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Virgin Steele + Clairvoyants - 2/26/2010 - Live Club - Trezzo (MI)

Prima dell'insolito concerto dei Virgin Steele, in versione acustica e a ranghi ridotti, a riscaldare il Live di Trezzo, nel vero senso della parola, ci pensano i Clairvoyants, questa sera nella doppia versione di tributo ai Maiden e di band vera e propria.
Naturalmente propendo sfrenatamente per la seconda versione del gruppo comasco, che a mio avviso, con “Words To The Wise”, ha davvero piazzato un gran bell'esordio discografico e, quindi non vedo più la necessità, a maggior ragione se suoni di spalla ai Virgin Steele, di proporre ancora così tante covers della Vergine Di Ferro, ma tant'è...
Quindi a fianco delle consuete “Hallowed Be Thy Name”, “The Number Of The Beast”, oppure “The Trooper”, eseguite ormai ad occhi chiusi dal quintetto lombardo, ho preferito ascoltare brani originali quali, ad esempio, “Journey Through The Stars”, che non fa che confermarmi le potenzialità di Gab Bernasconi e compagni.
I Clairvoyants infatti, tengono bene lo stage, e dimostrano ancora una volta le loro doti di performers, basti vedere la pulizia delle sei corde di Luca e Marco, quindi ci vediamo al prossimo e totalmente originale (spero!) show!
Il pubblico del Live, aspetta trepidante Mr. Defeis e Mr. Pursino, che metteranno in mostra tutte le loro doti di barbari ma melodici menestrelli. Quantomeno inusuale un concerto interamente acustico, soprattutto da un act True, come possono essere i veterani Virgin Steele, da Long Island, che ad ogni modo, abituato l'orecchio, si lasciano apprezzare senza problemi.
Sentire capolavori senza tempo dell'Heavy Metal, quali “Noble Savage” o “Don't Say Goodbye (Tonight)”, in questa nuova versione, inizialmente destabilizza non poco, poi, chiunque tra i presenti al Live, si lascia rapire dalla magnifica ugola di David “The Young Zeus” Defeis, in forma smagliante come al solito.
In ordine sparso, abbiamo occasione di ascoltare altre gemme quali “Through Blood And Fire”, “The Sword Of The Gods” e “Defiance”, tutte da “Invictus”, le quali non perdono un'oncia della magniloquenza delle versioni originali, data l'intesa sulle assi del palco, tra David ed Edward, dal tocco tanto elegante quanto personale.
Verso la fine dello show, anche Joshua Block compare on stage, nella veste di secondo chitarrista, per concludere a dovere la romantica ora e mezza regalataci dei Virgin Steele. Non mi dilungherò oltre, dicendo che, per una volta (ma non di più!), il trascurare batteristi e strumenti elettrici, ha giovato sia all'anima che alle orecchie, in barba a chi pensa che l'Heavy Metal sia una musica per caciaroni!

Report a cura di Alessio Aondio

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