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Saxon - 5/22/2011 - Alcatraz - Milano

Grazie ai sempiterni lavori in corso, causa Expo Milano 2015, impieghiamo ben un’ora e mezza abbondante per percorrere i 50 km che ci separano dall’ Alcatraz, perdendo così entrambi i gruppi di supporto, tra i quali segnalo i buoni Heavy Metallers olandesi Vanderbuyst ma, lunga e tortuosa è la strada, non propriamente un’ “Autostrada Dei Sogni”, tanto per citare la Strana Officina!
Ad ogni buon conto, lo show dei veterani SAXON inizia alle 21:15 spaccate, dando così il via alla prima delle tre date (non di seguito), che il quintetto dello Yorkshire terrà nella Penisola per supportare il nuovo disco “Call To Arms”.
Ecco quindi che, dopo l’ intro, il freschissimo singolo “Hammer Of The Gods” squarcia la serata meneghina e prelude alla solita, inequivocabile, lezione di Heavy Metal impartitaci dagli “Stallions Of The Highway” per eccellenza.
Suoni perfetti e vocals impeccabili da parte del biancocrinito Biff Byford, da più di trent’anni, al pari dell’axeman Paul Quinn, al timone del veliero Saxon, questi sono gli ingredienti base della miscela shock di questa sera, condita ovviamente con canzoni da testa di serie, in qualsiasi classifica voi le poniate!
Siglata immediatamente una tripletta da infarto, quale “Motorcycle Man”, “Never Surrender” e “Heavy Metal Thunder”, il locale è in visibilio, scandendo ogni parola di questi tre anthems immortali, ottimamente interpretati dai vecchi leoni britannici!
“Back in ’79”, così come “I’ve Got To Rock (To Stay Alive)”, sono un paio di recenti (il primo addirittura recentissimo) mid tempos che, ovviamente, servono ai Sassoni per non farci dimenticare che anche negli anni 2000 loro, a differenza di tanti altri, riescono ancora a farci muovere il culo anche con canzoni nuove le quali non potranno essere paragonate agli storici cavalli di battaglia ma che comunque fanno la loro “porca” figura!
Arriva anche “Dallas 1 PM” per rituffarci nei ruggenti 80’s, con menzione d’onore all’accoppiata Quinn/Scarratt per il gusto tecnico sfoggiato, prima che la nuova title track metta l’acquolina in bocca a coloro che non hanno ancora avuto modo di assaggiare la nuova prelibatezza targata Saxon.
Momento più soft con “Rock ’n’ Roll Gypsy”, brano da “Innocence Is No Excuse”, che strizza l’occhio all’Hard di stampo americano ma che, ancora oggi, riesce a scuotere le assi del palco grazie ad un refrain semplicemente esagerato!
“Demon Sweeney Todd”, dal penultimo “Into The Labyrinth”, mette in luce la sezione ritmica della band, ovvero i devastanti e scatenati “Nibbs” Carter al basso, ritornato anche dal vivo, dopo le defaiances personali dello scorso tour e, soprattutto quel Nigel Glockler che per un’ora e quarantacinque ha bombardato le sue pelli in modo continuativo, vario ed assolutamente impeccabile!
Un altro trittico di gemme vengono lanciate nel caldo (in tutti i sensi!) pubblico di questa domenica bestiale, “And The Bands Played On”, esaltante resoconto del primo Festival di Castle Donington del 1980 (e se lo dicono loro che c’erano!), la cover di Christopher Cross “Ride Like The Wind” col suo incedere catchy e radiofonico che, a detta di Byff è molto apprezzata qui da noi, come in Spagna ed in Grecia, benchè sia “ambientata” in Messico e, da ultima, “The Eagle Has Landed”, epica e soffusa, con la sua mitica reprise di Priestiana memoria.
Una botta dietro l’altra, poiché dopo “Chasing The Bullet”, ultimo pezzo estrapolato dal nuovo lavoro, il crescendo finale da capogiro fa tutt’ora impallidire la stragrande maggioranza di acts che affollano la nostra scena, continuare a leggere per credere...
Ripescata financo “Play It Loud”, contenuta su “Denim And Leather” e dedicata ai più sfegatati fans dei Saxon, tanto per farci assaporare quello che sarà l’ennesima conclusione dell’ennesimo“over the top show” dei nostri.
Si canta ancora tutti insieme con “Denim And Leather”, con Mr. Byford che incita la “folla” a fare di meglio, precedendo l’esaltazione totale derivata da “Princess Of The Night”, abitualmente introdotta da Paul Quinn, marchio di fabbrica del gruppo al pari dell’ugola al titanio del sopracitato singer.
Primi due “bis” affidati a “Crusader”, emozionante e sentitissima dai presenti, anche perchè i cinque d’Albione non danno segni di cedimento, così come sulla successiva, strabiliante “747 (Strangers In The Night)”.
Alternati dai brevi solos di Carter prima e Scarratt poi, i nostri si confermano di essere la “Strong Arm Of The Law” della canzone omonima, che fa sobbalzare un sudatissimo e soddisfattissimo Alcatraz, il quale viene anche omaggiato della finale “Wheels Of Steel”, ennesimo caposaldo Heavy Metal nel ricco palmares dei Saxon.
Chiudo solo dicendo che, dopo undici concerti dei Saxon, per il sottoscritto tutti ampiamente soddisfacenti, non ci penso nemmeno lontanamente a farmeli sfuggire ogni qual volta toccheranno di nuovo il nostro suolo, mi auguro ancora per molti anni, perchè loro sono l’esempio vivente del vetusto proverbio “La classe non è acqua”, Saxon brought us all together!!!


Report a cura di Alessio Aondio

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