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Party.San 2010 - Day 1 - 8/12/2010 - *** - Bad Berka (DE)

Eccomi per il terzo anno consecutivo al PartySan, in mezzo a questi campi nelle colline della Turingia, dove si ritrovano ogni anno sempre più metallari seguaci della musica più estrema. Protagonisti quest'anno non sono solo però i gruppi che animano queste tre giornate di festival, ma anche il maltempo e quell'estremamente fastidiosa fanghiglia che darà non pochi problemi soprattutto a chi ha malauguratamente deciso di presentarsi in macchina.
Già nella giornata di mercoledì comunque, quando il festival deve ancora cominciare, il campeggio può contare un gran bel numero di tende e camper, a segno che quest'anno l'affluenza è stata ancora superiore, in un festival che di edizione in edizione è sempre più in crescita. La serata già vanta così una discreta folla sotto il tendone della “metal disco”, che come sempre fa da colonna sonora alle notti del campeggio (e ciò toglie ancora più ore di sonno, ma è la vita da festival!).

Giovedì 12

Dopo aver quindi passato la sera e la mattina seguente a fare provviste (in gran parte alcoliche) per il weekend, finalmente al giovedì sera si apre questa edizione del festival tedesco. Notare che per non annegare nel fango mi sono dovuto comprare un paio di stivali nuovi, e una volta ben attrezzato per questa tre giorni sotto la pioggia, mi ritrovo puntuale davanti al palco per l'esibizione dei Ketzer, a cui spetta il compito di inaugurare l'evento.
La giovane band tedesca, autrice di un Black Metal dalle influenze Thrash, ha l'opportunità di farsi conoscere con alcuni brani tratti dal loro primo full-length, “Satans Boundaries Unchained”. Niente di così particolare con richiami qua e là alle solite influenze del genere, secondo il sottoscritto. Ad ogni modo rimane un buon modo di trascorrere il tempo mentre si dà un'occhiata ai tantissimi stand di merchandise, alcohol e cibo. Il che non è mai male.
Buono quindi l'avvio, mentre puntuali come un orologio svizzero si presentano on stage i transalpini Merrimack, sempre sulla scia del Black più oscuro. Ben più accattivante lo show della formazione francese, che inizia a catturare maggiormente l'attenzione del pubblico, nel frattempo iniziatosi ad accalcare sottopalco.
Il cielo grigio e la pioggia che alimenta questa fanghiglia decisamente noiosa fanno da giusta cornice per i cinque, che offrono nel tempo a disposizione brani quali “In The Halls Of White Death”, “The Golden Door”, ed uno dei loro pezzi forti “Live The Lie”.
Dopo un rapido cambio di palco è il momento invece di cambiare registro con l'arrivo in scena degli americani Devourment. I maestri del Brutal Death più incazzato e veloce, che dopo la morte del cantante Wayne Knupp nel 2007 ha proseguito con alla voce l'ex bassista Mike Majewski, si ritrovano così al calare della sera ad esibirsi davanti alla folla esaltata che inizia a far roteare incessantemente le proprie chiome e quanto di attaccato ad esse. Intenso, aggressivo e travolgente, in queste tre parole si può descrivere il concerto della band di Dallas, che presenta diverse tracce dell'ultimo “Unleash The Carnivore”.
Per la serie “un pò di coreografia non fa mai male”, ecco che il bassista Chris Andrews ad un certo punto indossa una maschera da cavallo (non chiedetemi il motivo), continuando ad agitarsi e saltellare come un folle per il palcoscenico.
Un'esibizione davvero convincente, che inizia a scaldare i fans a dovere. E' infatti il turno dei Monstrosity, che ci portano un pò di old school Death Metal dall'assolata Florida. Personalmente ero piuttosto curioso di vedere la band dal vivo per la prima volta, e posso certo dire di non essere stato deluso. La prima formazione dell'ora cantante dei Cannibal Corpse, così come di altri musicisti illustri della scena, non smentisce certo la sua fama e regala sprazzi di vera emozione ai fanatici presenti in numero sempre maggiore, nonostante il vento che nel frattempo si è alzato sui campi della Turingia.
