Ancora una volta il Nosturi si trova ad accogliere del buon Black metal d'importazione svedese, col trio Watain, Repugnant and In Solitude. Non è moltissimo il pubblico, mi sarei aspettato onestamente di più, ma siamo comunque sulle centinaia, il che non è poi così male. Ad aprire le danze è quindi l'ultima band citata, con il cantante vestito di giacca in pelle e una specie di furetto (o più probabilmente una volpe) che penzola dal collo. Questa poi non l'ho capita.
La band suona un heavy metal piuttosto classico, dalle tinte oscure e qualche influenza più estrema. Un mix che va giù pesante, dato che durante la loro esibizione davvero non riesco a farmi prendere per niente dalla loro musica. Faccio fatica a capire quella parte del pubblico che invece sembrava apprezzare questo show, in cui ad ogni modo troviamo il bassista della band seguente.
Tocca infatti dopo poco ai decisamente più interessanti Repugnant, e la prima cosa che noto è di aver già visto il chitarrista suonare il mese scorso coi Tribulation, e lo scorso inverno con gli Enforcer. Ma la prova della formazione di Stoccolma è davvero buona, incuriosendo il sottoscritto ed accendendo l'interesse dei fans presenti che iniziano a scaldare l'atmosfera. Gli svedesi non hanno certo avuto vita facile nella loro carriera, e sono tornati a farsi sentire solamente da poco. Si spera che ora trovino una certa stabilità, in modo da poter pubblicare un secondo disco, almeno valido quanto il buon “Epitome Of Darkness”. In fondo canzoni come “Premature Burial” o “Sacred Blasphemy” sono davvero valide, e sarebbe un peccato se non ci fosse un degno seguito. Senz'altro questo tour non può fare che bene alla band, che nonostante tutto ha il suo bel gruppetto di fans, ed è un ritorno ben gradito.
Davvero un buono show, anche se ovviamente con una line-up totalmente rinnovata. Ma il cantante e chitarrista Mary Goore, nonchè fondatore della band, si dimostra ben carico, e quando la voglia c'è e si vede, viene anche ripagata dal responso degli spettatori presenti.
Manca sempre meno all'arrivo dei Watain, quando un odore terribile, come se qualcuno avesse ribaltato dei bidoni della spazzatura nel locale, inizia ad impregnare tutto il Nosturi. Nel giro di pochi minuti, la realizzazione che si tratta di sangue di maiale in putrefazione, che la band (di cui è ricoperta, ha deciso gentilmente di donare al pubblico nelle prime file... Che gesto simpatico!
Peccato che il sottoscritto al momento fosse proprio tra il palco ed il pubblico, e vi lascio immaginare l'olezzo terribile di cui si sono impregnati i vestiti per giorni, oltre alle fastidiose macchie di sangue che darebbero del gran filo da torcere anche a Mastro Lindo nei suoi giorni migliori.
Davvero dei simpatici burloni questi Watain, che appunto sfruttano “Devil's Blood”, per questa bella trovata, che farà tra l'altro tanto felici i gestori del locale, il quale deve venire disinfettato da cima a fondo. Lo spettacolo se non altro è di ottimo livello, e se non altro in questo Erik Danielsson e compagni si fanno perdonare dai loro devoti seguaci, per la maggior parte anche abbastanza ubriachi.
Anche la scenografia, di cui il batterista sembra far parte (sembra quasi stampato sul telone di sfondo!) è al completo come da festival. Solo un pò più compressa. Troviamo quindi teschi di animale, drappi, tridenti infuocati, candele un pò ovunque... anche sopra due poveri corvi impalati ad ali spiegate (perchè questa gente ce l'ha tanto con gli animali?).
In questo scenario, con questa puzza vomitevole, chi non si sente male si esalta all'inverosimile per brani come “Sworn To The Dark” (manca però stranamente “Legions Of The Black Light”...) e “Stellarvore”, ma il concerto pare durare davvero pochissimo. Non passa infatti molto prima dell'encore finale in cui gli svedesi si cimentano in una tanto acclamata cover di “The Return Of Darkness And Evil” dei Bathory.
Solo una decina di brani quindi. Davvero un assaggio, per essere un tour da headliner. E così quel che resta è l'impressione che “si, sono stati bravi, ma potevano fare meglio”, e soprattutto rimane il ricordo indelebile nell'odore fetido di quello schifosissimo sangue andato a male. Immaginatevi un'orda di blackster ubriachi che infestano le vie del centro di Helsinki nella notte emanando un'odore di cadavere putrefatto. Ecco, è quello che è successo durante quel sabato sera.
Analizzando il tutto direi, pro: un gran bello show della band svedese ed anche da parte dei suoi compatrioti Repugnant, contro: vestiti e capelli che puzzano da tenere lontano chiunque, una setlist davvero breve, e che pecca di almeno 2-3 canzoni di solito immancabili. Io direi che alla fine è un pò un pareggio.
Setlist Watain:
01) Malfeitor
02) Devil's Blood
03) Satan's Hunger
04) Reaping Death
05) Sworn To The Dark
06) Wolves Curse
07) Total Funeral
08) Stellarvore
09) On Horns Impaled
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10) The Return Of Darkness And Evil (Bathory cover)
Foto:
Watain
Repugnant
In Solitude
Report a cura di Marco Manzi
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