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Wacken Open Air 2010 - 8/5/2010 - *** - Wacken (D)

Ecco di seguito il report dei gruppi del Wacken Open Air 2010 con il resoconto delle performance dei migliori gruppi che si sono esibiti in questo che è il più grande evento metal d’Europa… e ci teerei a sottolineare che è anche il meglio organizzato. Una delle nostre collaboratrici è sfortunatamente finita in ospedale, in fondo potrete leggere la sua storia e capire come anche durante eventi del genere la sicurezza della persona è al primo posto!

Giovedì

ORCUS O DIS
Sono i vincitori della metal battle mexico: gli Orcus O Dis aprono i concerti giovedì a mezzogiorno nel wet stage luogo tanto caldo quanto polveroso. A differenza da quello che ci si può aspettare da una band messicana gli Orcus O Dis suonano un death metal molto tecnico ma allo stesso tempo molto melodico qualcosa che può vagamente ricordare i Dark Tranquillity. Il pubblico, composto per la maggior parte da sud americani è praticamente in delirio e partecipa molto rumorosamente acclamando la band messicana ad ogni canzone i quali per aggraziarsi ulteriormente il pubblico , anche se non ne hanno proprio bisogno, tirano mignon di tequila. L’esibizione più azzeccata per aprire il giovedì del Wacken.

ALICE COOPER
Attesissimo lo spettacolo di Alice Cooper, il primo vero big di questa 21esima edizione del Wacken. Lo showman sale sul palco con il suo Theater Of Death pieno di colpi di scena ed effetti speciali. Con quattro stuntman e l’aiuto della figlia Alice viene in rapida sequenza, decapitato, impiccato, avvelenato, schiacciato in una vergine d’acciaio e infine, ricoverato al manicomio con tanto di camicia di forza. Il tutto contornato dal suo intramontabile rock’n roll di “School’s Out”, “Mr. Nice Guy”, “Million Dollar Baby”, “Poison” e decine di aktre canzoni che hanno fatto la storia!

MOTLEY CRUE

La fenice è risorta e vola pure alta. Pochi potevano considerarlo possibile dopo l'ultima apparizione in quel di Monza durante l'edizione 2009 del Gods Of Metal, risultata pessima o forse peggio, e invece, eccoli qui, ancora,in forma.

La platea di Wacken non è di certo quella più vicina al genere proposto dai santi di Los Angeles, nessun problema. L'opener “Kickstart My Heart” è il solito pugno nello stomaco e mette le cose in chiaro. “Wild Side” e “Shout At The Devil” in successione non danno tregua e il pubblico sempre più numeroso apprezza vistosamente. Comincia poi l'alternarsi di canzoni storiche con successi recenti, ma la forma dei quattro oggi è notevole,sopratutto Vince,il più sotto accusa nel dopo Monza. Non c'è spazio per nulla quello che non sia rock'n'roll, Tommy resta seduto dietro alla batteria buono buono come un bravo scolaro e ballate come “Home Sweet Home” lasciano spazio a più incisive "Ten Second To Love" e "Same Old Situation". Tutto fila liscio, Wacken osanna e la conclusiva "Girls Girls Girls" congeda il glam da questa edizione del festival. CONCERTONE!!



Kickstart My Heart

Wild Side

Shout At The Devil

Saints Of Los Angeles

Looks That Kill

Live Wire

Don't Go Away Mad (Just Go Away)

Same Ol' Situation (S.O.S.)

Mutherfucker of the Year

Ten Seconds to Love

Primal Scream

Dr. Feelgood

Girls, Girls, Girls


IRON MAIDEN

Come due anni fa il Giovedì è la giornata degli Iron Maiden. Nel 2008 era stato il concerto più grande della storia di Wacken e anche nel 2010 non è da meno: ad almeno 300 metri dai palchi c'è già gente che “guarda” il concerto e la follia comincia solo qualche metro dopo tra body surfing e cori osannanti per il gruppo metal più conosciuto al mondo.

