Giorno 0 - Giovedì 16
Quest’anno il nostro lunghissimo viaggio verso Clisson parte con ben due giorni di anticipo e ci fa arrivare alle 6 della mattina del giovedì. L’anno scorso era stato davvero troppo stancante. Fare il viaggio la notte del giovedì e arrivare giusti per l’inizio dei concerti è un massacro: 15 ore di macchina e una notte insonne passata a guidare fiaccano anche lo spirito più grintoso.
Quest’anno ce la siamo presa comoda, anzi comodissima, perché oltre a partire prima, siamo andati per la prima volta anche in camper. Riparati dalla pioggia, mangiando pasta italiana calda e protetti dalle folate di vento gelido abbiamo potuto ricaricarci di energie per fare il massimo casino appena uscivamo.
…e siamo stranamente riusciti a portarlo a casa intatto.
Il giovedì non ci sono i concerti sui main stage ma comincia comunque ad aprire il metal corner con birra, vino, e i primi show live delle band locali.
L’area dell’Hell Fest è divisa in 4 parti. La prima zona contiene i quattro palchi principali, le bancarelle del cibo e del merchandise ufficiale, di fianco a questa, c’è il Metal Market con decine di bancarelle metalliche, tatoo e piercing. Prima di arrivare nella zona concerto si passa sia dall’area camping e dal metal corner. Il Metal Corner è un’area tranquilla dove si può bere, mangiare, giocare e rilassarsi prima o dopo l’area concerti. Le scene peggiori succedono qua.
Giorno 1 - Venerdì 17
Il primo giorno parte davvero male: pioggia! Acquazzoni a tratti di 5 minuti e una temperatura che rasenta i 12 gradi! Si teme il peggio, organizziamo un briefing in camper per decidere cosa fare, ma in un attimo, siamo tutti sbronzi e decidiamo semplicemente di fottercene e di cominciare a vedere i concerti.
E’ piena ora di pranzo quando dopo aver dato un’occhiata allo show dei Malevolent Creation, mi porto sotto l’altro tendone (quello di Terrorizer, in perfetto stile da circo) per vedere gli svedesi In Solitude. Come i loro colleghi, possono ritenersi fortunati dato che il maltempo raggruppa parecchia gente al coperto, e la giovane formazione scandinava dà buona mostra di sè, anche se gli amanti degli animali avranno da che ridire per la pelle di volpe che penzola dal collo del cantante. “Demons”, “Serpents Are Rising” e la conclusiva “Witches Sabbath” sono i pezzi che più esaltano i fans, seppur non così coinvolti nello show di questi seguaci dell’occulto provenienti da Uppsala.
Le prime band sui due palchi principali fanno però davvero fatica a fare presa su un pubblico che appena arrivato si trova sotto la pioggia battente e quindi le esibizioni di The Answer e Alter Bridge passano un po’ in sordina.
I Church Of Misery sono invece per me una delle rivelazioni di questo festival. Tornato nel solito tendone strapieno, mi ritrovo davanti a questi giapponesi guidati da un cantante barbutissimo in soli jeans che si muove come un dannato sul palco, gettandosi poi tra il pubblico più volte. Per non parlare poi della musica, uno stoner/doom metal malato al punto giusto, che ti fa immergere nelle sue atmosfere in brani come “El Padrino” o “I, Motherfucker”. Tutti me ne avevano parlato bene, ma questi ragazzi sono davvero uno spettacolo. Semplicemente grandiosi dal vivo!
Decisamente meglio quando si torna al main stage i Maximum The Hormone che con il turbine di generi che riescono a mescolare a una velocità pazzesca si candidano anch’essi ad essere tra le migliori band emergenti di questa edizione dell’Hell Fest.
Ricomincia la fredda pioggia e il vento sferzante, molti concerti è davvero difficile seguirli, per fortuna il tempo concede una tregua durante l’esibizione di uno delle figure storiche della musica rock, Mr. Iggy Pop. Chiamare questa rock star un arzillo settantenne è davvero riduttivo, Iggy ha decisamente più grinta, voce ed energia di quanto uno possa mai immaginare. Mentre io sono vestito con felpa, giacca in pelle, sciarpa di lana e un mal di gola da panico lui entra in scena a torso nudo e con una voce perfetta. È davvero imbarazzante il confronto con la mummia di Ozzy Osborne (che ha un anno in meno di età) che si aggira ancora per l’hell fest. Iggy And The Stooges, questo il nome della band, è un gruppo composto da dei mostri sacri della musica rock. Lo show è davvero unico, Iggy salta, corre e canta, passa più tempo abbracciato ai fans giù nelle transenne che in cima al palco. Bellissime “I Wanna be Your Dog” con tanto di assolo di basso stratosferico e la finale “Penetration”. Voce perfetta show fantastico, lui è uno degli immortali insieme a Mich Jagger e Angus Young!
Si vede che Rob Zombie stasera è la portata principale dalla calca disumana di gente che si inizia a schiacciare contro le transenne ancora prima che lo spettacolo abbia inizio. Si, lo spettacolo, perchè il Sig. Zombie si rivela un vero e proprio showman, tant’è che mi spiace per quei poveracci a cui sono state annullate le date seguenti del tour europeo.
Si comincia già col botto, dato che troviamo tra i primi brani “Superbeast” e “Living Dead Girl”, che esaltano subito i fans in prima fila. Diciamo che anche l’arrivo delle ballerine in topless a un certo punto fa piacere al pubblico maschile, mentre si passa poi con un boato alle prime note di “More Human Than Human” dell’era White Zombie. Spazio anche alla parte femminile degli spettatori, quando una ragazza viene invitata a farsi avanti per “Sick Bubblegum”. Nessuna però ha “le palle” per farlo, quindi si prosegue su “Pussy Liquor”.
A parte i costumi davvero per pensati ed una scenografia degna del noto regista horror, direi che la performance dei quattro è davvero di quelle che lascia il segno, e che ti coinvolge dall’inizio alla fine!
Molti impazziscono quando arriva la classicissima “Super-Charger Heaven”, ma è eccezionale come la gente abbia ancora tutta questa energia per saltare al ritmo della finale “Dragula”. Bravissimo a Rob Zombie, che a livello di teatralità on stage si mostra non da meno del buon vecchio Alice Cooper. E questo è un signor complimento.
A chiudere la prima delirante giornata di Hell Fest c’è infine anche la doppietta In Flames – Mayhem, dovendo scegliere perché contemporanei vado a vedere gli svedesi così saltando un po’ magari mi do una scaldata! Gli In Flames sono in gran forma anche se i volumi non sono altissimi, peccato, vorrà dire che dovrò andare nelle prime file! Anders Fridén si è tagliato i mega rasta ma ha conservato la forza di un tempo il concerto comincia subito velocissimo. “Cloud Connected” precede “Trigger”, poche parole e tanta musica per stare dentro nei tempi. “Alias” e “Disconnected” sono sicuramente le canzone migliori della parte central dell show che si chiude tra esplosioni e lingue di fuoco con “Leeches” e “Come Clarity”. Grande prestazione degli In Flames che riescono a tenere incollato il loro pubblico fino alle 2 del mattino.
Foto:
Mayhem
Rob Zombie
Morbid Angel
Iggy And The Stooges
Down
Karma To Burn
Primordial
Church Of Misery
Dodheimsgard
In Solitude
Malevolent Creation
Svart Crown
Report a cura di Tommaso Bonetti e Marco Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.