Tutto sommato Mike Hrubovcak fa il suo lavoro alla voce, anche se non ne rimango proprio estasiato, ma la sua buona prova è supportata dalla precisione alle pelli di Lee Harrison, così come dagli altri componenti della band, che nel complesso danno l'impressione di un gruppo piuttosto in palla.
La vera sorpresa della giornata odierna sono gli olandesi The Devil's Blood, che catturano completamente il pubblico estasiandolo con le loro atmosfere fumose e quel rock psichedelico che segna sì uno stacco netto in quanto visto fin'ora, ma anche un qualcosa che ti rimane impresso e ti fa pensare che forse questa band merita davvero di essere appena prima degli headliner quest'oggi, e che merita davvero attenzione.
Si parte un pò in ritardo dato che per l'aumentare della pioggia la strumentazione ed i monitor vengono ricoperti, ed in questo scenario scuro ecco arrivare i musicisti, tutti rigorosamente insanguinati, ad intonare le note di “Come Reap”.
Subito i fans sono catturati dalla musica occulta del combo olandese, guidato dalla misteriosa “The Mouth Of Satan”, dall'atteggiamento sicuro e carismatico nonostante la formazione sia sulla scena davvero da poco. E questo già la dice lunga.
Proseguendo tra canzoni ricche di emozioni come “House Of 10,000 Voices” o “Voodoo Dust”, ecco che si ha l'impressione che il concerto possa durare più del dovuto, una volta tanto però in senso positivo. Invece “Christ Or Cocaine” segna purtroppo la fine di questa vera rivelazione personale della giornata. Assolutamente da rivedere!
Si fanno attendere anche gli headliner, gli svedesi Watain di Erik Danielsson, freschi degli ottimi responsi ottenuti col nuovo “Lawless Darkness”. Sono tre i brani della serata estratti da questo disco, ma nell'ora a disposizione la band di Uppsala fa valere senza ombra di dubbio quella mezz'oretta di attesa in più, regalando seppure in una setlist ridotta un sacco di emozioni ai seguaci del metallo estremo.
Non mancano “Sworn To The Dark” e “Legions Of The Black Light”, due dei più grandi cavalli di battaglia della band in assoluto. E non c'è neanche bisogno di citare la reazione del pubblico. Ma questo non è nulla rispetto a quando il tatuatissimo e insanguinato singer, nella cornice fiammeggiante di scena, contornata da catene ed ornamenti ben oltre il grottesco come al solito, interrompe momentaneamente il tutto per fare una dedica. L'occasione è il quarto anniversario della morte di Jon Nödtveidt, leader dei Dissection suicidatosi proprio il 13 Agosto 2006 (lo show dei Watain è iniziato dopo la mezzanotte, quindi effettivamente è il 13).
Da qui, inneggiando al cantante/chitarrista della band che fu, ecco che i Watain ci regalano una travolgente cover di “The Somberlain”, tra le grida di incitamento dei fans più sfegatati. Chiude il tutto “Waters Of Ain”, con la consapevolezza che la band svedese c'è. E si vede. Uno spettacolo davvero solido ed entusiasmante la cui unica pecca è forse la breve durata. Ma in fondo poco importa alla maggior parte dei metallari presenti, perchè subito terminato il concerto ha inizio la tradizionale metal disco nel tendone dal lato opposto del palco. Ciò significa ancora più alcool, bratwurst, e buona musica in compagnia, che volere di più?


Setlist Watain:
01) Malfeitor
02) Sworn to the Dark
03) I Am The Earth
04) Reaping Death
05) Legions of the Black Light
06) Stellarvore
07) The Somberlain (Dissection cover)
08) Waters of Ain


Foto:
Watain


The Devil's Blood


Monstrosity


Devourment


Merrimack


Ketzer


Report a cura di Marco Manzi

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