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Dragonforce - 11/11/2012 - Alcatraz - Milano

“Dopo quasi un anno di silenzio e ricerche del nuovo cantante, finalmente siamo pronti per tornare in scena!”
Così Herman Li, annunciava in Aprile il nuovo album e relativo tour della band londinese. Ed eccoci, così giunti alla data Italiana, 11 novembre 2012, ore 21:10, sul palco dell’Alcatraz va in scena “l’extreme power metal” dei Dragonforce.
Prima di tutto però, ci sono alcune considerazioni da fare: Seppur siano una band di richiamo, portare i Dragonforce all’Alctarz sapendo che suoneranno nel palco piccolo, e per di più, di domenica sera, non mi sembra sia stata una scelta vincente. Un evento di questa portata, in un ambiente più ridotto e quindi più caloroso, avrebbe avuto una resa maggiore, considerando che il pubblico in sala era di circa trecento unità, per essere buoni.
Sarebbe arrivato il momento da parte degli organizzatori, di valutare meglio le location per i concerti.
E ora parliamo dei Dragonforce, la band otto volte su dieci va a 180 all’ora, e le restanti due si limita ad andare a 150! Se fosse un team di formula uno o moto mondiale, sarebbe certamente da podio.
Ottime le luci e i fumi, i suoni sono pressoché perfetti il palco è ben congegnato, con delle pedane che permettevano a tutti, anche dalle ultime file, di vedere bene la band, la batteria è posta insolitamente non al centro del placo, ma alla sua sinistra, mentre alla destra spiccavano le tastiere, lasciando lo spazio centrale libero per una ulteriore pedana dalla quale i due frontman Herman Li e Sam Totman, si sono esibiti in un vero e proprio show, scanzonato condito da salti circensi, da una parte all’altra dello stage, questa band sa davvero come intrattenere il pubblico.
Impeccabile la performance dell’ultimo arrivato, Marc Hudson, il quale sfodera un discreto italiano leggendo un foglietto sul quale c’è scritto: "qui c’è uno col “BIP” piccolo , coi capelli lunghi e viene da Hong Kong", tutto sommato meglio delle solite frasi fatte abituati a sentire ad ogni concerto. A proposito di “solite frasi” per questa volta il pubblico ha risparmiato bestemmie e imprecazioni varie. Strano ma vero.
Il nuovo vocalist non ha per nulla fatto rimpiangere ZP Theart, sciorinando una prestazione senza sbavature, rincorrendo per tutta la durata del concerto quei pazzi dei suoi compagni alle sei corde, stesso discorso vale per Vadim Pruzhanov (tastiere) e Dave Mackintosh, a ruleggaire dietro le pelli.
La band, ha proposto una scaletta di tutto rispetto, composta da dodici brani, che vede molte song tratte dall’ultimo The Power Within, si inizia con Holding On, seguita dalla devastante Heroes of Our Time, Marc Hudson è ispiratissimo, ma la vera attrazione (e non è un modo di dire) sono i due chitarristi Sam Totman e Herman Li che dettano i tempi, sfoderano tutta la loro bravura con riff esaltanti, continui tapping, accordi sparati al limite dell’impossibile, e soprattutto salti mortali su e giù per il palco.
Il pubblico in sala è palesemente soddisfatto e divertito, il resto della band svolge il suo compitino in modo impeccabile, e dopo un trittico micidiale composto nell’ordine da Seasons, Fury of the Storm e Die by the Sword, arriva anche per Vadym Pružanov il momento di dar spettacolo, passando alla tastiera a tracolla.
Si prosegue con Operation Ground and Pound, che considero senza dubbio il momento più esaltante della serata, una song talmente trascinante che induce al pogo senza rendersene conto, da notare l’estrema disinvoltura quasi spavalderia, di Sam e Herman, durante l’esecuzione del pezzo, questi due musicisti sono davvero di una categoria superiore, e tutta la band sembra girare introno a loro.
Le restanti songs scorrono velocemente, fra i riff di Fields of Despair, gli splendidi refrain di Storming the Burning Fields e Through the Fire and Flames, per finire con la poliedrica Cry Thunder, hit tratta dall’ultimo lavoro.

Siamo ormai giunti al termine della serata, quando Vadym Pružanov accenna due note di "sarà perché ti amo", il pubblico parte in coro, ma in men che non si dica è la distruttiva Valley of the Damned a prendere il sopravvento. Perfetta conclusione di una splendida serata!

Set List
Holding On
Heroes of Our Time
Seasons
Fury of the Storm
Die by the Sword
Operation Ground and Pound
Fields of Despair
Storming the Burning Fields
Through the Fire and Flames
Cry Thunder
Encore:
Valley of the Damned

Report a cura di Fabio DeCarlo

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