Seconda edizione per il festival elvetico, la location rimane esattamente come l'abbiamo lasciata la volta precedente e, al nostro arrivo, ritroviamo i due palchi indoor e outdoor i vari stands e i banchetti per cibo e bevande.
Ad accoglierci troviamo anche un cielo plumbeo che ben presto ci "regalerà" una pioggia battente che ci accompagnerà per
buona parte della giornata.
Quando arriviamo sta volgendo al termine l'esibizione degli Obscurity, visione troppo breve per poterla giudicare
mentre riusciamo a seguire per intero gli svizzeri Excelsis una sorta di Rhapsody made in Switzerland che, con il
loro power metal sinfonico riescono a catturare l'attenzione di chi li segue coinvolgendo i fans nel corso
dell'esibizione.
Incuriosiscono gli austriaci Heaten Foray fautori di un death metal tecnico dalle sfumature folk, spiccano
soprattutto le due asce, in particolar modo Bernd Zahn che si cimenta in soli degni dei migliori progster in
circolazione.
Interessante anche il modo di porsi verso il pubblico del vocalist Robert Schroll che spesso assume atteggiamenti che
ricordano i vecchi rockers anni '60.
Si ritorna allo stage coperto per assistere allo show dei Freedom Call, una vecchia conoscenza che abbiamo avuto
modo di seguire di recente a supporto degli amici Gamma Ray, in quel di Milano, solo pochi mesi or sono.
Il pubblico, anche se esiguo, si fa sentire dimostrando di apprezzare il power metal di teutonici.
Chris Bay incentra, com'era giusto aspettarsi, una set list che spazia dai vecchi classici ma lascia ampio spazio al
nuovo "Legend of the Shadowking", un disco che si rivela sempre più apprezzato in chiave live.
Cambio palco e si torna all'aperto per seguire gli End of Green, il quintetto di Stoccarda non convince fino in
fondo, dando spesso l'impressione di essere fiacco ed il porsi in maniera completamente distaccata dal pubblico certo
non contribuisce a migliorare questa condizione.
Lo stesso genere proposto, un rock gothic alternativo, certo stona tra l'allegra proposta dei precedenti Freedom Call e
quella invece portata al limite opposto dai Maroon.
L'act tedesco, all'interno del tendone, "spacca" e "martella" i presenti con un metalcore pesante e quadrato, fondato
saldamente su ritmiche massicce che non lasciano scampo.
Nonostante il genere i nostri dimostrano di possedere anche una discreta tecnica che, unita ad una buona sana dose di
carisma, consente allo show di filar via liscio senza problemi, a parte un paio di intoppi con l'audio.
Gradita e piacevole rivelazione sono i Requiem, trio elvetico dedito ad un death metal canonico senza troppi
fronzoli, diretto e violento.
La band sta giusto promuovendo l'ultima fatica "Infiltrate...Obliterate...Dominate" e, dopo la pausa per seguire diversi
festival estivi, riprenderà un tour tutto europeo.
Da segnalare l'ottima presenza on stage del cantante/bassista Ralf Winzer García nonché la precisione dietro le pelli di
uno scatento Reto Crola. Da rivedere!
Si torna ancora una volta al coperto per lo show più pittoresco di tutta la giornata ovvero quello dei glam/rocker
Kissin Dynamite.
L'esibizione sebbene non decolli mai del tutto, rimanendo sempre schiacciata da suoni impastati e da un'esibizione
palesemente studiata a tavolino per scimmiottare i big del genere, risulta comunque interessante agli occhie ed alle
orecchie dei più che seguono,comunque in religioso silenzio, tutto il concerto.
Quando finalmente si entra nel pieno della serata, con i finlandesi Impaled Nazarene in prima fila sul big stage
ecco che il meteo ci regala un intenso acquazzone che accompagnerà tutte le esibizioni rimanenti senza smettere un solo
istante.
Lo show ne risente poco risultando comunque gradevole, anche se molti preferiscono seguirlo al riparo sotto il tendone
delle vivande.
