Przystanek, questo è il nome impronunciabile del più grande festival al quale abbia mai partecipato. Per dare l’idea Gods of Metal 12’000 persone, Metal Camp 25’000, Hell Fest 80’000, Wacken 100’000 qui ce ne erano 700’000 durante l’ultima giornata).
Scommetto che nessuno di voi ha mai sentito parlare di questo evento e anche io ne sono venuto a conoscenza solo perché un Hare Krishna (sì uno di quei suonati allegri arancioni che girano strafatti cantando per la strada) è riuscito a vendermi un loro disco sul quale c’era, tra una serie di cagate pazzesche, la pubblicità di questo festival:
La mia mente bacata ha pensato che se un Hare Krishna era riuscito a vendermi un disco con la pubblicità di un festival in Polonia doveva esserci un valido motivo per andare, dovevo solo capire quale. Non era certo perché in quel momento ero ubriachissimo… allora ho cominciato ad informarmi.
Il Prystanek, o meglio conosciuto come Woodstock Station, è un concerto che la Wielka Orkiestra Świątecznej Pomocy organizza tutti gli anni a Kostrzyn n. Odrą, in Polonia sul confine tedesco all’altezza di Berlino e invita musica di ogni genere. Quest’anno gli headliner sono stati Airbourne, Gentleman e i The Podigy, tre band che centrano poco tra di loro ma che almeno una interessa al’80% dei giovani dai 15 ai 45.
La cosa più difficile all’inizio è stata trovare i biglietti, in quel cazzo di sito scritto il polacco non si capiva una madonna, era così difficile che quasi sembravano non esserci! Contro ogni previsione, un festival che fa 400’000 mila persone e quest’anno punta ad arrivare a 500’000 è completamente GRATIS!
Diciamo che il fatto che fosse gratis e che suonassero gli Airbourne sono stati per me due motivi sufficienti per organizzare una macchinata e andare a vedere come se la cavano i polacchi con i festival.
Giovedì 4 – Giorno 1
Partita da Bergamo il giovedì mattina alle 9 una macchina con a bordo quattro sballati arriva a Kostrzyn n. Odrą alle 23 e tutto sembra molto più organizzato di quanto potevamo sperare!
Ecco come ci si presenta la situazione:
Le macchine devo essere lasciate all’esterno in grandi parcheggi nei quali si può campeggiare e hanno ognuno un baracchino dedicato che vende beni di prima necessità. La moneta non è l’euro ma bisogna rifornirsi di Zloty ci sono facilmente sia bancomat che uffici del cambio per cominciare a bere.
L’area festival è gigantesca e situata ai confini di una area boschivo collinare, il palco principale è situato nel punto più basso così che si crei un enorme anfiteatro naturale per poterlo guardare, ci sono tende ovunque. Il palco principale è a metà tra l’area birra e l’area cibo. Ci dirigiamo all’area birra la birra qui mezzo litro di birra costa un euro. Con fin troppa birra addosso continuiamo l’esplorazione.
La seconda area festival è in cima sulla collina dove finisce l’anfiteatro, c’è il campo da calcio, la via dei negozi e infine il Krishna Village of Peace, un area Indie in cui servono piattoni di cibo indiano, ballano la canzone degli Hare Krishna tutto il tempo e si può gustare lo spettacolo dei peggio invasati del concerto.
All’interno dell’area c’è anche un discount enorme, docce, bagni e lavandini per lavarsi! Ora è tempo di andare a dormire e a montar la tenda (scusate ma ho solo guidato per 14 ore di fila).
Venerdì 5 – Giorno 2
Due amici hanno deciso di raggiungerci viaggiando la notte dopo aver ricevuto i nostri primi messaggi entusiasti (e aver valutato che a Bergamo ad agosto non c’è nulla da fare) e arrivano alle 13 in tempo per una pasta cucinata al campo base. La seconda giornata è ancora di esplorazione, stiamo un po’ dagli Hare Krishna, giro al mercato e dispensiamo abbracci a quelli col cartello “Free Hugs”. Ci gustiamo anche uno scenario davvero colorato. Non essendo un concerto solo metal c’è davvero di tutto, dal rastafiarno al punk, dall’hyppy al metallaro, dal pacifista indiano all’ipercrucco tedesco! Contando, inoltre, che il motto del festival è “Peace, Love & Music” potete capire quanto rimango disorientato visto che sono abituato a slogan come “Fear, Anger & Pain” o nel migliore dei casi “Death, Terror & Chaos”.