La setlist è una vera sorpresa, buona o cattiva dipende da quanto uno è un fan dei Maiden, ma grande sorpresa rimane. Dopo l'immenso tour celebrativo dei gloriosi anni ottanta, gli Iron Maiden ricordano a tutti che negli ultimi 10 anni hanno prodotto 3 album di altissimo livello decidendo di sciorinare i loro nuovi classici da Brave New World, Dance Of Death e A Matter Of Life And Death.

Sembra incredibile che siano passati già dieci anni dalla prima (ed unica) volta in cui avevo sentito dal vivo quel capolavoro che è “Blood Brothers”, ed è davvero un peccato perché si tratta di un pezzo che dal vivo emoziona veramente (ancor di più in questo caso perché sentitamente dedicata a Ronnie James Dio) e sarebbe stato giusto riproporlo più spesso, ci auguriamo che lo facciano in futuro.

Siamo sullo stesso livello con “Ghost Of The Navigator”, “Dance Of Death”, “No More Lies”, “The Wicker Man” e la meravigliosa “Brave New World” (suonata più spesso delle altre, ma anch'essa assente dalle setlist dal lontano 2003). L'unica nota dolente è la scadente “Wildest Dream”, davvero uno dei peggiori pezzi della storia del gruppo, non si capisce perché non abbiamo suonato la bellissima Rainmaker al suo posto. Il meraviglioso A Matter Of Life and Death è stato giustamente un po' sacrificato in quanto suonato interamente pochi anni fa e riproposto anche nel tour successivo, comunque di grandissimo impatto sia “These Colors Don't Run” che “The Reincarnation of Benjamin Breeg”.
Non poteva mancare un finale con i grandi classici (a parte “Wrathchild” suonata come terza canzone probabilmente per non annoiare del tutto i vecchi nostalgici) “Fear Of The Dark”, “Iron Maiden”, “The Number Of The Beast”, “Hallowed Be Thy Name” e la sorprendente chiusura con “Running Free”. Durante il finale succede il delirio come sempre, grandissimo il nuovo Eddie alieno che ci delizia anche con un assolo.

Prestazione solidissima di tutta la band che non perde un colpo, la voce di Bruce mi è sembrata un po' soffrire rispetto alle spettacolari prestazioni di due anni fa. Mi auguro si tratti di un breve momento sottotono piuttosto che dell'inizio della fine, sicuramente il fiato per correre e saltare come un matto ce l'ha ancora, quindi incrociamo le dita.

Gli Iron Maiden chiudono la prima giornata di Wacken da grandissimi trionfatori, esattamente come due anni fa, forse hanno fatto contenta meno gente causa la setlist improntata sul nuovo materiale, ma sicuramente nessuno può lasciare questo concerto senza dire di aver assistito al solito incredibile spettacolo.

Venerdì

AMORPHIS

Certo, far un concerto come quello degli Amorphis sotto il sole delle undici e tre quarti fa perdere quel certo non so che all'atmosfera. Ma visto che sono nata sotto un'ottima stella, un nuvolone oscuro s'è piazzato proprio sopra al palco per tutto il concerto, pur non versando nemmeno una gocciolina di pioggia.

Il cantante era in ottima forma,ha interpretato in modo ottimo non solo i brani degli ultimi album, ma anche brani come “The Castaway”, completamente in growl,o il brano di chiusura “My Kantele”, creati per il precedente singer della band.

La capacità di Tomi di passare dal growl al pulito è quasi pari a quella di Mikael Aakerfeldt, leaderdegli Opeth.Ottima presenza sul palco di ogni elemento della band, anche se, devo ammetterlo, quando Tomi inizia a far Headbanging (come su Black Winter Day) rischia spesso di "frustare" i chitarristi coi suoi lunghissimi Dread. Non vedo l'ora di vederli a Bologna durante la loro tappa Italiana.

