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Ajattara + Sabaton + Soulcage - 2/14/2009 - Tavastia - Helsinki

E' appena iniziato lo show di Andrè Matos alla Kaapelitehdas, e qualche minuto dopo ha inizio al più centrale (e decisamente più piccolo) Tavastia l'esibizione di queste tre band. Per questo motivo mi è impossibile vedere i Soulcage, ma arrivo giusto in tempo per i Sabaton, e quello che vedo è un locale completamente pieno come nelle migliori occasioni.
La band svedese parte subito alla carica con “Ghost Division”, dal nuovo “The Art Of War”, e non solo il gruppo pare in forma smagliante, ma può vantare un gran pubblico dalla sua parte che fin da subito accompagna nei cori il cantante Joakim Brodén, il quale sottolineerà ripetutamente quanto è sorpreso dal “fucking amazing” pubblico di Helsinki. Questa sera infatti nonostante l'esibizione inizi a mezzanotte e mezza i fans sono davvero scatenati, e alla band non resta altro che suonare come meglio può, e c'è da dire che riesce ad allestire un gran bello show, decisamente meglio di quanto avevo avuto occasione di vedere in precedenza. Il cantante, coi suoi immancabili occhiali da sole, non sta fermo un momento, e tutta la formazione sembra divertirsi un sacco sul palco assieme al pubblico dei loro vicini finlandesi.
A seguire, brani come “Rise Of Evil”, “40:1”, “Cliffs Of Gallipoli” vanno a toccare momenti storici decisamente diversi tra loro, mentre lo show si mantiene su livelli e ritmi sorprendentemente sostenuti e il pubblico non risparmia incitazioni. La cavalcata storica prosegue con “Attero Dominatus” e “The Price Of A Mile”, prima di arrivare alla tanto acclamata “Talvisota”. Joakim è visibilmente divertito nel vedere tutto questo entusiasmo dei fans, e non perde occasione per esaltare il pubblico ancora di più, in questo esercitando bene il suo compito di frontman.
Spazio ad Osama Bin Laden con “In The Name Of God”, per poi passare alla schiacciante “Panzer Battalion” e tornare poi al secondo disco con “Light In The Black” (dedicata a chi presta servizio militare), e l'atmosfera è tutta a favore dei Sabaton, che sfruttano a dovere l'ottimo momento continuando con una bella prestazione e forti anche di suoni veramente buoni. Convincente anche la prova dei due chitarristi, che continuano ad alternarsi da una parte all'altra del palco tra le mosse “teatrali” del singer, che nel frattempo si è liberato degli occhiali da sole. Siamo alle battute conclusive, e arriva com'era da aspettarsi “Primo Victoria”, ma quando il pubblico pensa sia arrivata la conclusione ecco che nonostante la band abbia “sforato” ormai di quasi un quarto d'ora, arriva “Metal Machine”, a chiudere definitivamente un concerto dal successo tanto sorprendente quanto inaspettato, almeno per il sottoscritto.
Dopo questa ondata di power metal dedicato a battaglie storiche, è quindi il turno dei blackster Ajattara, band che non si vede molto spesso dal vivo. E la sorpresa della serata è che almeno per i primi brani la scelta del gruppo è su pezzi acustici, con tanto di strumenti classici e folkloristici come violoncelli e delle specie di bastoni africani. E il gruppo del leader degli Amorphis Pasi “Ruoja” Koskinen si ritrova in un atmosfera semibuia, oscura, con qualche riflettore di tanto in tanto che lascia apparire una luce velenosa sul fumo che sale dal palco, insomma una scenografia ideale per la band, che tra le due e le tre di notte chiude ufficialmente questa edizione 2009 della Metal Expo.
Dopo l'inizio acustico si riprende con le chitarre pesanti, e durante l'esibizione si alternano brani dell'ultimo “Kalmanto” come “Ilkitie”, “...Putoan” e “Turhuuden Takila”, a canzoni più datate del calibro di “Sortajan Kaipuu”, “Haureus”, “Tulppaani” e ancora “Naaras”, con la voce grezza di Ruoja che riecheggia all'interno del Tavastia accompagnata dalle chitarra di Kalmos e dalle cupe atmosfere ricreate dalla tastiera di Raajat. Il tempo passa anche troppo in fretta nonostante l'orario, e alle tre di notte si chiude il particolare show degli Ajattara, che per essere la prima volta che li vedo dal vivo, devo dire mi hanno positivamente impressionato. Un concerto che meritava lo sforzo di rimanere in piedi dopo nove ore di festival, e per tutti arriva il momento di tornarsene a casa, sicuramente con poco di cui lamentarsi da questo aftershow nel locale più famoso della capitale.

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Foto:
Ajattara
Sabaton

Setlist Sabaton:
01) Ghost Division
02) Art Of War
03) Into The Fire
04) Rise Of Evil
05) 40:1
06) Cliffs Of Gallipoli
07) Attero Dominatus
08) The Price Of A Mile
09) Talvisota
10) In The Name Of God
11) Panzer Battalion
12) Light In The Black
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13) Primo Victoria
14) Metal Machine / Metal Crue

Report a cura di Marco Manzi

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