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Steel Panther + The Treatment - 3/22/2012 - Alcatraz - Milano

E’ una bella giornata di inizio primavera e l’Alcatraz - nella sua versione ridotta - lentamente si riempie. Le premesse per una bella serata ci sono tutte e quando le luci si spengono tocca ai The Treatment dare il via alle danze, quintetto di Cambridge (e che solo pochi mesi fa erano di spalla ad Alice Cooper) capitanato dal singer Matt Jones. La musica proposta dal combo inglese spazia dal rock n roll ’70 di chiara impronta Zeppeliana a un hard rock più genuino proprio degli anni ’80. Certo non brillano per originalità e alla lunga rischiano anche di stancare ma quello che fanno, lo fanno bene e riescono perfettamente a riscaldare l’atmosfera divertendo il pubblico e caricandolo per gli head liner della serata: i californiani Steel Panther.

Con all’attivo due dischi e dopo una mancata apparizione al GoM di qualche anno fa, finalmente il quartetto americano sbarca per la sua prima data in Italia.
Devo ammettere che ho molto goduto i due lavori della band e non vedevo l’ora di poterli vedere dal vivo. Dopo l’intro parlato di "In the Future" la partenza a razzo è con la opener del nuovo disco, "Supersonic Sex Machine", che mette subito in chiaro la compattezza della band e la qualità vocale di Michael Starr, seguita da "Tomorrow Night". Poi è il turno di pezzi fortemente catchy come "Fat Girl" (vi invito a vedere il video ufficiale!) o "Just like Tiger Woods". E così proseguono con brani tratti da entrambi gli album.
Come ogni spettacolo ’80 che si rispetti viene anche il momento del solo di Satchel che dopo un inizio "classico" e solitario scalza Stixx dalla sua batteria e appropriatosi della gran cassa inizia una sorta di mega mix includendo richiami dei grandi classici metal e hard rock come "Smoke On The Water”, “Breakin’ The Law”, “The Number Of The Beast”, "Master of Puppets"“Iron Man”, “Paranoid” e “Sweet Child O’ Mine”...
In "Party All day (Fuck all Night)" come loro costume invitano una decina di ragazze a salire sul palco ma le pudiche italiane non cedono alla richiesta del "show us your boobies!! Peccato.
L’Alcatraz diventa un grande karaoke bar quando parte la prima e vera hit della band "Comunity Property" un pezzo che sicuramente rimarrà nella storia del rock, anche grazie ai primi secondi del suo videoclip.
In un concerto improntato all’impatto vengono tralasciate canzoni più melodiche (come uno dei singoli dell’ultimo disco "If you really really love me") e soltanto "Girl from Oklahoma" vede la band in versione acustica.
"Death to All but Metal" è l’ultimo pezzo prima del tradizionale encore con "The Shocker” e “17 Girls In A Row” (scelta discutibile questa, per concludere il concerto).

La band non offre solo un alto spettacolo musicale ma anche una sorta di vero e proprio cabaret: Michael Starr pur avendo 58 anni rockeggia come uno nella metà dei suoi 40; il bassista Lexxxi - che passa tutto il tempo fra un pezzo e l’altro a guardarsi allo specchio o truccandosi - è quello "ritardato" (E ora faccia casino chi piace andare allo zoo! Io amo lo zoo... ci sono gli animali... sì, io amo lo zoo) ed infatti suona il basso che è facile perchè ha solo quattro corde; Stixx è quello oggettivamente meno bello ma anche quello che alla fine si porta a casa le ragazze più belle etc. etc. Satchel è contento perchè l’Italia è un grande paese dove si può fare sesso con le ragazze che hanno compiuto 12 anni ("L’ho appena letto su Wikipedia"). E le battute e i riferimenti alle pratiche sessuali si sprecano e spesso si spingono veramente oltre (qui la censura mi vieta di scrivere!!). Certo su 90 minuti di spettacolo forse solo una sessantina sono stati suonati ma anche questo fa parte del loro stile, che risulta vincente!

Insomma, una serata da ricordare e per il sottoscritto uno dei migliori live degli ultimi anni che dimostra come questa band è interessante sotto tutti i punti di vista: quello compositivo (certo nulla di nuovo ma ispirandosi agli ’80 cosa avrebbero dovuto fare? Però hanno il dono di non stancare mai e azzeccare sempre il riff o il ritornello giusto!), quello esecutivo (base ritmica solida e Satchel sicuramente sopra la media qualitativa degli attuali chitarristi in circolazione; Michael Starr tanto potente nelle prestazioni vocali quanto perfetto animale da palco).
Sicuramente una promozione a pieni voti per una band che vi consiglio caldamente di seguire!

Report a cura di Rig

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