Il portale della musica Heavy Metal

www.holymetal.com
 
 
sei in Home » Live report » titolo dell'intervista
Torna indietro

Party.San 2010 - Day 3 - 8/14/2010 - *** - Bad Berka (DE)

E siamo giunti quindi all'ultima giornata dell'edizione 2010 di questo festival estremo. La stanchezza regna ormai sovrana, ma per fortuna la caffeina svolge perfettamente il suo compito e tiene in piedi il sottoscritto e molta altra gente. Ma anche un pò di alcool non fa mai male a dire il vero, senza esagerare, ovvio!
Sembra quasi che il tempo possa migliorare, quando in mattinata e nel primo pomeriggio il sole fa capolino per la prima volta da tre giorni. Ma è solo una mera illusione, in quanto pur essendo leggermente meglio, le nuvole non vogliono proprio abbandonare le ridenti campagne teutoniche. L'illusione quindi che il fango possa in qualche modo seccare è subito spazzata via, e si cammina sempre più a fatica mentre i rimorchiatori lavorano senza sosta per trainare le auto dei primi fugiaschi fino alla strada asfaltata.
Questa cornice non proprio idilliaca descrive il sabato del Party.San, ma il tempo è ancora clemente quando sul palco vediamo salire il riccioluto singer Abyss degli Under That Spell, creatura partorita dall'ex Helrunar Dionysos. I blacksters tedeschi hanno ricevuto buoni responsi riguardo al debutto discografico “Apotheosis”, ma per quanto la loro musica possa essere oscura, aggressiva e cattiva, sempre di Black Metal tradizionale si tratta, perciò nulla che faccia gridare davvero al miracolo.
Buono comunque lo show, e niente di male neanche per quanto riguarda i brani proposti, non conoscendo bene la band però ancora una volta devo rinviare a giudizio per via della breve durata dell'esibizione.
Sorpresa invece in positivo sono gli svedesi Tribulation. Nonostante un attitudine sul palco forse un pò esagerata, soprattutto nei gigni malefici del biondo chitarrista Jonathan Hultén, in contrapposizione al più composto e poliedrico Adam Zaars, già visto in azione con Enforcer e più recentemente Repugnant.
Sorpresa perchè avendo sentito la band fin'ora solo di nome non le davo gran peso, ma il loro misto di Death Metal con influenze Thrash alla lunga in questo live è davvero accattivante, e incuriosisce non solo me ma anche il pubblico che inizia lentamente a posizionarsi davanti al palco passata la sbornia del giorno prima. “The Horror” sembra un album niente male, o almeno lo è nella sua resa dal vivo, invogliandomi a dedicare più attenzione a questa formazione scandinava.
Finalmente uno dei momenti tanto attesi dal sottoscritto! Era da quando mi sono trasferito in Finlandia che speravo di vedere in azione i Ghost Brigade, una delle formazioni più valide ed originali a mio avviso della scena Death finlandese (per favore non contiamo i CoB...), ed è piuttosto curioso il fatto che la prima volta che li vedo in azione sia invece in Germania (ma c'è il bis il mese prossimo a Helsinki!).
“Isolation Songs” per me è davvero un gran capolavoro, e la possibilità di poter una volta per tutte sentire quelle canzoni dal vivo era una cosa che davvero aspettavo con ansia. Apertura affidata a “Deliberately” dall'album di debutto, ma l'emozione sale a mille quando passano brani come “Into The Black Light” con le sue magiche atmosfere, seguita dalla aggressiva e più cupa “Lost In A Loop”, o ancora la strumentale “22:22 – Nihil”, e qui già da un pò ho perso il controllo della mia testa che si muove freneticamente da sola. Fa quasi ridere invece quando durante il brano dal pubblico si sente qualcuno gridare “boooring!”.
Ma è una voce isolata nel discreto gruppo di spettatori che seguono come ipnotizzati dalle melodie di questi finlandesi. “Architect Of New Beginnings” è un'altra delle mie highlights personali, mentre questa esibizione sognante si chiude con “A Storm Inside”. Soddisfatto e appagato dalla buona prestazione della band, che pur ha avuto per un attimo qualche problema tecnico coi volumi, aspetto curioso di vedere invece i Desaster, la risposta tedesca ai Destroyer 666.
La formazione germanica risulta anche più vivace e divertente dei colleghi australo-olandesi, come si può vedere dalle pose del robusto chitarrista e le linguacce un pò alla Gene Simmons del bassista, col cantante che aizza la folla in continuazione, e quest'ultima che non si fa pregare a contraccambiare.
