Anche quest’anno è giunto l’appuntamento annuale in quel di Dinkelsbuhl, per il consueto Summer Breeze, anche quest’anno andato sold out varie settimane prima dell’inizio.
Questa volta abbiamo deciso di partire di notte, per arrivare alla cittadina tedesca la mattina del giorno prima dell’inizio del festival, così da godere del cibo e delle attrattive locali, entrambe da non sottovalutare.
Il mattino dopo ci prepariamo e di buon ora partiamo l’area festival e, dopo aver ritirato i pass vari, montiamo le tende nella zona a noi assegnata e ci prepariamo per l’inizio dei concerti.
Mercoledì 12/08/2009
I concerti il primo giorno son di consueto nella Party Tend, dove giungiamo in tempo per l’ultima band in concorso tra le emergenti per salire a suonare il giorno dopo sul Pain Stage.
Subito la giovane età degli austriaci Second Relation stupisce, ma non appena le prime note escono dalle casse, lo stupore aumenta, vista la grande tecnica e il grande gusto delle loro composizioni. Un progressive metal raffinato e melodico, con qualche ispirazione dagli ultimi Opeth, assieme a una precisione esecutiva impressionante e composizioni davvero valide, fan si che i presenti rimangano piacevolmente impressionati e il sottoscritto abbia trovato un nuovo validissimo gruppo da tenere d’occhio. Non mi stupisce affatto che i 5 abbiano vinto e meritatamente, suonando anche il giorno dopo. Bravissimi.
Dopo il cambio palco ecco il turno dei francesi One Way Mirror tenere calda l’atmosfera, con il loro metal dal suono moderno e influenzato da nomi del calibro di Mnemic e Soilwork, di cui appunto ritroviamo qui Guillaume Bideau (Mnemic) e Dirk Verbeuren (Soilwork). La grande carica del combo e i suoni piuttosto buoni fanno muovere i presenti, di cui alcuni mostrano anche conoscere le canzoni proposte, mentre vari altri comunque si danno al consueto headbanging.
Freschi di una release per la Metal Blade dopo una decina di anni di attività, tocca ai Razor Of Occam sparare violenza sonora sul pubblico, con un death metal di vecchia scuola con tinte black e thrash. La band suona al meglio delle possibilità, anche se non creando molto movimento on stage, ma comunque apprezzati dal pubblico avvezzo a sonorità violente.
La violenza sonora prosegue dopo il consueto cambio palco con i brutal deathster svedesi Vomitory, che senza fronzoli di nessun genere attaccano i più di 500 presenti sotto al tendone già dall’opener “The Carnage Rages On”, per andare avanti nei 45 minuti a disposizione con vari estratti dalla discografia, con le devastanti “Serpents”, “Chaos Fury” o “Redemption”. Richiesto a gran voce anche il consueto circle pit e chiusura in stile con “Under Cluods Of Blood” per un concerto che ci ha mostrato una band compatta e in buona forma.
In anticipo sull’effettivo posto in scaletta, al posto dei Cataract, troviamo invece gli olandesi God Dethroned, che aprono lo show con la furia di “Under a Darkening Sky” tra gli applausi dei più. Riffing e drumming a rotta di collo con un profondo growl danno del pane per i denti del pubblico, che si scatena in vari moshpit e circlepit durante tutto il concerto. Un massiccio death metal suonato con passione e precisione, che ci accompagnano fino alla finale “Villa Vampiria” per far tirare infine il fiato.
Un poco di riposo e si riprende con i Powerwolf che, forti di una più che buona release quest’anno, son qui per dare al pubblico del Summer Breeze prova di uno spettacolo coinvolgente. La band appare subito in grande forma e i piccoli problemi alla voce nell’opener “We Take It From The Leaving” vengono subito dimenticati, grazie all’impatto scenico e carismatico del gruppo, con un Attila Dorn a guidare le danze mentre, a parte il batterista, tutti gli altri non son mai rimasti fermi sul palco, compreso il tastierista che non mancava di incitare il pubblico facendo avanti e indietro dalla sua postazione appena possibile, il tutto supportato da una scenografia molto accattivante, a riprodurre delle vetrate con il rosso come colore dominante. Nei 45 minuti a disposizione il combo ha proposto brani da tutti e 3 i dischi prodotti, per chiudere in bellezza con “Kiss of The King Cobra” dove le prime file han partecipato alla canzone assieme al singer Attila.
La stanchezza fa si che la giornata per me finisca qui, quindi ritorno alle tende perdendomi i Cataract e, dopo una birretta, a dormire in vista del giorno seguente.
FOTO:
.: SECOND RELATION
.: ONE WAY MIRROR
.: RAZOR OF OCCAM
.: POWERWOLF
Report a cura di Marco "Mac" Brambilla
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.