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Kreator + Dark Tranquillity - 2/8/2005 - New Age Club - Roncade (Tv)

Prima tappa italiana dell’ Enemy Of God Tour: sono le sette e mezza al New Age Club, l’inizio del concerto sui manifesti è segnato per le otto, ma non faccio neppure in tempo ad entrare che già risuonano le note delle canzoni degli Hatesphere. Quando, dopo aver sistemato le formalità amministrative (tessera, accredito, guardaroba, ecc.), riesco finalmente ad assistere all’esibizione del gruppo danese, con mio sommo disappunto questa termina, e già ci si appresta ad allestire il palco per gli Ektomorf; pertanto, il mio report partirà da questi ultimi, rinviando, per il pezzo mancante, alla data cui hanno assistito i miei colleghi a Milano.
E’ toccato alla sottoscritta il compito di recensire gli Ektomorf sulle pagine di Holymetal, e non si può negare che fosse molta la curiosità di vedere come sarebbe stato il quartetto ungherese dal vivo, e alla prima esibizione in Italia.
Con il pubblico in aumento (cominciava ad arrivare chi credeva che il concerto iniziasse alle otto), i nostri hanno offerto un essay della loro musica, sconosciuta ai più; dall’apertura con “I Know Them” a canzoni come “Gipsy” e “Destroy” fino ad alcuni brani tratti dall’album in uscita a marzo, Instinct , cioè “Fuck You All”, “Burn” e “Show Your Fist”, impossibile non notare la somiglianza con Soulfly e Sepoltura, non soltanto nelle musiche, ma anche nella mimica e nel linguaggio del vocalist Zoltàn Farkas . Nel complesso, però, considerato che si tratta della prima volta in Italia e che, simili ad altri gruppi o meno, dal vivo le canzoni degli Ektomorf sono immediate e coinvolgenti, si può dire che si è trattato di una discreta esibizione.
Sono appena le nove quando arriva il turno dei Dark Tranquillity, per alcuni orario troppo mortificante per un gruppo del loro calibro, ma le esigenze di scaletta parlano chiaro; infatti, sarebbe stato ancor più mortificante farli suonare più tardi e dover poi sacrificare la loro esibizione in favore degli headliners.
A poco tempo dall’uscita del nuovo album, Character, ed a circa un anno dalla loro scorsa apparizione in questo locale, i nostri sono in pienissima forma, e propongono circa un’ora e mezza del meglio del loro repertorio, tra cui le nuove “Lost Apathy” e “One Tought”, suonata in anteprima l’anno scorso. Il pubblico (che deve aver preso lezioni di galateo, perché non ho visto le scorrettezze cui ho assistito la volta precedente) mostra di conoscere tutte le canzoni e segue instancabilmente il frontman Mikael Stanne, che, instancabile, si muove da un lato all’altro del palco, da’ la mano ai fans e, alla fine, si butta tra la folla facendo per qualche istante body surfing. E’ sempre un piacere vedere i Dark Tranquillity dal vivo, ed anche questa volta hanno offerto una performance coinvolgente e motivata, e, cosa importante, riescono ad instaurare un ottimo rapporto con il pubblico.
Lasciato così il death melodico-caotico dei Dark Tranquillity, è la volta delle pietre miliari del thrash tedesco: tocca ai Kreator. Ormai il New Age è gremito, non è possibile spostarsi; perfino io, dal mio comodo posticino, mi accorgo di essere schiacciata dalla gente che continua ad arrivare. Ed ecco, i quattro fanno il loro ingresso sul palco, Mille Petrozza saluta e chiede: “Are you ready for some violence?”, si abbassano le luci, e…si comincia! I Kreator sono la prova vivente del fatto che la musica, suonata come si deve, riesca ad esprimere la violenza allo stato puro, ed è proprio questo termine, “violenza”, a tornarmi in mente ogni volta che ripenso a questa esibizione: le luci, basse e dalle note rosse, la batteria mostruosa che non si ferma un attimo, le chitarre che graffiano fino a far sanguinare le orecchie…questo è ciò che accadeva mentre si susseguivano brani come “Extreme Aggression”, “People Of The Lie”, “Pleasure To Kill”, “Reconquering The Throne”, “Flag Of Hate”, “All Of The Same Blood” e le nuove “Enemy Of God” e “Suicide Terrorist”. Anche per il quartetto tedesco è da poco uscito un nuovo album, Enemy Of God (che da’ il nome al tour, n.d.a.) , ma il fatto che sia nuovo sembra passare in secondo piano, quasi fosse già una pietra miliare della discografia della band: qualsiasi brano venga proposto, il pubblico entusiasta canta e segue all’unisono la musica, per un totale di quasi due ore di pura (scusate se mi ripeto) violenza, due ore nelle quali nessuno dei componenti del gruppo ha dato il minimo segno di stanchezza, suonando impeccabilmente ogni brano con la stessa aggressività, dal primo all’ultimo.
Quando arriva la fine della serata, mi sembra davvero di aver avuto una dose massiccia di violenza e che mi sanguinino le orecchie!
Non posso che esprimere un giudizio positivo su questa esibizione e sulla serata in generale, anche in considerazione del fatto che, a parte qualche insignificante contrattempo, la qualità del suono era ottima: davvero un martedì grasso che ricorderò a lungo!!!

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Report a cura di Tiziana Ferro

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