C'è da dire che i tedeschi sanno valorizzare i gruppi di casa propria, e ne vanno fieri. Di questo ne va dato atto. Così come senza dubbio la prova dei Desaster di quest'oggi mi fa pensare che forse fin'ora non avrei dovuto trascurare quasi del tutto questa band, ma c'è sempre tempo per rimediare, no?
Siamo a metà pomeriggio quando invece tocca ad uno dei gruppi più discussi del festival, a causa delle loro presunte tendenze politiche diciamo “estremiste” (ma speriamo che non sia l'ennesima caccia alle streghe): i Varg. Vestiti di pelli e pitturati a strisce rosse e nere, a me come abbigliamento sembrano un pò un'incrocio tra i Turisas e degli ultrà del Milan incazzati... Passando invece alla musica devo dire che non è poi così male, da buon Pagan Metal fan è anche facile catturare la mia attenzione quando si parla di eroi vichinghi e mitologia nordica in generale.
Così brani come “Viel Feind Viel Ehr” o “Blutaar”, tratta dall'omonimo ultimo full-length, suonano al mio orecchio piuttosto interessanti, anche se ovviamente non siamo ai livelli dei “mostri sacri” del genere. Il finale è dedicato invece alla titletrack del debutto “Wolfszeit”, e con il pubblico un pò diviso tra ascolto/mi rifiuto di ascoltare, io la mia scelta l'ho fatta, e riguarda la musica.
Interessante anche il gruppo seguente, dalla Svezia arrivano infatti i Månegarm, anche se sono sorpreso di vedere Erik Grawsiö in prima fila a suonare il basso invece che cantare dalla sua batteria, lasciata al drummer live Jacob Hallegren. Ho seguito questa formazione Viking/Folk fin dai suoi primissimi passi, e diciamo che mi ha sempre intrigato.
Ora che ho l'occasione di vedere il gruppo in azione davanti ai miei occhi, posso godere dell'atmosfera creata dai tanti corni vichinghi alzati al cielo e dalle teste roteanti a suon di canzoni quali “Sigrblot”, “Vredens Tid” o la nuova “Nattväsen”, con il violinista Janne Liljeqvist che salta come una cavalletta qua e là agitando la sua ricciuta chioma bianca raccolta. Onestamente fin'ora questo Sabato è stato una giornata piena di soddisfazioni, ed i Månegarm non sono da meno.
Siamo quindi oltre la metà del running order odierno quando i Necrophagist si presentano on stage. Onestamente non pensavo che la band tedesca, non certo prolifica in fatto di dischi nella sua lunga carriera, mi avrebbe potuto impressionare così positivamente, ma la loro prova è stata davvero di buon livello, non solo da parte del suo leader Muhammed Suiçmez, ma in generale l'esibizione è parsa vivace anche da parte degli altri membri della band, che si sono dimostrati pienamente in forma.
“Only Ash Remains”, “Epitaph”, “Stabwound”, sono solo alcuni dei brani presentati quest'oggi mentre ancora qualche raggio di sole fa capolino tra le nuvole che si stanno nuovamente addensando. Quando tra gli applausi del pubblico si chiude la conclusiva “Fermented Offal Discharge”, si ha la piena certezza che il pubblico di casa ha apprezzato lo show dei quattro deathsters, così come lo sfoggio della loro tecnica.
Torniamo in scandinavia invece coi norvegesi Aura Noir, formazione Black/Thrash un pò di culto dato che per chi non lo sapesse vanta l'attuale bassista degli Immortal (nonchè ex-Gorgoroth), ed ex membri di band di primissimo piano come Ulver, Satyricon, Mayhem (il chitarrista Blasphemer).
Molta parte della scaletta viene dall'ultimo buon “Hades Rise”, di ormai due anni orsono, e la band suona potente ed energica, tra le pose dei due chitarristi là davanti a intrattenere il pubblico. Molto suggestivi gli effetti di luci che fanno da contorno ad un esibizione convincente, almeno per il sottoscritto, ma anche per larga parte del pubblico. Un gruppo che va senza dubbio nella mia lista di band da rivedere alla prima occasione!
Gli inglesi Napalm Death si fanno come sempre notare per la velocità e frenesia delle loro canzoni, che dà quel formicolìo incessante tipo parkinson ai musicisti sul palco, tant'è che sarebbe quasi una sorpresa vederli una volta tanto fermi. Barney ovviamente non si smentisce con i suoi messaggi anti-nazisti (forse in contrapposizione alla polemica Varg?), ricevendo anche qualche applauso per questo dai fans. Ma invece di politica parliamo di musica. Pur essendo tirato ed intenso come sempre, lo show della formazione di Birmingham non mi convince proprio granchè, forse stenta un pò a decollare, nonostante i quattro sul palco stiano sudando come dei folli.