TARJA
Ore 20,30 al Wacken Open Air, il festival metal più grande del mondo, una maratona in cui si susseguono a ritmi ininterrotti mostri sacri e nuove scoperte in grado da scatenare quasi 90,000 metalheads in frenetici pogo ed headbanging, si prende un attimo di respiro.
A seguito del “divorzio” dai Nightwish la bella Tarja si è rimboccata le maniche e con grande carattere e decisione ha intrapreso una strada diversa, con uno stile musicale che le permette di valorizzare al meglio le sue straordinarie doti vocali da soprano. La dea si fa attendere mentre la sua band inizia a creare l'atmosfera giusta gotica; credo di avere un attacco di cuore durante la suspance che scoppia in un pianto a dirotto quanto compare lei in tutta la sua teatrale presenza scenica. Si parte con pezzi tratti dall'album solista “My Winter Storm” in cui vengono messe in evidenza le grandi doti vocali di Tarja e si prediligono gli arrangiamenti più metal che lasciano spazio a chitarra, batteria molto presente e basso. A violoncello e tastiere è lasciato il compito di creare le atmosfere. La voce di Tarja non delude, sostiene gli acuti sul finale con la raffinatezza e la precisione di chi ha alle spalle anni di esperienza lirica.  Tralascia “Tired of being alone” o pezzi cantati in finlandese come l'eterea “Oasis” più adatte all'ascolto individuale e intimo piuttosto che ad un festival metal. I fan si uniscono in un coro quando Tarja propone un atteso ritorno al passato con “Sleeping Sun” e “Wishmaster”: da far rimpiangere i tempi d'oro di “End of an Era”. Al contrario mi convincono poco le cover di “Still of the Night” dei Whitesnake e di “Poison” di Alice Cooper, quest'ultima tralasciata per la presenza di Cooper su un altro palco. In queste interpretazioni la voce di Tarja si strozza e si percepisce la fatica. Canzoni cult, ma cara Tarja poco adatte alla tua voce da soprano lirico.
La Turunen si rivolge a più riprese al suo pubblico rapito ed emozionato e ci dedica I walk alone commentando “non sarò mai sola grazie a voi”. Condisce il tuo presentando pezzi dell'album in prossima uscita  “What lies beneath” in cui Tarja duetta col cantante Phil Labonte (All That Remains) nella canzone intitolata “Dark Star” e con la presenza di Joe Satriani alle chitarre in “Falling Awake”. Non ci sembra vero che il concerto sia già al termine, seguiamo Tarja uscire di scena e restiamo un po' lì, assaporando gli ultimi istanti col cuore gonfio ed un senso di gratitudine rivolto a lei. Semplicemente emozionante.  
Per il concerto di tarja abbiamo anche un secondo parere! Ci è sembrato il caso di metterli entrambi!

TARJA - secondo report

Sul palco di Wacken, a due anni di distanza dall'esibizione dei suoi ex-Nigthwish, ecco apparire Tarja.

E'uno dei concerti più attesi, per me. Mi dirigo verso il palco con circa 45 minuti d'anticipo,giusto per essere sicura di essere tra le prime file. Purtroppo, vuoi una sosta per il bagno, vuoi una WakenNaken(N.d.A. bisteccona superspeziata in mezzo ad un panino. Potrebbe motivare da sola la decisione di andare a Waken) sono finita a circa 20 metri dal palco. Abbastanza vicina da potermi comunque godere Lei, la sua Voce e l'atmosfera.
Sul palco troneggiava un'enorme batteria bianca. Sulle note dell'intro sono comparsi tutti i musicisti e infine, Lei,abbigliata in modo sobrio, ben lontana dai vestiti gotici a cui ci aveva abituate.

