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Summer Breeze Open Air 2009 - Giorno 2 - 8/13/2009 - *** - Dinkelsbuhl (D)

Giovedì 13/08/2009

La giornata di giovedì si apre alle 13 con i Second Relation, già visti in precedenza il giorno prima, ma oggi sul Pain Stage, vista la vittoria più che meritata tra le “newcomer bands”.
Subito dopo arriva sul Main Stage il turno dei finlandesi Katra, che con la loro proposta musicale molto influenzata da band del calibro di Within Temptation e Nghtwish cercano di far presa sul pubblico, anche aiutati dalla bella e rossa cantante. I suoni non ottimali e una proposta non esattamente originale han fatto si che il gruppo faticasse a far presa sui presenti che comunque dopo un paio di canzoni han cominciato a mostrare un feedback positivo. Da citare anche la cover ben riuscita del brano “Hijo de la Luna”, ben accolta dal pubblico. Da rivedere in condizioni migliori.
Ormai sto vedendo di volta in volta crescere i Deadlock e questa volta non fa eccezione. Apertura di grande effetto con le belle “Martyr To Science” e “Code Of Honor”, con quel mix azzeccato di melodia ed aggressività, tutto ben amalgamato alle 2 voci di Sabine e John, dove da se una parte troviamo le parti pulite e cristalline, dall’altra quelle più cattive e violente, ad ottenere un dualismo piuttosto convincente, il tutto senza dimenticare le buone prove del resto dei musicisti, in gran forma e con una tenuta di palco notevole, il che aumenta la resa dal vivo. Il buon movimento del pubblico, tra mosh ed headbanging mi dice palesemente che il concerto piace e io non posso che trovarmi d’accordo.
Direttamente dalla Polonia ecco uno dei gruppi che ha fatto la storia del death metal, i Vader, che ci portano in un viaggio fatto di visioni apocalittiche di distruzione, con il buon Pyotr a guidare il pubblico non ancora troppo numeroso a quest’ora, in mosh pit e sventolii di bandiere polacche. Bravi, loro che han saputo trovare un inconfondibile marchio per il loro sound, e immeritevole posizione in scaletta per la loro storia. Via di corsa per il concerto degli Equlibrium sul Pain Stage per chi ha voglia di un po’ di viking-pagan metal divertente. La scaletta che prende brani sia da “Sagas” che da Turis Fatyr” è piuttosto buona, così come l’energia e la carica dei nostri, che ce la mettono davvero tutta per non sfigurare, anche se penalizzati da suoni non all’altezza e forse da composizioni un po’ ripetitive in alcune parti. Piccolo tributo anche allo scomparso Michael Jackson con qualche nota di Billie Jean e il biondo singer armato di cappello e balletto improvvisato. Non importa, il mosh pit, il wall of death e il crowdsurfing danno comunque ragione ai molti presenti piuttosto gasati e carichi per tutta la durata dello show.
Un po’ di riposo con birra e del cibo nella V.I.P. Area prima di proseguire mentre all’ esterno i “colorati” J.B.O. danno vita al proprio spettacolo, che sentiamo appunto seduti con qualche occhio allo schermo ogni tanto. Nella Party Tend i canadesi Beneath the Massacre non fanno prigionieri, precisione tecnica, grande velocità esecutiva e parti intricate lasciano parecchi a bocca aperta, mentre il growl potente di Elliot ci accompagna tra nuove e vecchie composizioni del combo. Forse la proposta dei 4 non fa per me, però diamine, che energia.
Debutto al Summer Breeze per i Walls Of Jericho e si palpava una forte aspettativa a riguardo. Beh, chi c’era non è stato assolutamente deluso, vista la solita enorme carica, accolta con impressionate entusiasmo dal pubblico, arrivato a creare fino a 3 cirle pit contemporaneamente, fino all’immancabile wall of death per continuare in movimentati moshing. Tutto il concerto è stato praticamente un best-of degli ultimi 3 dischi del combo statunitense, con la classica ed immancabile chiusura e hit “Revival Never Goes Out Of Style”. Grandiosi, davvero, una garanzia di grande spettacolo.
Intanto sotto il tendone iniziano i giovani Hackneyed, già visti l’anno scorso e ritrovati quest’anno notevolmente cresciuti sia musicalmente che come tenuta di palco. L’impressione è buona, anche se pecca ancora di originalità e, le poche canzoni che seguo prima di girare un po’ per l’area festival son ben suonate.