Dopo una mezz'ora però lo show diventa abbastanza ripetitivo, e un pò anche per la stanchezza e la fame mi ritiro dove ci sono gli stand con la roba da mangiare...
Decisamente più coinvolgenti sono invece i Suffocation. E' davvero divertente vedere quelle strane facce del muscoloso Frank Mullen mentre incita i suoi fans. Negli ultimi anni ho perso un pò di vista le vicende della band, che però dal vivo ha grinta da vendere. Si fa notare nelle sue pose anche il bassista Derek Boyer, che pare davvero indiavolato.
Insomma quarantacinque minuti di Brutal Death tecnico suonato come si deve, e bisogna senza dubbio dare atto alla formazione statunitense di ciò. Più prolifica nel periodo post-reunion, sono però giustamente sempre i classici come “Pierced From Within” ad avere la meglio sulla folla scatenata.
A livello personale posso senz'altro ritenermi soddisfatto, ma sono certo che anche la band ed il resto del pubblico non sono rimasti delusi!
Fa un pò strano che i Lock Up siano invece in una posizione così alta in scaletta, persino più avanti dei Napalm Death, e di questo il bassista Shane Embury può essere sicuramente orgoglioso.
La band non ha dopotutto molti live alle spalle, e la piazza d'onore prima degli headliner è qualcosa che non capita così facilmente anche se il livello dei musicisti coinvolti è senz'altro meritevole di ciò. Non sono e non sono mai stato un gran fan della band inglese, e la prestazione di oggi non mi fa certo cambiare idea. Pare però che il tutto susciti parecchio interesse negli infangati e ormai parecchio ubriachi, nonchè esausti metallari del Party.San.
Per quanto mi riguarda invece è un'occasione unica per riprendere le energie prima del gran finale con Mr. Corpsegrinder ed i suoi Cannibal Corpse, fortunatamente non troppo in ritardo, in quanto è davvero estenuante aspettare l'ultima band dell'ultima giornata!
Fin dalle prime note di “Scalding Hail” il pubblico esplode e si lancia in headbanging da capogiro e moshpit violento, ed ovviamente non mi aspettavo niente di meno, anche se comunque ultimamente è piuttosto facile trovarsi a veder suonare i CC. Quasi impeccabili ancora una volta, con il cantante che si mette pure a scherzare con il pubblico prima di “I Cum Blood”: “potete provare a fare headbanging come me, fallirete, ma potete sempre tentare!”. Ed in effetti George Fisher sembra davvero divertito e di buon umore quest'oggi, nulla a che vedere con l'immagine di grosso omone cattivo a cui si potrebbe pensare.
Da qui entriamo nella seconda parte dello show, che regala una perla dietro l'altra: “Evisceration Plague”, “Make Them Suffer”, “Priests Of Sodom” si susseguono freneticamente col pubblico in stato completamente euforico ad accalcarsi nelle prime file. Ancora una volta il cadavere cannibale fa centro, ed il concerto si chiude come tradizione con la stupenda “Hammer Smashed Face”. Ci può essere conclusione migliore per un festival come questo?
Tirando quindi le somme della giornata, troviamo in cima alla lista sicuramente Cannibal Corpse, Suffocation, Aura Noir, ma nel mio elenco personale aggiungerei la prestazione di Ghost Brigade e Tribulation, così come Månegarm e Necrophagist. Insomma, una gran bella giornata di ottima musica, non fosse per il freddo, la stanchezza, i vestiti coperti di fango. C'è ancora chi ha le energie per buttarsi nella festa finale della solita metal disco, ma il sottoscritto preferisce una volta tanto bersi qualche birra in pace con gli amici e crollare dal sonno nella tenda, in attesa della partenza la mattina successiva.

In un'edizione che è scorsa senza troppi intoppi, ed ha visto un'affluenza di pubblico senza precedenti, un plauso è dovuto all'organizzazione che ha lavorato senza sosta tutto il weekend per mantenere la zona più o meno agibile, e permettere al meglio possibile di far scorrere le (davvero troppe) macchine bloccate nel fango. E dire che quest'anno non sono andato al MetalCamp, che tradizionalmente è uno dei festival più “bagnati” dell'estate. Che sia stata la mia punizione?


Foto:
Cannibal Corpse


Lock Up


Suffocation


Napalm Death


Aura Noir


Necrophagist


Månegarm


Varg


Desaster


Ghost Brigade


Tribulation


Under That Spell


Report a cura di Marco Manzi

Archivio Foto

 

Recensioni demo

Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.

Wofango Patacca

Segui le avventure di Wolfango Patacca il boia di holymetal.com