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Priest Fest - 3/10/2009 - Milano - Palasharp

Diciamoci la verità, se non fosse stato per le due date degli AC/DC in programma la settimana successiva a questo concerto, il Priest Fest sarebbe stato senz'alto l'evento metal di questa prima metà del 2009.
Una band di tutto rispetto con un album uscito pochi mesi or sono e sopratutto con due supporter che già di per sé valgono il prezzo del biglietto. Non deve poi stupire di ritrovarsi davanti ad un Palasharp ben affollato con rappresentanze di tutte le generazioni.
Si inizia con i Testament che fanno il loro ingresso sulle note di "For the Glory of.." ed è subito delirio, grazie anche a brani del calibro di "Over the Wall" e "The new Order". Insomma si parte facendo sul serio sin da subito, dal grande "THe Gathering" si ripesca una acclamatissima"D.N.R.".
Grande come sempre la performance delle due asce Peterson/Skolnick, resta, almeno per il sottoscritto, il rammarico per la mancata esecuzione (ancora una volta) di "Electric Crown". Un tharsh metal senza compromessi come quello di Chuck e compagni non fatica a far presa anche su chi si trovava qui prevalentemente per gli headliner, una riposta di pubblico migliore di questa nel corso della serata l'avranno, giustamente solo gli headliners.
Passato il ciclone Testament tocca ai Megadeth o meglio a Dave Mustaine che parte subito dall'ultimo "United Abomination" ripescando "Sleepwalker".
Sicuramente più statici dei precedenti Testament Dave e soci colmano questa mancanza con una gran dose di tecnica, d'altronde si sa, date una chitarra in mano al frontman rosso crino e saprà come ricompensarvi...
I classico proposti sono parecchi da "Take No Prisoners" a "Holy Wars...The Punishment Due" passando per "Hangar 18", peccato che "Rust in Peace" non venga riproposto per intero. Si chiude la buona performance dei Megadeth tra i plausi dei fans e si allestisce il palco per i tanto attesi Judas Priest.
Grande è la curiosità per uno show di cui tanto si è parlato in questi mesi. Si parte con "Prophecy" caratterizzata da una gigantografia con tanto di occhi scintillanti di Nostradamus posizionata alle spalle del drummer Scott Travis. Ci vuole qualche secondo per capire dove si trovi Rob Halford, travestito anche lui da Nostradamus e posizionato su di una pedana alla sinistra del palco.
Il brano è lento ed Halford se la prende comoda prima di scendere le scale e riunirsi ai compagni alla base dello stage.
Una cosa emerge sin da subito, questa sera i Judas non scherzano, sono tutti ancora in piena forma, hanno dalla loro un'ottima scenografia, buoni suoni e un Rob Halford che non ha intenzione di perdere un colpo, tentennerà solamente sugli acuti di "Painkiller" ma dall'altra regalerà un'esibizione da 110 e lode con "Breaking The Law" regalando più di un brivido sulle schiene di molti.
Sulle note di "Hell Bent For Leather" il singer farà la sua comparsa cavalcando l'immancabile Harley Davidson tra le ovazioni dei presenti.
Niente da dire sulle prove degli altri componenti della band dalle chitarre di Tipton e Downing passando per il basso di Ian Hill ed il drummer Scott Travis.
Tanto di cappello ancora una volta ai "vecchietti", in questo caso a tutte e tre le bands, che hanno dimostrato, per l'ennesima volta, la loro superiorità rispetto a molti novellini che vendono tanto fumo e poi on stage non reggono il confronto... Chissà che fine farà l'heavy metal il giorno che formazioni come queste appenderanno gli strumenti al chiodo.

Clicca sull'immagine per aprire la rispettiva fotogallery:

.: Judas Priest


.: Megadeth


.: Testament




Report a cura di Paolo Manzi

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