ustraliani, pazzi, fenomenali, in tanti modi sono stati definiti, sicuramente il bollino
di nuovi AC/DC, calza a pennello. Probabilmente ne saranno gli eredi e lo dimostra un quasi
sold out all'Alcatraz di Milano. Per ora ancora sul palco B, ma siamo solamente al secondo
disco e la formazione promette bene.
Si parte con i Taking Down, giovani statunitensi forti di un contratto con
Roadrunner Record, la proposta della band parte bene, con un hard rock veloce che convince
ma che presto rivela tutte le sue pecche perdendosi in brani prolissi ed eccessivamente
cadenzati.
Suoni sporchi e impastati certo non giocano a loro favore, ma, con l'alternarsi delle
songs, l'audio migliorano e le pecche vengono così maggiormente evidenziate.
Nulla di grave, la formazione è giovane e può certamente migliorare.
Chi invece ha capito nel giro di un solo disco come far rapidamente breccia nel cuore dei
giovani metalheads sono i nostri amici Airbourne. Saltano come canguri (e quasi come
zio Angus) non mancano un colpo e il concerto si tramuta in una festa con il pubblico con
cui l'act si sintonizza già con la opener "Stand Up for Rock 'N' Roll".
Ottimo il tiro di "Hellfire" che è seguita da una rocambolesca "Fat City" che gioca su dei
buoni mid tempos.
I brani che però riscuotono maggior successo restano quelle del debutto, mentre il nuovo
"No Guts. No Glory" pare un pò zoppicante. Si tratta comunque di tracce che il pubblico
deve cantare e non tutti, anzi quasi nessuno, a dire il vero pare conoscere le nuove
tracce.
A parte ovviamente questo quattro pazzi rocker scatenati che a fine show non sembrano voler
smettere. Probabilmente tra 2 o 3 dischi potremmo assistere a concerti della durata di ore.
Foto:
.: Airbourne
.: Taking Down
Report a cura di Paolo Manzi
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