Dopo qualche anno dall'ultima apparizione di Jeff Waters e soci in terra finlandese, eccoci qui alla loro prima da headliner nel paese delle nevi e dei ghiacci. Il Tavastia, club più famoso del paese per eccellenza, è quest'oggi sold-out, e con buone ragioni.
Mentre l'atmosfera si scalda con l'ammassarsi dei fans all'interno (cosa che facilita enormemente la vendita di alcolici), ci troviamo quindi di fronte ai norvegesi Svölk, che inaugurano la serata alle 20 a dispetto degli orari piuttosto strani segnalati in precedenza, che davano 20 minuti alla band per esibizione e cambio palco prima del gruppo seguente.
I barbuti norsemen si presentano con il loro autoproclamato “True Norwegian Bear Metal”, che non mi è ancora chiaro adesso, ma sembra che tra bear metal, horse metal ecc, gli animali ultimamente vadano parecchio di moda. Il sound è comunque vicino ad un hard-rock classico con forti influenze heavy di stampo ottantiano, e melodie groovy delle chitarre che stuzzicano la fantasia con un pizzico di prog e pare anche thrash qua e là.
Le solide chitarre sono senza dubbio il fondamento della musica di questi bizzarri scandinavi, che sembrano tornati indietro nel tempo anche nel look. Mentre tra una canzone e l'altra inneggiano al loro “Karhu (orso in finlandese, ma anche una nota marca di birra) Metal”, suscitando gli incitamenti dei primi esaltati davanti alle transenne. Buona prova comunque, seppur nel finale all'orecchio suona quasi un pò ripetitiva. Un gruppo tutto sommato curioso.
Dopo un breve momento di pausa giunge quindi l'ora degli inglesi Sworn Amongst, che hanno pubblicato quest'anno il loro secondo disco “Severance”. E' un'ottima opportunità questo tour, per far conoscere meglio la band all'estero, dato che fin'ora pare che il gruppo non abbia avuto grande successo fuori dai confini del Regno Unito. La band guidata da Liam Liddell personalmente non mi fa una grande impressione. Si, si tratta di buon Thrash metal, ma sinceramente al momento non riesco a pensare a una buona band Thrash made in UK, e forse è una questione di gusti personali, ma diciamo che non sono così sorpreso dalla loro esibizione.
Devo ammettere tuttavia che le chitarre del duo Liddell/Barker sono a tratti piuttosto accattivanti, e d'altra parte questi giovani hanno ancora tempo davanti a loro per migliorare. Le qualità pare ci siano, e pezzi come “Crimson” o la stessa “Severance”, titletrack dell'ultimo disco, le fanno quantomeno intravedere. In ogni modo continuando a suonare in giro per l'Europa i quattro possono farsi conoscere e ingrandire la loro base di sostenitori.
Il Tavastia si trasforma ancora una volta in una sauna vera e propria quando sta per arrivare il tanto atteso momento degli Annihilator. Ed in effetti visto l'alto numero di gente senza più la maglietta, direi che mancano solo gli asciugamani ed il mestolo per buttare acqua sulle pietre roventi.
Tutto ciò viene sopportato con noncuranza dagli oltre 600 spettatori devoti che acclamano a gran voce il nome della band canadese. E quando si comincia con la nuova “Ambush”, subito quel pazzoide di Jeff Waters si lancia in pose e virtuosismi chitarristici di vario tipo, nel suo ennesimo cambio di look con capelli corti quasi come il suo compare Dave Padden. I nostri sganciano subito la prima bomba con “King Of The Kill”, con la veemente reazione del pubblico che si scatena a pogare nelle vie centrali.
Il buon vecchio Jeff è in vena di spirito come sempre e si diverte a stuzzicare i suoi fans in vari modi, anche nei suoi discorsi tra un brano e l'altro. Mentre con “Plasma Zombies”, uno dei brani più potenti dell'ormai datato “Schizo Deluxe” il celebre chitarrista si presenta con una chitarra illuminata al neon, torniamo al '96 con “The Box”, in una setlist piuttosto ben equilibrata (e parecchio lunga), che lascia spazio un pò a tutta la discografia. Manca (dannazione!) la classica “Never, Neverland”, ma non si può avere tutto.
Nonostante l'intesa tra Waters e Padden si sia ormai cementificata da “All For You” in poi, personalmente preferisco ancora il vecchio stile di gente come Randy Rampage e Coburn Pharr, cantanti storici della creazione dell'allora “piccolo Jeff”. Il tutto però funziona decisamente bene, e fanno il loro buon lavoro anche il batterista sudamericano Carlos, e l'altrettanto latino Al Campuzano al basso.
Quest'ultimo si diletta più volte a “duellare” con Jeff davanti alla batteria, mentre decisamente più statico è il singer Padden. “The Fun Palace” segnala l'entrata nella seconda parte dello show, quella dei pezzi forti, come appunto la seguente “Set The World On Fire”, tra il pubblico totalmente scatenato (c'è infatti una ragazzina davanti a me che continua a saltellare come avesse delle batterie inesauribili). La suggestiva “Phoenix Rising” porta al momento “accendini accesi”, e quando Waters suggerisce che “potrebbero suonare ancora un'altra canzone”, ne arrivano in realtà sette.
Citiamo come highlights “Tricks And Traps”, “Phantasmagoria”, e dopo le presentazioni del gruppo, l'immancabile “Alison Hell”, che fa da gran finale e degna chiusura di sipario su questo grande show.
Insomma gli Annihilator hanno conquistato il Tavastia, e lo si legge sulle espressioni e i sorrisi a 32 denti degli spettatori che si avviano in coda per uscire dal locale. Un gran successo per una band che rappresenta a suo modo un gran contributo alla storia ed all'evoluzione di questo genere musicale. E direi che il tutto è senz'altro valso il prezzo del biglietto.
Strana cosa invece il fatto che subito dopo lo show, iniziava a formarsi una nuova coda all'entrata. Questa volta di fans di musica hip hop. Strano come funzionino alle volte questi music club!
Setlist Annihilator:
01) Ambush
02) King Of The Kill
03) Plasma Zombies
04) The Box
05) Betrayed
06) Hell Is a War
07) Ultra-Motion
08) Clown Parade
09) The Trend
10) The Fun Palace
11) Set The World On Fire
12) Phoenix Rising
13) Sounds Good To Me
14) Tricks And Traps
15) W.T.Y.D.
16) Phantasmagoria
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17) 21
18) Crystal Ann
19) Alison Hell
Foto:
Annihilator
Sworn Amongst
Svölk
Report a cura di Marco Manzi
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