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Lynyrd Skynyrd + Shinedown - 6/3/2009 - Palasharp - Milano

Quando si parla di Southern Rock, il primo gruppo che viene in mente è di solito la band di Jacksonville, che questa sera dopo 12 anni torna in Italia per l'unica data nostrana del “God & Guns” tour, che anticipa l'uscita del nuovo disco. Della formazione originale, dopo le recenti morti di bassista e tastierista, rimane il solo Gary Rossington, ma pur nel susseguirsi di nomi ai vari strumenti quello che conta per la gente è ciò che i Lynyrd rappresentano, con pezzi che hanno fatto la storia entrando nella leggenda.
E così già dalle sei e mezza, orario previsto per l'apertura dei cancelli del Palasharp, è impossibile muoversi tra le migliaia di presenti, di tutte le età. Peccato che poi le porte apriranno la bellezza di 2 ore più tardi (cosa che non rende molto felice i fan in attesa), e per questo quando riesco finalmente ad entrare, è appena finita l'esibizione del gruppo di supporto, gli Shinedown, compaesani della band guidata da Van Zant.
Il palazzetto è quasi pieno, e l'atmosfera è già calda non solo per il clima estivo. Alle nove e mezza, mezz'ora dopo quanto era stato annunciato, i Lynyrd Skynyrd si presentano infatti davanti a grida e applausi che arrivano da ogni direzione. Non si può dire che con tutto il tempo a disposizione per il sound check, i suoni siano proprio perfetti, un po' bassi soprattutto all'inizio, ma è un problema che non infastidisce certo il pubblico già impegnato a sfoderare bandiere sudiste e telefonini per filmare il concerto.
Dato che prevedibilmente il tempo a disposizione non sarà moltissimo, ecco che la scaletta della serata si concentra sui classicissimi dei primi album, dall'iniziale “Workin' For MCA”, seguita da “I Ain't The One” e uno dei primi brani che davvero cattura i fans accorsi al Palasharp: “Saturday Night Special”. In questa serata che se non raggiunge il sold-out poco ci manca, la formazione della Florida si comporta piuttosto bene, offrendo una bella prova soprattutto da parte della sua anima Rossington alla chitarra, supportato dagli altri due chitarristi, e dal frontman Johnny Van Zant, fratello minore di un'altro dei membri originali. Peter Keys non è Billy Powel, ma fa comunque il suo dovere alle tastiere, così come Robert Kearns si presta al basso al posto di Ean Evans, deceduto meno di un mese fa.
Si va un po' più avanti nel tempo, rimanendo sempre nei “70ies”, con “Gimme Back My Bullets” dell'omonimo album, seguita da “What's Your Name” e “That Smell”. Queste sono il preludio ad un altra highlight che segna la prima metà del concerto, “Simple Man”, dedicata a Billy Powel e cantata da mezzo palazzetto in coro, tra gli incoraggiamenti di Van Zant. E da qui in poi l'atmosfera si fa davvero accesa.
Com'è ormai abitudine tra le band che vantano una lunga discografia ricca di classici, arriva un lungo medley composto da quattro brani, a cui segue una “Tuesday's Gone” carica di emozioni. E' inutile dire che il pubblico ormai è in pugno ai southern rockers che hanno comunque vita facile data l'attesa dei tanti “hardcore fans dei Lynyrd” (come definiti dal robusto singer). Il tempo scorre via più veloce del previsto, e dopo un'ora e un quarto ecco già le prime note di “Sweet Home Alabama”, e vi lascio immaginare l'entusiasmo del pubblico, di tutte le età che si esalta per il gran finale. Si spengono temporaneamente i riflettori, in attesa dello scontato brano conclusivo, il quale non poteva essere che “Free Bird”, altra canzone incastonata nella storia, col suo ampio spazio ai fanatici della chitarra, ad essere precisi forse un po' delusi dal leggero calo finale di Rossington.
Si chiude quindi dopo un'ora e mezza un'altra leggendaria esibizione dei portabandiera sudisti. Bastano il nome e i pezzi che hanno reso famoso il gruppo a rendere questo show un successo, ma con l'impressione che potrebbe essere l'ultima calata italica della formazione statunitense, a giudicare dal pubblico, è una data da ricordare sia per i fans più giovani che per i più accaniti che erano giovani agli esordi della band.
Alla fine i Lynyrd se ne escono ancora una volta a testa alta, con una buona prestazione, con allegria, una certa interazione col pubblico, e soprattutto l'energia giusta che fa vedere la passione con cui ancora i sette (più due) si esibiscono on stage. Anche se la formazione continua a cambiare e lentamente i membri che hanno fatto la storia del gruppo se ne vanno ad uno ad uno... quello che rimarrà sempre sono le loro canzoni, e le sensazioni trasmesse nei loro show!


Setlist Lynyrd Skynyrd:
01) Workin' For MCA
02) I Ain't The One
03) Saturday Night Special
04) Gimme Back My Bullets
05) What's Your Name
06) That Smell
07) Simple Man
08) Medley (Whiskey Rock-A Roller, Down South Jukin', The Needle And The Spoon, Double Trouble)
09) Tuesday's Gone
10) Gimme Three Steps
11) Call Me The Breeze
12) Sweet Home Alabama
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13) Free Bird

Line-up:
Johnny Van Zant - lead vocals
Gary Rossington - lead & rhythm guitars
Rickey Medlocke - lead & rhythm guitars, backing vocals
Mark Matejka - lead & rhythm guitars, backing vocals
Robert Kearns - bass, backing vocals
Michael Cartellone - drums
Peter Keys - keyboards
Dale Krantz-Rossington - backing vocals
Carol Chase - backing vocals

Report a cura di Marco Manzi

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