Sono mancati dal nostro paese per 9 lunghi anni, in pochi, compreso il
sottoscritto, forse ricordano il fantomatico concerto tenutosi sempre qui
all’Alcatraz di Milano quell’ormai lontano 2002 in supporto all’ottimo "Power
of the Dragonflame".
Molte cose sono cambiate da allora, l’aggiunta di quel suffisso "of Fire",
diversi studio album, tra cui l’ultima fatica "The Frozen Tears Of Angels" e
varie vicessitudini discografiche. Tutto questo non ha assolutamente
intaccato lo spirito della band e fortunatamente nemmeno la line up, rimasta
solida e assolutamente invariata come all’epoca dell’ultimo live show
italiano.
Arriviamo, causa traffico, giusto per vedere la prova degli austriaci
Vision of Atlantis perdendo in questo modo i Vexillum.
Una prova, ad essere onesti, non proprio riuscita, sia per la proposta del
gruppo, un power sinfonico trito e ritrito e ritrito ancora, che non aggiunge
nulla a quando già detto sin’ora. Non è certo bastato affiancare due voci,
una maschile e una femminile, per offrire qualcosa di nuovo. La female
vocalist Maxi Nil oltre tutto si è rivelata davvero sgradevole, sottotono e a
tratti fastidiosa.
Di contro va elogiata la tecnica del chitarrista Werner Fiedler, ma nulla
più, band senza dubbio da non rivedere.
Finalmente si fa sul serio quando "Dar-Kunor" introduce l’ingresso dei
Rhapsody fo Fire, che attaccano subito con "Triumph Or Agony", il
pubblico segue Lione come incanato acclamandolo ad ogni suo cenno e
rispondendo con cori caldi e appassionati quando il frontman lo richiede.
Tutti in forma smagliante i vari musicisti, primo fra tutti Turilli che non
sbaglia un colpo, così come lo schiacciasassi Alex Holzwarth che dopo "On The
Way To Ainor" da il meglio di sé con un ottimo drum solo.
Segue un trio spettacolare con "Dawn of Victory", "Lamento Eroico" dov’è
ovviamente Lione a farla da padrone e la potentissima "Holy Thunderforce".
Ci si avvia alla conclusione con una song che ho gratito particolarmente,
l’epicissima "The March Of The Swordmaster" che fa cantare tutto
l’Alcatraz.
In chiusura invece troviamo "Reging of Terror" e la mitica "Emerald Sword".
"Sea Of Fate" riporta tutti alla realtà, dopo aver assistito al gran ritorno
dei Rhapsody of Fire, speriamo solo di non dover attendere altri 9 anni prima
di rivederli, per ora, cari RoF ben tornati a casa e grazie per la serata.
.: Foto :.
.: Rhapsody of Fire
Report a cura di Paolo Manzi
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