare con molta sorpresa dei presenti, sono i Domine, e sale il grido di incitamento, quando sul tabellone ,appare il logo del gruppo, tutti i presenti si fanno più vicini al palco in modo da poter creare un atmosfera, si famigliare, ma carica d’energia, ed ecco le note dell’ intro dell’ ultima fatica dei nostri Emperoror of the black runes, ovvero OVERTURE MORTALE, che nel suo altezzoso incedere accompagna l’ ascesa d’energia verso l’ esplosione di BATTLE GODS, i suoni in principio appaiono sporchi, soprattutto per quel che riguarda la batteria, ma non avendo perso molto tempo per il sound check, il risultato è buono, e in pochi istanti, con le dovute correzioni, il gruppo, sembra poter dare il massimo, assistito da una buona corposità sonora, ed ecco che sul palco arriva Morby, un’ icona ormai per la sua timbrica particolare ed inconfondibile, e dopo pochi versi gia la sua voce sembra calda al punto giusto da poter esplodere in un acuto che sembra voler scalare vette d’altezze vertiginose, l’ intesa del gruppo è tanta e i Paoli creano melodie e sfuriate ben accompagnati dalla velocissime e potente batteria di Stefano Bonini, forse un po’ penalizzata dai suoni risulta la tastiera di Riccardo Iacono che comunque dimostra disinvoltura e molta partecipazione durante l’ esecuzione dei brani. I saluti di Morby, alla fine del primo pezzo, sono brevi e coincisi, vista la brevità del lasso di tempo disponibile, quindi subito esplode Thunderstorm, tratta dall’ album Dragonlord ,che vede la partecipazione di tutti i presenti nel cantare i ritornelli , un vero punto di forza per la loro orecchiabilità nelle composizioni di sicura efficacia del gruppo, e per la capacità, di far esplodere, dentro molteplice e camaleontiche sensazioni, dal senso di gloria profonda, ad un cavalleresco onore, dalla potenza innata, all’ esplosione di sincerità, beh tutto quello che realmente può far provare il vero power metal agli amanti di questo genere.
Ad ogni canzone, Morby, dimostra la sua versatilità, la capacità di arrivare a tonalità incredibili, ma la sua prestazione, è anche teatrale e sentita, come in THE AQUILONIA SUITE, dove parti meno acute, lasciano spazio all’ espressività e alla melodia, un brano davvero lungo ma ottimamente eseguito ed interpretato da tutti i membri, cosi si arriva alle battute finali ed agli ultimi due brani ovvero Defender e Dragonlord due veri classici che hanno infiammato il pubblico, che si è lanciato anche in un pogo coinvolgente, e cosi Morby, come aveva iniziato, chiude la prestazione con acuti ripetuti, su tonalità davvero incredibili, e dal palco si allontanano i cinque, tra gli applausi, lasciando nella sala una parte di loro, una parte di una prestazione che come sempre per questo gruppo si dimostra priva di difetti e carica di pathos.
Sono i Vision Divine a prendere posto sul palco, e sinceramente, soggettivamente, ero curioso di poterli osservare, ora che dietro al microfono, si presentavano con un nuovo membro, essendo rimasto deluso l’ anno passato al gods of metal, per la loro scialba prestazione ,soprattutto a causa del vocalist Fabio Lione.
Da da subito ci si accorge che tutto è cambiato, gia le musiche di per se si fanno più progressive ed elaborate, visto che i pezzi sono per lo più tratti dall’ ultima fatica della band, STREAM OF UNCONSCIOUSNESS, disco non certo facile da assimilare, e forse impegnativo, ma di gran classe e ben accolto nell’ intero mondo metallico, e cosi sul palco Michele Luppi si presenta alla grande, dimostrando grande versatilità ed estensione vocale e interpretando magistralmente ogni singola traccia dal primo brano eseguito la title track dell’ ultimo lavoro, a THE SECRET OF LIFE A COLOURS OF MY WORLD.
Spontaneo nasce subito il paragone, con la band che non godeva di grande salute vista un anno fa, e bisogna ammettere che ora è davvero soddisfacente assistere ad uno show carico di intesa tra tutti i membri, davvero sorprendenti, i funambolici assoli di chitarra di Olaf Thorsen ,che si intrecciano a perfezione ,con gli assoli, altrettanto funambolici, del tastierista Oleg Sminorf. La serata prosegue con i brani LA VITA FUGGE, aperta dal sonetto narrato di Petrarca ,come base, e VERSION OF THE SAME , Luppi intrattiene bene il pubblico, e non lo fa stancare, continuando ad incitarlo e mostrandosi molto simpatico e disponibile, scendendo spesso a cercare contatto con le prime file per poter creare la giusta complicità e anche se in principio gli spettatori si sono mostrati freddi, forse perché dopo l’ esibizione dei Domine e l’ immediatezza dei loro brani e la loro furia trascinante lasciava un po’’ spiazzati per il nuovo ascolto, con il passare dei minuti il calore è cresciuto, alimentato dalle gesta dei musicisti e dalla grandissima prestazione di Luppi, un cantante davvero capace di interpretare parti più tendenti all’ hard rock e parti di vero power metal. Eseguendo altri due brani tratti dal vecchio repertorio tra cui Send me an angel , il singer ha dimostrato davvero tutte le sue capacità dimostrando che i Vision Divine mai rimpiangeranno l’ assenza di Fabio Lione e le sue, purtroppo, carenze live,e la band ha cosi concluso una piacevolissima serata, che ha lasciato soddisfatti fan e non della band, e anch’ io, mi sono ritenuto davvero soddisfatto di aver percorso tanti km per questa serata, e mi sono preparato al lungo viaggio di ritorno, davvero galvanizzato dal ricordo e dalle note che mi sono rimaste nella mente di tutta la splendida serata.

Report a cura di Davide Magatelli

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