Si preannuncia un grande sabato sera quello che sta per arrivare, infatti non capita spesso che si tengano concerti in questa serata, fortunatamente a volte capita che un tour passi per l'Italia nel weekend. Questa sera vedremo dunque Angra con due grandi special guest, gli austriaci Edenbridge ed i danesi Manticora.
Poco prima delle 19.00 si aprono i cancelli e il pubblico si riversa nel piccolo locale che ospiterà in concerto, il C-Side. Come si nota quasi immediatamente il locale, abitualmente adibito a discoteca, non è dei più adatti ad ospitare concerti di questo tipo, oltre tutto essendo sabato le band e lo staff lavorano in tempi ristrettissimi dato che al termine dello show il locale tornerà a svolgere la sua abituale funzione di discoteca ospitando dj Fargetta.
Si parte dunque con lo spettacolo di apertura ad opera dei Manticora, al loro primo album con l'etichetta austriaca Massacre Records. I cinque danesi, offrono un power metal di matrice teutonica, e sono artefici di uno spettacolo frizzante, anche se non tecnicissimo ma che già dalle prime canzoni scalda il pubblico presente
. Avendo a disposizione un tempo molto limitato, solo 45 minuti, questi scatenati ragazzi puntano la loro set list sull'ultimo album "8 Deadly Sins", per promuoverlo meglio e per guadagnarsi maggiormente la simpatia del pubblico il frontman Lars F. Larsen ne lancia alcune copie dal palco riuscendo così nel proprio intento. Grande spettacolo offerto dai danesi e specialmente dal singer che rimbalza da una parte all'altra del palco rischiando un di fare una brutta caduta in un paio di occasioni.
Terminata la loro breve ma significativa performance i Manticora abbandonano cedono il palco agli Edenbridge. Subito però gli austriaci riscontrano problemi di suoni, la bellissima voce della cantante Sabine Edelsbacher è quasi impercettibile e purtroppo non avrà miglioramenti significativi nel corso dello spettacolo, rovinando la prestazione. Sulle prime canzoni, che vengono ripescate tutte da "Shine", ultimo lavoro della band, anche il chitarrista Arne Stockhammer si ritrova dei problemi di suoni che però si risolveranno almeno parzialmente nel corso dello show. Purtroppo però per la mancanza di uno dei punti di forza del gruppo, la voce di Sabine appunto, la performance è irrimediabilmente rovinata, anche se a metà spettacolo sulle note di "Fly On A Rainbow Dream" pare che la situazione migliori, è solo una mera illusione. Il pubblico si raffredda e comincia a guardare gli orologi in attesa dei tanto agognati Angra.
Va comunque detto che la band, presa coscienza di tutti i problemi non si lascia scoraggiare e da il meglio di se salvando il salvabile.
In fretta e furia viene sgombrato il palco ed allestito per lo show degli Angra, il tempo stringe e dj Fargetta incalza. A testimonianza di quanto si stia lavorando a tempi ristretti sulle scalette portate sul palco compaiono già ben 4 brani cancellati, rispettivamente "Wishing Well", "Millenium Sun", "Never Understand" e "Temple of Hate".
Com'era prevedibile il concerto si apre con la intro del nuovo album "Deus le Volt!" seguita a ruota dalla prima canzone dello stesso "Spread Your Fire" che inizia a scaldare il pubblico. Per scatenare un delirio collettivo non si deve attendere molto, basta infatti la successiva "Waiting Silence" e tutto il C Side canta (anche perché in alcuni punti del locale la voce di Edu non si sente), fanno la loro comparsa anche i primi body surfers, e qui nota di demerito al locale che non essendo attrezzato per questo genere di manifestazione non aveva uno spazio per consentire il defluire di quei ragazzi che si tuffavano al di là delle transenne, obbligandoli ad arrampicarsi per raggiungere una scaletta che li avrebbe riportati tra il pubblico. La sequenza di "Temple of Shadows" viene spezzata con "Acid Rain" ripescata dal primo album degli Angra con Falaschi alla voce. La nuova formazione è ormai ben rodata, Falaschi che finalmente non ha più la pressione del paragone col suo predecessore non fa assolutamente rimpiangere Matos, sotto questo aspetto vanno riconosciuti i sui meriti. Ovviamente da segno di trovarsi maggiormente a proprio agio sui pezzi nuovi, che sente più suoi ma quando, terminata un'ottima interpretazione di "Nothing to Say", esordisce con "Carolina IV" ogni dubbio che poteva ancora attanagliarsi nelle menti dei presenti scompare, ora questi sono gli Angra ed i fans ne sono consci e felici!
Si ritorna al nuovo platter con "Angel and Demons" per poi tornare a ad animare e a far cantare a squarcia gola la folla con un'ottima "Heroes of Sand" ed un'altrettanto spettacolare esecuzione di "Rebirth". Dopo una brave pausa per far riposare la voce si riprende con "The Shadow Hunter" e a questo punto si assiste ad una performance strumentale che vede falaschi alla chitarra (acustica) e gli altri membri della band dietro con percussioni ad offrire uno spettacolo non solo per le orecchie ma anche per gli occhi, per pochi istanti si è respirata l'aria del Brasile anche al C-Side di Milano.
La fin qui bella serata viene ancora turbata quando, dopo la brutale mutilazione della scaletta dei quattro pezzi citati in precedenza, vengono estromesse dalla set list due classici come "Angels Cry" e "Carry On", concludendo lo spettacolo sulle note di "Nova Era". Tutto questo ovviamente per i soliti motivi di tempo, com'era prevedibile il pubblico non resta soddisfatto da questa ulteriore riduzione della scaletta e molti se ne vanno delusi, specialmente per la mancata "Carry On". Agli incolpevoli Angra non resta altro che lasciare il palco tra i fischi del pubblico.
Poco più di un'ora di spettacolo e sul più bello ti "staccano la spina", niente da dire invece nei confronti della band, fautrice di un'ottima performance sotto tutti gli aspetti, se si escludono i suoni e che si è riconfermata per l'ennesima volta tra i gruppi leader del settore. Non resta che attendere la loro prossima data italiana nella speranza che il concerto questa volta duri il dovuto, per rispetto nei confronti dei musicisti e del pubblico.
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Report a cura di Paolo Manzi
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