E' di scena un piccolo festival dedicato al power metal al Rolling Stones di Milano, questa sera si esibiranno sul palco, la giovane band degli Epica, l'ormai intramontabile Timo Kotipelto e gli headliner della serata: i Kamelot.
Salgono per primi gli Epica, band capitanata dalla bellissima Simone Simons. Anche se risultano ancora sconosciuti alla maggior parte del pubblico, il loro stile vicino al sound dei finlandesi Nightwhish, riscuote subito un'ottima risposta dai preseti. I sei olandesi, il cui secondo album uscirà a breve, mettono sul palco una classe veramente formidabile per una band appena formata. Con la loro ottima presenza scenica e con una buona tecnica, riescono a proporre ai fan uno show veramente emozionante. Il punto di forza degli epica è, a m io avviso, di essere riusciti ad integrare la voce da soprano di Simone all'interno del loro sound, senza però cadere nella trappola delle orchestrazioni barocche che spesso si presentano nello stile dei Nightwhish.
Subito dopo gli Epica, ecco il turno dell'atteso Timo Kotipelto (Singer degli Stratovarius), che si presenta sul palco con una serie di pezzi tratti dal suo ultimo album da solista. Un giudizio sulla sua prestazione? Deludente. Sarà che a fine marzo è facile beccarsi dei mal di gola e che non sarà, forse, al 100%, ma il cantante che si è visto sul palco questa sera non è assolutamente quello che ha inciso "Vision" o "Episody". tutta la prima parte dello show è costellata di acuti sbagliati e di sbavature melodiche che rendono le sue canzoni poco più che decenti. Fra l'altro lo spettacolo, già non troppo lungo (45min) è spesso interrotto da pause, improbabili assoli di chitarra o da un virtuosistico assolo di basso. (questa continue interruzioni non possono far altro che confermare il fatto che Timo non fosse troppo in salute, e quindi necessitasse di un po' di pause per riprendersi). Il suo concerto ha una piccola ripresa solo verso la fine, quando propone due canzoni degli Stratovarius: "Huanting High and Low" e "Black Diamond". Il sostegno del pubblico qui è scontato, e lo show può chiudersi comunque felicemente con questi due cavalli di battaglia.
Finalmente il palco viene attrezzato per la band più attesa, i Kamelot. La loro prestazione si apre a sorpresa, la prima canzone proposta è "Centrer of The Universe" seguita da "Uther". i Kamelot sono in forma e si vede, e adesso possono anche contare sul sostegno di un nutrito gruppo di fan che a squarcia gola canta ogni canzone. Viene proposto subito un cavallo di battaglia "Nights of Arabia" e subito dopo "Wader", ma la sorpresa della serata sta per arrivare: sale sul palco Simone, la cantante degli Epica.
Khan e Simone insieme cantano "The Haunting", un'interpretazione magistrale che lascia il pubblico a bocca aperta. Il concerto procede bene e purtroppo però, senza Simone. vengono suonate di fila "Forever", la title track dell'ultimo album, "The Blach Halo" e "The Fourth Legacy". Molto toccante è il brano "Don't You Cry", scritto per la memoria del padre di Thomas Youngblood, il chitarrista, risulta, grazie anche all'ottimo gioco di luci, il pezzo più riuscito della serata.
Dopo un ottimo assolo di batteria (i batteristi sono stati i protagonisti di questa serata, tutti di gran lunga gli elementi più in forma dei loro gruppi) è tempo della prima encore che regala ai fan due pezzi da novanta "March Of Mephisto" e "Karma", e quando si pensa che il concerto sia finito così, i Kamelot propongono ancora "Epiclogs" e chuidono il concerto con "Farawell".
Un'ottima prestazione per una band che si è fatta trovare veramente in forma, purtroppo l'unica pecca della serata è stata la prestazione sotto tono di Timo Kotopelto, che avrà però di sicuro la possibilità di rivalersi nel prossimo tour, magari da headliner...
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Report a cura di Tommaso Bonetti
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