Ultima esibizione al coperto è quella dei tedeschi Black Messiah che si ripresentano dopo una sfolgorante
esibizione nella precedente edizione del 2008.
Anche in questo caso, il pagan metal farcito di innesti heavy classici, riesce a far breccia nel cuore dei più che
cantano e si cimentano nelle danze più improbabili trascinati dal ritmo incalzante e sostenuti dai fumi dell'alcool.
Simpatica e, come sempre apprezzata, la cover di un famoso brano popolare russo, "Moskau", riproposto in chiave heavy.
Devo ammettere che i Samael li conoscevo più di nome che di fatto, non mi sono mai soffermato ne interessato
particolarmente a questa band,probabilmente proprio per il genere un pò ostico, un black troppo elettronico per le mie
orecchie.
Forse un pò di nicchia nonostante la portata del nome, dato che la band è l'headliner ufficiale della giornata di
sabato.
L'impressione che ho avuto è quella di una band che riesce ad essere molto coreografica nonostante che i vari musicisti
rimangano abbastanza statici sulle loro posizioni. La proposta musicale invece, risulta troppo monocorde dopo solo poche
tracce suoni impastati e scrosci d'acqua interminabili certo non aiutano lo show a decollare come dovrebbe. Da rivedere
in condizioni atmosferiche più adatte.
Invece che chiudere con l'headliner, Fiesta Pagana, conclude l'edizione 2010 con una grande sorpresa per tutti i cultori
della scena pagan / viking scandinava.
Si sta infatti per assistere ad uno show speciale dei norvegesi Vreid che, oltre ad anticipare qualche brano del
nuovo lavoro in uscita nei prossimi mesi, chiuderanno lo spettacolo con uno special guest d'eccezione.
Sin dalle prime battute si è capito infatti che i Vreid avrebbero fatto scintille, infarcendo lo spettacolo di effetti
pirotecnici e imbastendo la classica scenografia di Milorg e montando un telo su cui verranno proiettate filmati storici
inerenti all'invasione della Norvegia da parte dell'esercito tedesco nella seconda guerra mondiale. Tema questo molto
caro a Sture e compagni che hanno adottato questo filo conduttore per le loro songs dai tempi di "Pitch Black Brigade".
Vengono ripescate canzoni da tutti e quattro i dischi della band, dalla possente "Under Isen", all'acclamatissima
"Disciplined" o la travagliata "Speak Goddamnitt" in cui Sture apre con uno dei sui famosi scream.
Ottima e fiammeggiante (visto l'azzeccatissimo ausilio degli effetti pirotecnici") l'esecuzione di "Milorg"
C'è tempo anche per un'anticipazione del nuovo singolo messo in vendita solo via digitale "Noen Å Hate" traccia che
convince e conferma che la Pitch Black Brigade ha ancora davvero molti colpi da sparare.
Infine ecco la tanta annunciata sorpresa, a fare la sua comparsa l'imponente e massiccia figura di Vegard, fratello del
tanto compianto Valfar, scomparso nell'inverno 2004 quando la sua band, i Windir, iniziavano un'inarrestabile scalata
verso il meritato successo. Dalle ceneri dei Windir nacquero i Vreid ed ora, in memoria di Valfar, in memoria di quella
band che tanto ha detto ma che tanto avrebbe ancora potuto dire, verranno presentate tre vecchi e famosi brani dei Windir
cantati appunto dal fratello Vegard.
Nonostante che quest'ultimo non sia un cantante professionista, ha prestato la sua voce solo per questa serie di 3 date
oltre che per il concerto in memoria di Valfar nel 2004, bisogna dire che non se l'è cavata affatto male, oltre tutto il
timbro vocale è identico a quello del fratello il che non lascia certo indifferenti i fans più sfegatatati.
Vengono proposte solamente 3 canzoni tra cui la conclusiva "Journey to the End" che riecheggerà nelle nostre orecchie
per parecchio tempo. Questa esibizione, momento storico per la scena estrema, probabilmente non si ripeterà più, i
fortunati che vi hanno assistito non la dimenticheranno facilmente.
Foto:
.: Vreid :.
Report a cura di Paolo Manzi
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