Eccoci di nuovo al club Nosturi di Helsinki per quella che è la prima volta in Finlandia degli statunitensi Chimaira, accompagnati in questo tour da Unheart, Throwdown e Daath. Al mio arrivo già è moltissima la gente in coda all'ingresso, tanto che sotto la pioggia e il vento riesco ad entrare nel locale quando i Daath sono quasi a metà del loro show.
La formazione di Eyal Levi, che già aveva catturato la mia attenzione con “The Hinderers” un paio di anni fa, ritorna con un nuovo disco e coglie al volo l'occasione di imbarcarsi in questo tour europeo. Il complesso Death Metal con influenze soprattutto Prog della band americana è potente e aggressivo al punto giusto, tanto che il singer Sean Zatorsky sembra perfettamente integrato anche dal vivo, dopo la buona prestazione di “The Concealers”. Peccato che a tratti la voce risulti un po' più bassa rispetto al resto, ma a dei suoni non ottimali compensa la carica dei cinque di Atlanta, che in poco più di mezz'ora offrono comunque uno spettacolo convincente, a giudicare anche dal mosh-pit che si crea dietro le prime file.
Un breve cambio di scena (e una birra per il sottoscritto), ed ecco arrivare i californiani Throwdown, gruppo che spazia recentemente su sonorità Thrash/Metalcore, che tanto vanno di moda negli USA nell'ultimo decennio. Ma a giudicare dall'ultimo lavoro (senza contare la prossima uscita del nuovo “Deathless”) si può tranquillamente fare un paragone con band come Sepultura (di cui ci viene offerta la cover di “Propaganda”), ma soprattutto Pantera. Anche nel look e nell'atteggiamento la somiglianza tra il singer Dave Peters e Phil Anselmo è innegabile.
L'esibizione del gruppo americano comunque piace e diverte, col bassista che non sta fermo un attimo ed il cantante che salta dappertutto, finendo più volte quasi a buttarsi sul pubblico. Dei suoni migliori, a parte qualche piccolo inconveniente iniziale coi volumi della chitarra, contribuiscono alla riuscita dello show dei quattro, che pescano soprattutto dalla discografia recente, ma senza dimenticare ovviamente i classici (vedi “Forever” da “Haymaker”).
Si chiude abbastanza presto anche il concerto dei Throwdown, autori comunque di una buona prestazione, e l'attesa aumenta mentre il Nosturi è sempre più pieno per gli Unearth. Siamo su sonorità simili ma più metal-oriented, per la formazione guidata dal singer Trevor Phipps, che comincia con lo spruzzare acqua dappertutto sulle note di “My Will Be Done”. La band ha un seguito decisamente maggiore delle precedenti, come si vede dall'entusiasmo del pubblico, e come per gli altri gruppi, anche qui è molta l'interazione anche diretta col pubblico, che va spesso a “toccare con mano” i propri idoli.
Spaziando da brani come “Grave Of Opportunity” e “Zombie Autopilot” i cinque scaricano raffiche di energia sui fans, i quali non perdono tempo a contraccambiare. Particolarmente attivo il chitarrista Ken Susi (che per qualche strano motivo sul braccio destro ha un disegno “osceno” fatto con l'indelebile), ma anche il singer Trevor si dimostra in buona forma, e porta avanti bene il suo ruolo di frontman. Tra gli altri brani citiamo la celebre “Giles” e “Bloodlust Of The Human Condition”, mentre il gran finale è affidato poi a “Endless”, tra gli applausi del pubblico finlandese.
E' quindi arrivato il turno degli headliner, orfani da stasera e per il resto del tour di Matt DeVries, che se n'è volato comprensibilmente a casa dalla fidanzata per assistere alla nascita del figlio (Per questo motivo le tre date successive sono state annullate). Al suo posto troviamo quindi Emil Werstler degli opener Daath, ben felice di trovarsi in questo ruolo, e che alla fine non si comporterà affatto male con la sua sei corde.
Alle 22.45 circa allora ecco quindi i Chimaira entrare in scena, a partire dal primo brano dell'ultimo “The Infection”. Per non avere mai suonato in Finlandia si può dire che il gruppo di Cleveland ha un seguito ben nutrito, che subito è catturato dai riff di Rob Arnold, mentre Mark Hunter non la smette di ripetere quanto è fantastico ricevere un'accoglienza così. Il clima si fa ora davvero caldo, e già da “Power Trip” si scatenano i tanti fans accorsi per la “Chimera” americana.
Devastante l'impatto di canzoni come “Empire” e “Severed”, mentre anche il tastierista Chris Spicuzza corre in avanti per cantare un pezzo. Dalla precisione di Herrick dietro le pelli alla cadenza del nerboruto Jim LaMarca (che ostenta le sue origini italiane con un tatuaggio sul braccio), la band si trova (quasi) alla perfezione, quasi per l'appunto a causa della defezione descritta, che però non intacca nel complesso una gran bella prova degli americani. “Everything You Love” rallenta leggermente il ritmo, ma poi si riprende subito e tra brani vecchi e nuovi il gruppo prosegue con intensità fino alla conclusione che dopo un'ottima “The Flame” porta alla celebre “Pure Hatred”, dalla potenza distruttiva. E mentre volano oggetti di ogni tipo dal palco verso il pubblico (bottigliette, cappellini, plettri, bacchette), sembra quasi che l'esibizione dei Chimaira sia durata fin troppo poco.
Pur non essendo esattamente tra i miei gruppi preferiti devo dire che Mark Hunter e compagni hanno davvero offerto una bella prova questa sera, ripagando senza dubbio il pubblico - in gran parte poco più che maggiorenne - della lunga attesa per vedere in terra scandinava la band dell'Ohio.
Non resta quindi che avviarsi in coda verso l'uscita, in attesa del prossimo concerto.
Setlist Chimaira:
01) The Venom Inside
02) Resurrection
03) Power Trip
04) Empire
05) The Disappearing Sun
06) Severed
07) Everything You Love
08) Secrets Of The Dead
09) Destroy And Dominate
10) Nothing Remains
11) The Flame
12) Pure Hatred
Foto:
Chimaira
Unearth
Throwdown
Dååth
Report a cura di Marco Manzi
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