La sua voce non lascia mai a desiderare. Anche sulla cover dei Withesnake, “Still of the Night”, è riuscita a padroneggiare mirabilmente le sue doti vocali. Il sole stava scendendo, ed eccola annunciare “Sleeping Sun”. Del nuovo album ci ha regalato “In for A Kill” e “Fallin Awake”, facendole precedere dal suo cavallo di battaglia solista “I walk Alone”. Io, pur amando la sua tecnica vocale e la sua espressività, non riesco a farmi piacere gli altri suoi nuovi pezzi, perciò sono stata molto contenta di sentire “Over the Hills and far Away”. Pur essendo una cover (il pezzo era di Gary Moore) il tocco di Tuomas l'ha resa capace di immortalare le doti di Tarja. Wishmaster ha concluso l'esibizione. I brani nuovi di Tarja presentano delle pecche strutturali che in concerto vengono ulteriormente evidenziante, anche se nulla tolgono alla bellezza della voce della Soprano. Unica pecca che ho riscontrato nell'ottima presenza sul palco è stata quella di essere troppo compiacente col pubblico,  dato che non ha assolutamente elemosinato le dichiarazioni d'amore, rischiando anzi di diventare melensa come una puntata di Centovetrine.

ARCH ENEMY
Mentre sul party stage si esibiva la soave Tarja, sul palco principale, il Black Stage, va in scena la sua amica/rivale, Angela Grossow con il suo gruppo, gli Arch Enemy. La bellissima Angela, la cui bocca è talmente grande da poter contenere una mela intera, sfodera tutta la sua bravura nel growl riuscendo a dare un’ennesima prova di quanto gli Arch Enemy siano dei mostri nati per il palcoscenico. “Blind Eyes” e “Nemesis” i due cavalli di battaglia che più hanno infiammato il pubblico in un’esibizione davvero di altissimo livello.

GRAVE DIGGER
Signori, i Grave Digger in Germania sono come il Milan a San Siro! Chris e la sua band affrontano l’onore di essere headliner a Wacken nel migliore dei modi. Il loro show pieno di ospiti tra cui Hansi dei Blind Guardian durante “Rebellion” e 40 suonatori di cornamuse durante l’inno scozzese iniziale e il contorno di fuochi artificiali è assolutamente fantastico.

1349
l’essenza del male si scatena sul party stage con il favore delle tenebre !!! I 1349 in questo Wacken rappresentano il black metal più putrido, distruttivo e misantropico!!! A loro è riservata un’ora intera a cavallo della mezzanotte: l’ora più giusta per un concerto del genere (visto che a molti gruppi black metal è toccato suonare nel pomeriggio). Il palco illuminato costantemente di rosso e delle enormi fiammate come effetti speciali rendevano ancora più satanica l’atmosfera. L’audio impeccabile (molto strano per un gruppo black metal) trasmetteva la potenza e la violenza delle canzoni dove, nello stacco tra una canzone e l’altra Ravn (il cantante) non proferiva parola ma respirava con una specie di growling nel microfono guardando il pubblico rendendo l’atmosfera ancora più misantropica e maligna. L’ora perfetta per un concerto veramente perfetto.

CORVUS CORAX
Dite quello che volete ma i veri adoratori del demonio non ascoltano Black metal ma la musica classica! I Corvus Corax che tornano a Wacken dopo due anni e fanno davvero gelare il sangue nelle vene. Il gruppo che presenta canti medioevali e brani di musica classica, con l’orchestra di supporto, riesce ad essere forse la band più scenografica che abbia mai visto: colonne di fuoco di 25 metri annullano nella mia mente i ricordi dello show dei Rammstein che, a confronto, sembrano dei dilettanti. La loro musica demoniaca rapisce la mente e fa riflettere sulla banalità del male di Eichmann. I Corvus Corax sono stati di nuovo la migliore band di tutto il Wacken.

Sabato

CRUCIFIED BARBARA

Sotto il tendone del wet stage,nel caldo più insopportabile,tocca alle Crucified Barbara proporre la loro musica. Un lento sound check prova ad innervosire il pubblico, accorso numeroso per l'esibizione, ma quando le quattro bellezze svedesi arrivano sul palco è tutto dimenticato e quasi non si sente nemmeno il caldo. Durante il brano d'apertura, “Killer on His Knees”, tratto dal loro ultimo lavoro, problemi di volume ne riducono l'efficacia. Poco male, risolto il casino le successive “Play me Hard”, “Sex Action” e “Creatures” suonano come Dio comanda e la gente comincia finalmente a smuovere qualche testina ed agitarsi sottopalco. La breve esibizione continua con altre due canzoni dall'ultimo "Till Death do us Party" per poi concludersi con l'acclamatissima "In Distorsion We Trust" titletrack del loro primo album,e qui body surfing a piovere. Baci e abbracci e tutti a casa, brave.


