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Iced Earth + Evergrey + Steel Engraved - 12/14/2012 - Z7 - Pratteln

Lunga e solitaria trasferta in un nevoso venerdì di metà Dicembre per assistere ad una data del mini tour europeo degli Iced Earth, passati l’ultima volta in Italia più di un anno fa.
Lo Z7 è un locale perfetto per una serata del genere, con ogni tipo di comfort (cibo, bagni ben curati, timbro per uscire e birra a basso prezzo), ben diverso dalle spoglie e poco funzionali location di casa nostra. Lo show si apre con l’esibizione dei teutonici Steel Engraved, band "infarcita" di clichè e luoghi comuni sul metal che più non si può: pelle, borchie, muscoli, acuti e metal in pieno stile Manowar... nonostante la poca originalità però la band si lascia ascoltare dal già nutrito pubblico, scaldando a sufficienza l’audience.

Tocca ora agli svedesi Evergrey, grandissima band heavy-prog e presenza costante in tutti i maggiori festival europei da anni. I cinque nordici tengono ottimamente in piedi uno show penalizzato da suoni pastosi e confusi, che non rendono giustizia alla bontà della proposta.Sugli scudi il cantante-chitarrista Tom Englund, capace di disegnare melodie avvolgenti ma mai banali e di intrattenere il pubblico con il suo sguardo magnetico. In quasi un’ora scorrono via pezzi come "The Masterplan", "Frozen" e "Broken Wings", accolti magnificamente dai numerosi fan della band presenti stasera.

Un palco allestito ad hoc per l’ultima fatica discografica "Dystopia" ci introduce all’esibizione degli Iced Earth. Le luci si spengono e partono le prime note della canzone che dà il titolo al nuovissimo album, la tensione è palpabile e quando i cinque statunitensi fanno il loro ingresso il pubblico va in visibilio. Uno Stu Block in ottima forma ed il solito,carismatico Jon Schaffer fan capire fin da subito che tipo di show sarà. I suoni sono perfetti e la band sembra divertirsi come non mai sul palco.
La scaletta inizia a prendere forma con classici come "Burning Times", "Pure Evil" e "The Hunter", alternati a song più recenti(dell’ultimo "Dystopia" verranno eseguite ben sei canzoni)che andranno a pescare anche dal periodo Tim Owens ("Motivation Of A Man", "Setian Massacre") Stu Block ha l’entusiasmo dei nuovi,ma nonostante ciò non lascia trasparire il benchè minimo accenno di emozione o esitazione,dialogando continuamente col pubblico e scambiando cenni di assenso e sorrisi con il mastermind Jon Schaffer. L’eredità di Barlow è pesante come un macigno, ma questo giovane canadese non la fa minimamente rimpiangere, eseguendo con facilità disarmante capolavori come "I Died For You" e "My Own Savior". Il bis è affidato alla nuovissima "Boiling Point" ed alle storiche "Melancholy (Holy Martyr) e "Iced Earth", seguite dai saluti di rito e ringraziamenti da parte della band.
La gente sta già iniziando a sfollare quando i nostri ritornano sul palco per regalarci un secondo encore,ovvero la stupenda e malinconica "Watching Over Me", capace di strappare qualche lacrima ai fan più emozionati. Che dire,stiamo assistendo alla rinascita di una band che fino a qualche anno fa sembrava finita,smembrata dai numerosi cambi di line-up e dalla mancanza di ispirazione.
Il merito di questo nuovo periodo d’oro è dovuto in gran parte al nuovo innesto Stu Block, capace di portare nuova linfa ed entusiasmo, contagiando tutta la band, Schaffer per primo.
Alla prossima,

Report a cura di Martino Brambilla Pisoni

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