L’ Into Darkness Tour,comprendente band come Moonspell e Pain, fa tappa questa sera all’Estragon di Bologna,richiamando un nutrito numero di fans.
Verso le 19 si inizia coi greci Scar Of The Sun, gruppo da tenere d’occhio e che con il suo metal molto progressivo e malinconico ha,nella mezz’oretta a propria disposizione, il compito di scaldare i pochi presenti. Vengono presentati pezzi tratti dal solo album fin qui ora prodotto (sotto italianissima Scarlet Records): A Series Of Unfortunate Concurrencies.
Si prosegue velocemente con gli svedesi Lake Of Tears, a me sconosciuti prima di stasera, ma grandissima sorpresa col loro metal oscuro e semplice... una sorta di strano mix tra Paradise Lost e Darkthrone .Sentitevi pezzi come "Taste Of Hell" e "Raven Land" per farvi un’idea sul loro personale stile.
Un rapido cambio di palco e, davanti un pubblico che si sta facendo più numeroso col passare delle ore, ecco fare la loro comparsa i finlandesi Swallow
The Sun. Questo ensemble ci offre un doom-death metal molto simile a quanto già
fatto da nomi storici come My Dying Bride e primi Anathema. I 6 finnici sono tecnicamente impeccabili,nonostante sul palco siano abbastanza freddi e
distaccati e ciò,sommato al tipo di musica proposta,non fa mai decollare lo show, lasciando il pubblico molto freddo e indifferente.
Peccato, perchè canzoni come "Emerald Forest And The Blackbird", "Hold This
Woe" e "Descending Winters" meritebbero maggior attenzione.
Verso le 22 è il turno dei grandissimi Moonspell, una delle band più personali ed influenti in circolazione,ormai da 20 anni precisi precisi.
Rapidissima intro e via!Si parte con la prima traccia
dell’ultimo, splendido, Alpha Noir: "Axis Mundi", cantata da un Fernando Ribeiro il
quale fa il suo ingresso indossando un tamarrissimo elmo greco d’acciaio. Tocca
ora alla title track dell’ultima fatica, seguita a ruota da due acclamatissime
gemme come "Opium" e "Awakw", tratte da quel capolavoro che risponde al nome di
Irreligious. I Moonspell hanno ormai vent’anni sul groppone e stasera ci offrono
uno show intenso come pochi, senza il minimo calo di tensione e potenza. Trovano
spazio dall’ultimo album anche la violentissima "Lickanthrope" e "Em Nome Do
Medo" (cantata tutta in lingua madre: il portoghese), anche se il picco
dell’esibizione si raggiunge con "Alma Mater", cantata a gran voce da tutti i
presenti, continuamente incitati dal carismatico singer.
Secondo la mia personalissima opinione i Moonspell ci hanno offerto uno dei
migliori concerti dell’anno metallico,nonostante la breve durata (circa 50
minuti). Pollice alto per loro, veri headliner della serata!
Sarà difficile per i Pain del poliedrico Peter Tagtgren tenere testa allo
show appena concluso però si sa, Peter è un vecchio volpone e sa come far
divertire i suoi fan, offrendo anche stasera una prestazione maiuscola e degna
di nota. I Pain o si odiano o si amano,non esistono vie di mezzo...vuoi per la
commercialità o per la modernità del genere proposto, così lontani dall’altra
band del cantante/chitarrista svedese (i deathster Hypocrisy)
I 4 vichinghi "elettronici" se ne fregano di tutto ciò e danno il via alle
danze con la ruffianissima "Same Old Song", sulla quale partono i primi accenni
di pogo della serata. Headbanging, ritornelli accattivanti e ritmi da discoteca
saranno la colonna portante di questa esibizione,con i Pain che ci offrono brani
che vanno a toccare quasi tutta la loro carriera discografica (eccezion fatta per
il primo album omonimo), celebrata da un dvd appena uscito dal titolo We Come In
Peace. Trovano quindi spazio songs come "On and On", "Dirty Woman", "Monkey
Business" e "End Of The Line"; ma è con la conclusiva "Shout Your Mouth" che il
pubblico va in visibilio, ipnotizzato dalla robotica melodia che accompagna il
brano per tutta la sua durata.
A distanza di soli due giorni dall’esibizione di Kreator, Morbid Angel e
Nile a Milano un altro mini-festival itinerante ha infiammato i palchi del nord
Italia, offrendoci spettacoli di alto livello e permettendo a chi è accorso da
ogni parte della penisola di sfogarsi un po’, lasciandosi alle spalle per
alcune ore la preoccupazioni di tutti i giorni.
Report a cura di Martino Brambilla Pisoni
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.