Inizialmente programmato allo stadio Brianteo di Monza, location che in più occasioni ha visto ospitare il Gods of Metal, il Metal Fest festival itinerante che tocca diversi paesi europei, ha visto decurtarsi alcune bands, un palco e la dicitura Open Air, in favore di un Alcatraz, ben più adatto ad accogliere un numero di pubblico ben al di sotto delle aspettative.
Non si può certo additare il bill, di tutto rispetto e ricco di formazion interessanti, il fatto che il festival sia stato organizzato in piena settimana può forse aver scoraggiato alcuni a prendervi parete. Resto comunque dell’idea che nel nostro paese organizzare eventi di questo tipo sia sempre molto rischioso avendo un’utenza già di base tendente a seguire le mode (se ci sono i Metallica a Udine vanno tutti, ma se gli suonano Megadeth, Kreator e Blind Guardian sotto casa ci devono riflettere) ed esterofili.
La tre giorni in quel dell’Alcatraz si svolgerà comunque senza intoppi, i vari gruppi suonaranno sempre puntuali e l’aria condizionata renderà la vita più facile a chi temeva che sarebbe finito in un forno.
Il compito di aprire la manifestazione viene affidato ai canadesi Skull Fist ed al loro sound di chiara matrice ottantiana. Jackie Slaughter e compagni si affidano a tutte le proprie forze per scatenare lo sparuto gruppo di primi metallari accorsi per l’evento. Compito riuscito, peccato per lo scarso pubblico.
I californiani Fueled by Fire riescono addirittura a scatenare un piccolo pogo con il loro speed thrash. Sia la musica che la voce che lo stesso singer richiamano molto i Testament, è quindi facile per loro far presa su un pubblico che almeno al 50% è avvezzo a questo tipo di sonorità.
Toni invece più lenti e cadenzati con Triptycon, arriviamo ad un doom lento ed oscuro, reso ancora più lugubre dalla presenza alla voce di Thomas Gabriel Warrior (Celtic Frost). Un genere forse un pò troppo impegnativo, che in pochi riescono a gustare soprattutto quando viene proposta una "The Prolonging" dalla durata di 20 minuti.
Saggia è stata la decisione di posizionare subito dopo gli Alestorm il loro pirate metal e la loro allegria ha spezzato il male oscuro che stava opprimendo i presenti.
Band da non prendere troppo sul serio ma di sicuro divertimento, mi devono spiegare l’utilità di un secondo testierista, forse le "bontempine plasticotte" come qualcuno le ha definite, di Chris Bowes, non bastavano più?
Comunque sia il pubblico ha apprezzato e si è risvegliato dal torpore cantando allegramente "Nancy the Tavern Wench".
E poi arrivano i Legion of the Damned direttamente dall’olanda, non tirano tulipani ma macinano riff che se gli davi una forma di parmigiano te lo grattugiavano in meno di una canzone.
Un death/thrash cattivo quanto basta per scaldare tutti per l’arrivo degli Hypocrisy.
La band di Peter Tägtgren mancava da parecchio dai nostri palchi sotto questo moniker, ben più apprezzabile, a mio avviso, rispetto ai Pain che invece negli ultimi anni non sono mancati.
Portano tanto metallo pesante, death scandinavo per chi non li conoscesse e “A Taste of Extreme Divinity” è la loro ultima fatica datata 2009.
Ma si apprezzano maggiormente i vecchi lavori come “Eraser” e “Valley of the Damned".
Quanto ho ammirato gli Anthrax questa sera, suonano con i Big 4 e a pieno titolo, riepiono le arene, poi arrivano a Milano e si trovano davanti "4 gatti spelacchiati" ma loro sono dei professionisti e quei 4 gatti li fanno divertire demolendo a suon di decibel i muri del locale.
Joey Belladonna è in forma smagliante, si riconferma grande vocalist, cosa che negli ultimi anni, ricordo la deludente esibizione nella vecchia location del Live Club di Trezzo, non era da dare per scontata.
Una setlist infuocata quella di questa sera Scott Ian col suo pizzetto, ormai in parte canuto, decide che è ora di cambiare chitarra, almeno questa è l’impressione che abbiamo visto come la violenta.
"Among the Living" tatataatatatata, spettacolare come sempre, i ragazzi di New York ci danno dentro alla grande!
I Blind Guardian sono decisamente più statici ma non pedrono di certo il confronto, il loro sound, marchi di fabbrica unico e oramai inclassificabile, riempie di magia le macerie di un Alcatraz massacrato dalla band precedente. C’è anche chi avrebbe voluto gli Anthrax headliner non ritenendo i B.G. all’altezza del compito...quanto si sbagliavano.
Come nel precedente tour la mitica "Sacred Worlds" colonna sonora scritta per il videogame "Sacred II" apre la serata.
Ma sarà una setlist piena di classici a far cantare i presenti, subito infatti partono "Welcome to Dying" seguita a ruota da "Nightfall".
solo "Fly" "Tanelorn (Into the Void)" interrompono il susseguirsi di highligts come "Valhalla", "A past and Future Secret".
Con una magnifica performance di Hansi su "Imaginations from the Other side", la band di Krefeld si congeda per qualche attimo, per poi tornare con altre 5 songs.
"War of Wrath" in apertura ci fa sognare, poi si canta a squarciagola sulle note di "The Bard’s Sond in the Forest", infine, come consuetudine, "Mirror Mirror" manda tutti a casa, contenti e soddisfatti.
Foto:
- Anthrax day1
- Blind Guardian day1
- Behemoth day2
- Megadeth day2
- W.A.S.P. day2
- Kreator day3
- Kyuss Lives day3
Report a cura di Paolo Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.