Comunque gli Helloween suonano bene e il primo approccio al mega palco con due maxi schermi giganteschi rende davvero bene. Addirittura il palco è alto quasi 6-7 metri, quindi, a meno di 10 metri, non si riesce a vedere nulla di quello che accade sopra e perciò non ci sono le transenne, perché tutti stanno a 10 metri o più! Un festival senza transenne non l’avevo davvero mai visto, anzi ho visto semmai più linee di transenne! Questo festival si fregia anche di essere il più sicuro al mondo, ed effettivamente il clima è davvero responsabile, mai una rissa e gente ordinata e amichevole! Tutto sta in piedi senza polizia e stewart ad ogni angolo!
Nel festival c’è anche l’angolo della drum ‘n base, un’area vicino alle birre in cui propongono drum ‘n base e basta per 72 ore di fila con sempre, sempre, sempre gente che balla come se avesse appena preso fuoco.
Ah dimenticavo, delle 200’000 persone che oggi affollano il festival, almeno 100’000 sono super stangone slave che girano da sole e sulle quali gli italiani hanno un fortissimo ascendente… potete quindi immaginare come è finito il venerdì sera…
Sabato 6 – Giorno 3
Il grande sabato è arrivato, ci siamo fatti 1200 chilometri per arrivare fino qua e abbiamo fatto centro! Sbronza di prima mattina e cazzeggio! Stracciamo la squadra polacca a un gioco svedese organizzato da una associazione anti droga (noi non l’avevamo capito perché era scritto in polacco e avevamo acceso un cannone a metà partita) e andiamo a vedere gli Airbourne.
Incredibile, mai vista tanta grinta anche se è la quarta volta che li vedo quest’anno! Appena suonano la prima nota di “Raise The Flag” parte il wall of death che li stava aspettando, subito, a freddo e senza vasellina sto già caricando lo schieramento di polacchi che mi viene incontro urlando! Non finisce neanche la canzone che già un circle pit indiavolato tiene allenata la gente! Un altro Wall of death stende il mio amico che sviene dalla fatica durante “Born To Kill”, a lui ci pensano i paramedici io mi gusto “Diamond In The Rough” e “Blackjack”. Il delirio è davvero incredibile, il pogo più grande che abbia mai visto e senza transenne, i surfer che arrivano come un fiume sopra folla e atterrano davanti al palco e ricominciano subito a pogare! Scena epica durante “Cheap Wine & Cheaper Women” un camion dei pompieri interviene per sedare gli animi: con un cordone di stewart il camion avanza nella folla e si ferma proprio davanti al palco dove comincia a lavare tutti con l’idrante! Inutile dire che l’effetto è assolutamente il contrario, “Girls In Black” e “No Way But The Hard Way” sono le più sconvolgenti di tutto lo show! Gli Airbourne, salvo un assolo in cui Joel si arrampica sul traliccio per suonare dal punto più alto, non concedono pause e il loro show si conclude con i loro tre cavalli di battaglia “Too Much, Too Young, Too Fast”, “Stand Up for Rock ’N’ Roll” e “Runnin’ Wild”!
Volevo vedere anche Gentlaman ma sono troppo devastato, tornando in tenda trovo il mio amico svenuto, ormai ripresosi, che stava parlando con dei paracattolici che cercavano di convertirlo a nemmeno lui ha capito a cosa. Comunque andiamo in tenda e ci prepariamo per i The Prodigy.
Devo ammettere che non sono un grande conoscitore del Big Beat britannico ma il contesto nel quale suoneranno i Prodigy è davvero spaziale, non ci si riesce quasi a muovere in nessuna direzione, ci sono persone ovunque e gli organizzatori annunciano di aver raggiunto le 700’000 presenze… davvero inimmaginabile. Non so davvero come commentarlo perché anche per me un concerto di questo genere è davvero una novità comunque è stato davvero grandioso soprattutto quando hanno suonato le più famose “VooDoo People”, “Poison” e “Omen”. Forse questo video può aiutarvi a darvi un’idea della cosa:
Domenica 7 – Giorno 4
Sveglia presto e ritorno in patria! Passando da Berlino troviamo due incidenti che ci faranno arrivare a casa alle 2 del mattino, il viaggio è andato comunque meglio del previsto!
Decisamente questo viaggio casuale si è rivelato molto più interessante delle più rosee aspettative! Alla fine dei conti non abbiamo neanche speso un cazzo perché le autostrade in Germania e Polonia non si pagano, il Festival è Gratis e la birra costa un’euro… alla fine con 170 euro a testa siamo andati e tornati con anche la maglietta del festival (che costava poco più di 9 euro)!
L’anno prossimo potremmo tornare? Forse, però di sicuro vale la pena di fare più di tre giorni, è davvero troppo grande e ci sono davvero troppe gnocche!
Report a cura di Tommaso Bonetti
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