Killer On His Knees

Play Me Hard

Sex Action

Creatures

Blackened Bones

Losing the Game

In Distortion We Trust

KAMPFAR
I Kampfar suonano in un assolato pomeriggio di sabato. Un po’ strano per un gruppo pagan-black ma la cosa non sembra affatto turbare ne loro ne i fans. È, però, sicuramente andata molto meglio rispetto all’ultima volta che i Kampfar hanno suonato al Wacken, confinati alle 02.00 di notte dell’ultima sera dove la gente barcollante non aveva più la forza per godersi il concerto. Ad aspettarli inizialmente ci sono solo le prime tre file ma quando comincia il concerto il numero delle persone radunate sotto il palco è veramente inaspettato. La folla, tra una canzone e l’altra, è rumorosissima e viene travolta completamente dalla potenza sia delle canzoni che della band in piena forma. La scaletta è una selezione dei i pezzi in assoluto più belli dei Kampfar dall’inizio della carriera fino all’ultimo album. A fine concerto ringraziando tutti di una così grande partecipazione Dolk, il cantante, lascia il palco commosso (in fondo sono abituati a suonare in concerti con non più di 50 persone). La performance è da ricordarsi tra le migliori del Wacken

WASP

E bravo Blackie, Wacken conquistato. setlist giusta per l'occasione,forse solo la riflessiva "The Idol" risulta un po' troppo cervellotica per i palati del più grande open air,ma il resto è il solito e selvaggio r'n'r. La forma degli wasp è molto buona, Blackie è davvero ben supportato dalla "sua" band e sia tracce storiche sia nuovi brani vengono sparati sul pubblico con la solita feroce energia che ha reso famosa la cricca. Poco importa se gli anni cominciano a farsi vedere e sentire(più di qualche volta il debito d'ossigeno del frontman è abbastanza evidente), il rock'n'roll è ancora di casa qui. A novembre in Italia non fateveli sfuggire.


On Your Knees

The Real Me (The Who cover)

L.O.V.E. Machine

Babylon's Burning

Wild Child

Hellion / I Don't Need No Doctor / Scream Until You Like It

Chainsaw Charlie (Murders in the New Morgue)

The Idol

I Wanna Be Somebody

EDGUY
La band di Tobias Sammet suona come headliner il sabato sera. Ci si aspettano veramente grandi cose dallo showman per eccellenza ma quest’anno non è così. Musicalmente il concerto è superlativo l’ottima scelta scaletta comprende i grandi classici degli Edguy ma lascia spazio anche a qualcosa di nuovo, non risulta penalizzata dal fatto che quest’anno gli headliner suonano solo un’ora a differenza degli anni scorsi ai quali era concessa un ora e tre quarti. Tobias riesce a coinvolgere il pubblico facendolo cantare praticamente in ogni canzone. Veramente un concerto coi fiocchi che però manca di un paio di cose: Tobia finita la prima canzone chiede quanti stranieri ci sono a vedere il concerto e data l’elevata affluenza promette di parlare anche in inglese, promessa che poi non mantiene per cui non si riescono a capire i suoi divertenti monologhi tra una canzone e l’altra e neanche le battute con lo special guest marcus grosskopf il bassista degli Helloween. Un'altra cosa che manca è quel saltellare di Tobias su e giù dal palco come una cavalletta che è sempre stata una caratteristica dei suoi concerti. Afferma infatti, in tedesco durante lo show, di non essere stato tanto bene nei giorni precedenti e comunque lo si vede un po’ ingrassato e un po’ più pelato del solito e forse comincia anche lui a sentire la vecchiaia. Un concerto tutto sommato stupendo ma che dagli Edguy ci si aspettava qualcosa di più.

