Quando alcuni mesi fa seppi di questo concerto dei Rage decisi al volo che ci sarei andato dato che è uno dei miei gruppi preferiti e non sono mai riuscito a vederli live in un concerto tutto loro.
L'occasione per vederli è il tour di supporto al loro cd/dvd "From the Cradle to the Stage".
Giungiamo al locale quando ormai lo show dei bolognesi Rain è già finito e quello dei Dead Soul Tribe è agli sgoccioli. Su di loro posso solo dire che il suono era buono e i presenti sembravano gradire anche se buona parte della gente (me compreso) è più interessata a salutare gli amici o vedere i cd in vendita per cui accolgo con piacere la fine del loro show.
Dopo un breve cambio di palco e un soundcheck veramente rapido ecco partire un intro molto cinematografica e fare il suo ingresso nel mastodontico drumkit il batterista americano Mike Terrana, che con voce molto epica ci narra un pò la storia dei Rage ("..milioni e milioni di km on the road, più di mille concerti..") e presenta il gruppo prima di dare via alla storica Don't Fear the Winter, stranemente posta in apertura. Quando entrano sul palco anche Peavy e Smolski i presenti (veramente tanti) esplodono in un boato. Il suono è ottimo, nitido e potente, con quella macchina da guerra che è Terrana che pesta come un dannato. Peavy lascia gran spazio al pubblico che canta a squarciagola lo storico pezzo seguito a ruota dalla più recente "Great Old Ones" e da "Paint the Devil on the Wall" in cui Smolski mostra le sue grandi capacità e il suo feeling con la sua 6 corde. Dopo una breve pausa per salutare e ringraziare i presenti ecco ripescata dal primo album a nome Avenger la vecchissima "Prayers of Steel", che forse non è un granche come canzone ma dal vivo merita. Dopo una tiratissima "Black in Mind" e l'ormai famosa "Down" (col pubblico che cantando sovrasta Peavy) il gruppo esegue la strumentale "Unity" seguita da uno dei più pazzi assoli di batteria che la mente umana possa concepire! Terrana è sempre stato un animale dal palco, col suo drumming potente e pestato ma assistere a un suo assolo è qualcosa di incredibile. Dopo aver mostrato che può suonare come vuole e ciò che vuole si diletta anche come cantante presentandoci nientepopodimeno che un pezzo di Frank Sinatra, cantandolo pure bene! Dopo un altro pezzo di solo (sarà durato almeno 12 minuti senza comunque annoiare) Terrana si camuffa da supereroe e viene a comunicarci che grazie ai suoi superpoteri stasera ci ha salvato ma ora deve volare via e inizia a saltellare su e giù dal palco facendo finta di volare.
(Se non è pazzo lui ndr) . Il concerto riprende con "Set this World on Fire" dedicata da Peavy a George W. Bush e dalla tiratissima "Sent by the Devil". Ora è il turno del chitarrista Victor Smolski mostraci le sue capacità. Il suo solo è molto più corto ma più concentrato. Dopo una partenza molto melodica ci mostra tutta la sua velocità e il suo tocco classicheggiante prima di lanciarsi in vari pezzi in tapping. La ripresa è affidata a "SoundChaser" e a "Straight to Hell". Chiudono a prima parte "From the Cradle to the Grave" (con uno strano errore di Peavy) e "Firestorm". Poco dopo comunque la band torna sul palco per proporci la devastante accoppiata "Orgy of Destruction/War of Worlds" che apriva l'ultimo album e la storica "Higher than the Sky" il cui ritornello è ripetuto all'infinito prima, dopo e durante l'esecuzione del pezzo.
La band lascia il palco soddisfatta, ringraziando calorosamente il pubblico.
Pubblico che se ne và felice sicuro di aver assistito ad un concerto incredibile. Peccato che tanta gente continui a sottovalutare le potenzialità dei Rage.
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Report a cura di Simone Bonetti
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