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Megadeth. - 6/5/2010 - Alcatraz - Milano

Senza grossi patemi ci perdiamo l'esibizione dei “variegati” Sadist e purtroppo riusciamo a sentire solo la conclusiva “Moonlight” per quanto riguarda lo show dei Labyrinth, ma basta per confermare le sublimi doti canore dell'elegantissimo Roberto Tiranti.
Quando l'Alcatraz, sold out e caldissimo in tutti i sensi, percepisce l'intro-proclame dei Megadeth, esplode in un boato e accoglie “Dialectic Chaos” e la sua cavalcata strumentale.
I quattro statunitensi ed il “despota” Dave Mustaine, si rivelano subito in grande spolvero e con una setlist da colpo al cuore, rivelata subito con i classici “In My Darkest Hour” e “Wake Up Dead”, che scatenano subito il visibilio tra vecchi e nuovi fans.
Una mazzata continua quella dei Megadeth, che pesca “Headcrusher” dall'ultimo album “Endgame”, prima di tuffarsi a capofitto nel loro ineffabile capolavoro, quel “Rust In Peace” che compie vent'anni proprio nel 2010!
Padre Mustaine dice: “this is a song called Holy Wars...” e la Milano del Thrash si scaglia in un groviglio di sudore e grida verso lo stage, magnificamente infiammato dalla band di Frisco. Per circa 40 minuti, tutti i presenti sono in estasi, grazie a gemme senza tempo quali “Hangar 18”, “Take No Prisoners” o ancora “Tornado Of Souls”, con un Chris Broderick in stato di grazia che, credetemi, data la sua perizia tecnica, non fa affatto rimpiangere il grande guitar hero Friedman! Che gioia poi rivedere sotto la gigantografia di “Rust In Piece”, il bassista dei Megadeth per eccellenza, Dave Ellefson, sorridente e mai stanco, che con “Dawn Patrol”, introduce la rullata del fondamentale Shawn Drover, che con la title track del blasonato disco, chiude la parte centrale della serata, davanti ad una folla stremata, incredula ed oltremodo esaltata!
Ce n'è ancora per il poker d'assi musicali radunati sotto Mr. Mustaine, che, per dovere di cronaca, migliora la sua prestazione vocale con l'andare delle songs, per poi risultare acido e graffiante al 100%.
Avanti Savoia quindi, altre scintillanti tracce ci strofinano le orecchie, quindi come non citare “Sweating Bullets”, “Symphony Of Destruction” o ancora “A Tout Le Monde”, con il melodico ritornello che rimbomba nell'umidissimo locale.
Come se non bastasse, il colpo di grazia finale ce lo da “Peace Sells” e le sue caustiche rime spezzate, prima della ripresa di “Holy Wars...”, che sigilla l'anniversario, ottimamente onorato, di uno dei migliori dischi Heavy Metal di sempre, parlo ancora una volta di “Rust In Peace” ovviamente!
Bene, uno show eccelso per qualità, impatto e precisione dei musicisti, che mi fa ben sperare, anche alla luce di “Endgame”, nel prosieguo della carriera del fulvo Mustaine, al quale consiglio di tenersi stretto l'attuale formazione, dati i risultati sulle assi del palco o tra le mura (insonorizzate!) dello studio... i Megadeth, una volta di più, non hanno fatto prigionieri!
P.S. Scusate, non resisto, ma immagino solo che se i “signori” Ulrich e Hetfield avessero assistito ad uno spettacolo come quello fornitoci dai Megadeth, probabilmente ci avrebbero fatto il favore di SPARIRE una volta per tutte!!!


Setlist:
01) Dialectic Chaos
02) Wake Up Dead
03) Headcrusher
04) In My Darkest Hour
05) Holy Wars... The Punishment Due
06) Hangar 18
07) Take No Prisoners
08) Five Magics
09) Poison Was the Cure
10) Lucretia
11) Tornado of Souls
12) Dawn Patrol
13) Rust in Peace... Polaris
14) Trust
15) A Tout Le Monde
16) Sweating Bullets
17) Symphony Of Destruction
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18) Peace Sells ("Holy Wars" reprise)

Report a cura di Alessio Aondio

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