Ci mettiamo comodi per l’inizio dei Kreator, che come al solito son protagonisti di uno show spaccaossa, con un Mille Petrozza che incita alla violenza per tutto il concerto mentre spara, assieme ai compagni mai domi, bordate di thrash metal d’alta scuola su un pubblico adorante. C’è da supportare un album buono e potente come “Hordes of Chaos”, infatti vari son gli estratti dal platter, senza dimenticare assolutamente altri pezzi dalla discografia precedente come “Enemy of God”, “Pleasure to Kill”, “Violent Revolution” e l’accoppiata/medley finale “Flag Of Hate/Tormentor”. Anche l’impatto visivo è stato di quelli notevoli, con gli immancabili video proiettati sul fondale e le luci studiate ad hoc, per rendere ancora più imponente l’atmosfera creata dalla musica. Non c’è storia, abbiamo davanti una macchina da guerra, grande classe e grande impatto. Lunga vita ai Kreator.
Mentre gli hard rocker svedesi Backyard Babies cominciano il loro spettacolo sul Pain Stage con calma mi appresto, munito di una birra, al tendone dove da li a poco avrebbero iniziato gli inglesi Anaal Nathrakh il loro primo concerto in terra tedesca. Mi avevano parlato bene della band, autrice di un metal estremo a metà tra il black metal ed il grind ma, non mi vogliano male e loro fautori, saranno anche veloci, tecnici etc, a me personalmente non han detto niente, anzi, mi son parsi parecchio noiosi e monotoni, con una violenza fine a se stessa. Come si può dire, questo gruppo non è esattamente facile da ascoltare.
Ma veniamo al momento clou della giornata di concerti, perché stasera i Corvus Corax hanno portato sul palco del Summer Breeze il loro Cantus Buranus, accompagnati da un’orchestra, da coreografie strepitose, costumi ed effetti speciali come esplosioni e fiammate. Ci troviamo davanti praticamente ad un mix tra un concerto ed un’opera teatrale, dove di metal non c’è traccia. Parti cantate, parti liriche e anche recitate, accompagnate da musiche tra il medioevale e il rinascimentale e anche canti gregoriani, senza dimenticare quel fondo di folk che ben contraddistingue la band, fan si che questa rappresentazione a modo della Carmina Burana difficilmente verrà dimenticata di chi ha assistito allo spettacolo. Una rappresentazione come questa sarebbe da portare a teatro, da gustare seduti e in silenzio. Impressionanti, davvero, peccato che uno spettacolo simile sia impossibile da riproporre da noi in Italia (vedesi giochi pirotecnici e fiammate), applausi e ancora applausi, assolutamente da rivedere.
Mezzanotte è passata da pochi minuti e nella Party Tend è giunto quindi il turno degli Hate Eternal calcare le assi del palco. Il trio guidato da Erik Rutan alla chitarra e voce, attacca subito con brani velocissimi, con una batteria triggerata che praticamente dall’inizio alla fine del concerto è stata tutta un trrr di doppio pedale. Si nota subito che una seconda chitarra darebbe più pienezza al suono, rendendo forse più efficace la proposta in sede live, che a mio parere risulta, seppur tecnica quanto si vuole, troppo monotona e solo per appassionati del genere.
Si resta ancora qui per un gruppo che fa parte della storia del metal estremo, una delle prime band a suonare brutal death metal fuso con hardcore e infatti il pubblico a presenziare è molto per questo concerto dei Suffocation. I vari brani del combo son stati accolti da boati e continui circlepits, con un indemoniato Frank Mullen ad incitare dietro al microfono al casino e alla festa, mentre il bassista in perenne headbanging fa la sua porca figura viste le posizioni tenute mentre suona. Notevole la potenza e la precisione dietro alle pelli del batterista Mike Smith, un vero rullo compressore. Beh, una prestazione molto buona accompagnata da suoni più che accettabili han fatto si che questa prestazione della band sia stata veramente da applausi, sia per energia che per intensità, il pubblico davanti al palco ne sa qualcosa.
Ok, anche per oggi ne abbiamo abbastanza e torniamo a dormire al nostro accampamento in vista di un’altra giornata di Summer Breeze.
FOTO:

.: KATRA


.: DEADLOCK


.: VADER


.: UNHEILIG


.:EQUILIBRIUM


.: BENEATH THE MASSACRE


.: HACKNEYED


.: THE RED CHORD


.: ANAAL NATHRAKH


.: HATE ETERNAL


.:SUFFOCATION




Report a cura di Marco "Mac" Brambilla

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