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Ensiferum + Tarujen Saari - 3/12/2010 - Nosturi - Helsinki

Serata particolare questa al club Nosturi di Helsinki, in cui a distanza di sei mesi si fanno rivedere gli Ensiferum. Rispetto a quella data, sold out con largo anticipo e in occasione dell'uscita di “From Afar”, è meno il pubblico, ma non l'entusiasmo mostrato dai fans, che già piuttosto “su di giri” accennano stonatamente al ritornello di “Iron” prima ancora di entrare nel locale.
Diverso è anche il gruppo di supporto, mentre allora c'erano Metsatoll e Tracedawn, che accompagnarono nel tour europeo la compagine di Petri Lindroos, troviamo questa volta un gruppo ben più particolare, i Tarujen Saari.
Puntuale la formazione della robusta Kaisa Saari si fa trovare pronta sul palco, sorprendentemente tra non pochi applausi da parte dei presenti (tra cui ritroviamo ovviamente i nostri “amici” ubriachi di prima). In piena tradizione folk/rock, con testi ispirati a tradizioni celtiche e vichinghe, questo sestetto sembra arrivare da almeno una trentina d'anni prima, non fosse che la band ha meno della metà di anni di attività alle spalle.
La band prende canzoni popolari delle tradizioni nordiche e produzioni originali, cantando tutto rigorosamente in finlandese, usando violino, flauti e vari altri strumenti di antiche origini. Il pubblico sembra divertirsi parecchio davanti alla prestazione del gruppo di Hartola. E si lascia guidare dalle melodie popolari di brani come “Nostakaamme Malja”, “Susien Yö” e addirittura facendosi coinvolgere ancora più con la conclusiva “Pirunpolska” ed il suo “gna gna gna” che fa scappare anche qualche risata.
Band davvero particolare che offre un buon intrattenimento prima del piatto forte, tant'è che i brani dei Tarujen vengono trasmessi ancora fino a quando gli Ensiferum si presentano sul palco. Preceduti da cori che incitano continuamente “Enska, Enska” (così sono evidentemente abbreviati in Finlandia), ecco che s'intona l'intro dell'ultimo album, mentre il sipario si apre e la band parte con la naturale prosecuzione in “From Afar”.
Già iniziano gli effetti pirotecnici, anche se all'inizio il suono è davvero pessimo. Si aggiusta con il proseguire della canzone, anche se ci saranno ancora un paio di piccole imperfezioni lungo lo show. Uno show ricco di sorprese, a cominciare da quei due sconosciuti che se ne stanno in posa come statue ai lati di batteria e tastiera su due piedestalli, spada in una mano e microfono dall'altra, vestiti solo con mutandoni in pelle e stivali anch'essi rigorosamente pelosi. In vero stile “Conan il Barbaro” e chiaro richiamo ai Manowar (vedremo poi il perchè).
Nel frattempo scorrono brani che hanno fatto il passato della band scandinava, da “Deathbringer...” a “Into Battle” e “Dragonheads”, con la loro epicità che sfocia in “Windrider”. Una setlist molto ghiotta per i fans dei “portatori di spada”, che si ritrovano una formazione in gran spolvero ed un Petri che continua a scherzare con il suo pubblico, mentre Markus e Sami si alternano nelle loro solite mosse, e i due sconosciuti sullo sfondo si esibiscono in pose “true” con le loro spadone.
Da qui in avanti è tutto in crescendo: la classicissima “Lai Lai Hei”, cantata praticamente da tutto il Nosturi, è seguita da un brano che non avrei mai pensato di sentire live, la nuova “Vandaren”, cover degli svedesi Nordman. Uno dei due “guerrieri da sfondo” si fa infatti avanti e prende possesso del microfono di Petri, mentre quest'ultimo si dedica quindi solo alla chitarra.
Ma le sorprese sono ben lontane dall'essere concluse. Mentre questo misterioso tizio racconta una freddura sui pirati (“Why pirates are so cool? They just arrrrrr!”... a voi il commento), ricordate la citazione dei Manowar? Arriva infatti la cover di “Battle Hymn”, tra la sorpresa, i sorrisi e i cori del pubblico, con chi si fa prendere dalla situazione e chi invece la trova semplicemente divertente.
Dopodichè si torna all'usuale repertorio, ma siamo quasi alla fine, e quindi ecco “Victory Song”, che travolge i presenti, prima della rocambolesca “Ahti”.
Da qui i primi iniziano lentamente ad avviarsi al guardaroba, ma ancora c'è parecchio da vedere. L'encore di questo show così intenso riprende da “Tears”, in cui si presenta Kaisa Saari dei Tarujen Saari, assieme ad un altro guest femminile, a cantare questo brano in cui aveva prestato la sua voce su “Iron”.
Ci pensa poi “Twilight Tavern” a trascinare tutti in balli e mosh-pit che creano un vortice in mezzo alla sala, mentre poco dopo i nostri soliti compagni piuttosto su di gomito possono fare finalmente i salti di gioia. Vengono infatti accontentati con la conclusiva “Iron”, che crea ovviamente un gran caos fra gente che rimbalza dappertutto e teste roteanti.
Che dire, un concerto che si commenta da solo. Gli Ensiferum fanno vedere tutta la loro forza quando si tratta di giocare in casa, e regalano una prestazione particolare quanto memorabile, ricca di ospiti e sorprese più o meno gradite dai suoi fans. Davvero in buona forma e in grado di accendere con poco le masse (ancora una volta mi sorprende quanto l'età media del pubblico sia bassa). E ancora non riesco a togliermi dalla testa quel ritornello di “Iron”...


Setlist Ensiferum:
01) Intro (By The Diving Stream)
02) From Afar
03) Token Of Time
04) Deathbringer From The Sky
05) Into Battle
06) Dragonheads
07) Elusive Reaches
08) Windrider
09) Old Man
10) Lai Lai Hei
11) Vandaren (Nordman cover)
12) Battle Hymn (Manowar cover)
13) Victory Song
14) Ahti
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15) Tears (feat. Kaisa Saari)
16) Twilight Tavern
17) Iron


Foto:
Ensiferum


Tarujen Saari


Report a cura di Marco Manzi

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