Wacken Open Air 2011 - Day 1 - 8/4/2011 - *** - Wacken (DE)
Anche quest’anno Holy Metal approda a Wacken!!
Invitiamo tutti quanti ad andarci! Non è il solito festival Metal all’estero: Wacken è il metal! Questo paesino che sui metallari fonda la propria esistenza, vi rapirà, ve lo assicuriamo! L’organizzazione di Wacken è stata come sempre IMPECCABILE, nessun ritardo sulle scalette, la musica qui non si ferma mai. A Wacken è non sai mai cosa sta per succedere. Puoi essere tranquillamente spaparanzato davanti alla tenda, e dal nulla, spunta un tedesco con chitarra elettrica di HELLO KITTY, amplificatore montato su un carretto, che ti si piazza davanti, inizia a cantare cover dei judas priest, e in breve hai la tenda piena di metallari che fanno head banging. Se poi riuscite a spostare l’allegra combriccola in uno spiazzo, ecco che la folla diventa enorme e si riescono ad organizzare anche dei mini(si fa per dire) wall of death.
Wacken è così, un attimo prima piove a dirotto, l’attimo dopo il cielo si apre e il sole ti brucia. Di notte la nebbia si alza, ma la musica non si ferma, la festa non rallenta mai.
Una novità di quest’anno è la discoteca Glam! L’organizzazione di queste iniziative è tale che anche un Blackster convinto può trasformarsi per una notte nel più glam dei glamster.
Wacken è pazzia pura, metallo fuso che senza preavviso ti sostituisce il sangue nelle vene.
Primo giorno
MAIDEN UNITED (18.00-19.00)
Nel Wackinger Stage in pieno pomeriggio si sono esibiti i Maiden United. Inutile dire che le loro Cover degli Iron sono per palati raffinati. La voce di Damian Wilson ha interpretato perfettamente tutte le canzoni, e a metà concerto si è unita a loro Anneke Van Giesbergen che con la sua voce ha dato un tocco veramente particolare a Wasted Years. Per essere a Wacken mi aspettavo ci fosse più pubblico ma quello presente era infuocatissimo. D’altronde, come urla sempre Damian, “non c’è nulla di male nel celebrare i Maiden!”. Post concerto Damian e i suoi figli sono scesi tra i pubblico e sono venuti a bere una birra con noi fan della prima fila al Beergarten, e c’ha regalato qualche acuto su richiesta.
1.Where Eagles Dare
2.The Trooper
3.Revelations
4.The Evil That Men Do
5.Wasted Years
HELLOWEEN (19.00-20.15)
Negli Helloween non c’è più la formazione storica che ci ha incantato negli anni ottanta ma i loro brani rimangono pietre miliari della storia del metal. Una scaletta quindi con “Future World”, “March of Time”, “Dr. Stein”, “Halloween”, “Eagle Fly Free” e “I Want out”sarebbe l’ideale per I nostalgici se Deris alla voce non ci facesse dannatamente rimpiangere Michael Kiske.
BLIND GUARDIAN (20.30-22.00)
Blind Guardian a Wacken. Praticamente, come quando la Nazionale gioca all’Olimpico. Sia per i protagonisti – emozionati, esaltati, pronti a dare il massimo – sia per il pubblico – infiammato dall’atmosfera e dall’orgoglio per i propri beniamini. L’enorme area concerti è stipata a perdita d’occhio. Il risultato è uno spettacolo di primo livello, con la scenografia sempre molto curata nonostante le esigenze dettate dal palco di un festival. Lo show inizia con la nuova “Sacred Worlds” (lo storico intro “War of Wrath” è stato rottamato con onore) e veniamo subito travolti da “Welcome to Dying” e “Nightfall”, con la voce di Hansi che da anni è tornata quella di un tempo. I Blind puntano più ai classici che allle difficoltose composizioni recenti. Il coro del pubblico è assordante , “Imaginations from the other side” e “Lord of the Rings” in rapida sequenza, ci fanno quasi commuovere e la terra trema con centomila metallari che saltano. Nota di merito anche per l’arcaica “Majesty”: pezzone speed Metal vecchia scuola. I Blind Guardian sono cresciuti sempre riuscendo nella loro prima magia: coinvolgere e trascinare tutti i sensi in un mondo differente, fuori dalla grigia e insipida modernità. Tutto ciò grazie alle loro canzoni bardiche tra tutte “The Bard’s Song: in the forest” che sarà il momento più alto, di maggior unione tra la “Nazionale” del metal tedesco e i suoi ultras con accendini in alto e ragazze in lacrime. Poi la violenza improvvisa, ma attesa, di “Mirror Mirror”. Altre lacrime. Non solo di gioia. Ma per un ultras, è bello così.
OZZY OSBURNE (22.30-24.00)
L’area concerti si riempie talmente velocemente tanto che è impossibile tentare di avanzare oltre il mixer. L’area sotto al True Metal Stage è talmente piena che la gente è stipata anche dove non si vede il palco. Così puntuale da cogliere tutti un po’ di sorpresa esce il principe delle tenebre. Ozzy è dimagrito e in una forma smagliante, ma soprattutto, davvero molesto. Inizia con una tripletta di canzoni prese dall’oscuro album “Blizzard of Ozz” durante le quali non perde tempo e parte immediatamente con il suo fastidiosissimo show: imbraccia un idrante e spara raffiche di schiuma sulle prime file, salta come un pazzo appena uscito dal manicomio e mostra il culo bianchissimo a tutti. L’età di Ozzy si fa sentire e come gia si sapeva la sua voce non è delle migliori tanto che su un ora e mezza di concerti ben quaranta minuti filati sono dedicati ad assoli di chitarre e batteria e la cosa, per quanto bravi siano i musicisti, diventa veramente noiosa. Oltre ai grandi classici della discografia del madman, vari assoli e virtuosismi vengono proposte anche smielati lenti che fanno abbracciare chi hai a fianco e cantare tutti insieme “Mama,I’m Coming Home”. Con grandissima attesa vengono proposti anche grandi classici dei Black Sabbath come “War Pigs”, “Iron Man” e “Paranoid”. Se la scaletta è eccezionale anche Ozzy non è sicuramente da meno, con la sua follia il suo sguardo da squilibrato riesce a rendere lo show non solo un concerto ma un esperienza alla quale almeno una volta nella vita bisogna assistere. Il signore oscuro è ancora sebbene l’età un grande musicista e un grande maestro del palco.
1.I Don’t Know
2.Suicide Solution
3.Mr. Crowley
4.War Pigs
5.Bark at the Moon
6.Road to Nowhere
7.Shot in the Dark
8.Rat Salad
9.Iron Man
10.I Don’t Want to Change the World
11.Crazy Train
12.Mama, I’m Coming Home
13.Paranoid
Report a cura di Elena Liverani, Marco Bignami, Marco Lena, Marco Villa
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli
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frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.
Wofango Patacca
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