IMMORTAL
Lasciati gli Edguy e quel leggero senso di incompletezza si passa al black stage dove suonano gli Immortal, headliner in questa serata come gruppo black metal. L’atmosfera gelida norvegese si abbatte sul Wacken con uno spettacolo di luci, fuochi e giochi pirotecnici che creano per tutta la durata del concerto un’atmosfera maligna e allo stesso tempo maestosa tutto in piena armonia con la musica suonata dagli Immortal. Enormi fuochi e una cascata di scintille fanno da sfondo ad un concerto tecnicamente e musicalmente magistrale anche se il gelo (decisamente caratteristico e parte fondamentale dello show) è forse eccessivo: gli Immortal, rimangono completamente distaccati con la folla numerosissima accorsa per vederli non salutando nemmeno il pubblico quando è ora di lasciare il palco a fine concerto al punto che la non si è in grado di capire se il concerto sia finito o meno. anche a loro è riservata in questa serata solo un ora di tempo dove risulta anche in questo caso molto difficile la scelta della scaletta: infatti viene esaltato l’ultimo album con ben quattro canzoni su nove e completamente trascurati i primi tre molto importanti per gli appassionati. Anche questo un concerto risulta veramente grandioso ma, alla fine manca di un qualcosa per renderlo memorabile.

Appendice

L’OSPEDALE
I Fear Factory che non ho visto.

L'ultimo giorno ci siamo appostati nell'area concerti fin dal concerto degli Stratovarius per essere sicuri di veder bene i Fear Factory, Candlemass e Soulfy. Invece che godermi tutti questi concerti, ho avuto modo di addentrarmi in uno dei posti più ambiti dagli ubriachi Wakeniani: L'ospedale di Wacken!! Piccola nota sull'esibizione degli Stratovarius: Penosa. Timo Kotipelto aveva probabilmente lasciato tutta la voce a casa, tant'è che tutt'ora mi resta il dubbio che io sia stata male a causa della sua esibizione. Fatto sta che per colpa di una forte disidratazione(eh, che credevate?:P) mi sono fatta una nottata nel Wacken Hospital. Le tappe le ho proprio fatte tutte: Ambulanza, ospedale da campo, ambulanza con Sirena, Ospedale di Itzehoe convenzionato con Wacken e munito di navetta di collegamento al concerto. All'ospedale da campo, devono far fronte a situazioni assurde e coma etilici ogni ora, e seppur molto sbrigativi, non lasciano nulla al caso. Visita, analisi del sangue, diagnosi sono durate in tutto 30 minuti, ed eseguite con scrupolosità prettamente tedesca da un dottore pelato e pieno di tatuaggi. Quando hanno appurato che era meglio ricoverarmi mi hanno fatto trasportare in barella da due infermieroni che definire True Metaller sarebbe riduttivo. Iper-professionalità unita a orecchini e tribali su degli avambracci grossi come il collo di una mucca. A Wacken tutto lo staff ha le stesse caratteristiche... sarà la musica che ascoltano? Ad Iztehoe ho scoperto che la sanità tedesca non è solo funzionante e ben oliata come un orologio, ma è anche gentilissima. Mi hanno trattata come una principessa, assicurandosi che io capissi cosa accadeva e fossi calma. In Italia ce lo sogniamo un pronto soccorso del genere :D Il mio consiglio? Se state male a Wacken state tranquilli, siete in buone mani.. ma non fategli perdere tempo con una semplice sbornia senza complicazioni, in quel caso potrebbero sbattervi su un lettino e urlarvi letteralmente addosso in crucco che avete 2 ore per riprendervi, dopodiché  Raus, com'è capitato al mio compagno di stanza in ospedale!



Report a cura di Marco Bignami Elena Liverani Ruben Girofletti Francesca Lavezzo Tommaso Bonetti

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