“Gli Iron Maiden sono come la nazionale di calcio ! Puoi ascoltare power, thrash, black, death, glam ... Ma quando arrivano gli Iron Maiden siamo tutti uniti dalla stessa unica fede! HEAVY METAL”
01 giugno 2014, a solo un anno di distanza dalla data milanese del Maiden England World Tour , la Vergine di Ferro sbarca nuovamente in Italia, questa volta però la scelta è ricaduta sull’Arena Parco Nord di Bologna, ora chiamata anche Arena Joe Strummer, già protagonista di eventi importanti, come varie edizioni dei Gods of Metal, sempre con gli Iron Maiden nelle vesti di Headliner.
Ma questo non è un Gods of Metal, bensì il Rock in Idro, precisamente la sesta edizione, che ovviamente non poteva essere ospitata all’Idroscalo di Milano, vista la numerosa presenza di pubblico, in gran parte se non totalmente presenti solo per gli Iron Maiden.
Il pit di questo evento era molto variegato, certamente fra i nomi presenti spiccavano gli Opeth e gli Alter Bridge, ma messi in contesto in cui tutti i presenti hanno pagato il biglietto per vedere i Maiden, sorge il dubbio che a livello organizzativo si poteva e di doveva fare altre scelte musicali.
Non a caso fra le band presenti, i più acclamati sono stati gli storici Extrema, che personalmente, avrebbero meritato ben altre posizioni nel Running Order.
Praticamente trascurabili invece le altre band presenti, Black Stone Cherry, Hawk Eyes e Skillet.
Dulcis in fundo, durante l’esibizione degli Alter Bridge, i punti di ristoro sono stati presi d’assalto, in attesa degli Iron Maiden e questo la dice lunga sull’interesse suscitato dalle altre band.
Se a tutto ciò aggiungiamo il caro biglietto, sembra incredibile il numero di presenze registratosi a Bologna, considerando anche l’inutile trovata (ormai presenza fissa per questi eventi) delle varie aree Pit, Vip, ecc. ecc.
Se la location fosse uno stadio o un palazzetto dello sport, potrei anche capire e anzi sarebbe auspicabile, la differenza dei prezzi per i vari biglietti, ma francamente delimitare delle arre in un parcheggio di una feria o su di una collina, col solo intendo di far più cassa, non mi sembra che sia l’idea del secolo… o forse si, dipende dai punti di vista!
Rimane invece l’idea che se ci fossero state band più consone al blasone dei Maiden, il prezzo del biglietto avrebbe quantomeno potuto avere una minima giustificazione.
IRON MAIDEN: Una sera da "leoni"
La grande attesa è ormai finita siamo finalmente giunti al momento che tutti stavamo aspettando, alle 21.30 salgono sul Palco dell’arena Parco Nord gli Iron Maiden che chiuderanno il terzo giorno del Rock in Idro 2014.
Si potrebbe dire: “come l’anno scorso, come l’anno prima”, infatti anche in questa occasione la Vergine Di Ferro ha proposto pressoché la stessa set list del 7th Son Tour, che già nel 2013 aveva infiammato i fans accorsi a Milano.
L’idea senza dubbio originale può essere vista in due modi, da una parte chi ha visto gli Iron Maiden più volte non può che apprezzare la scelta della band di proporre brani storici a favore di quelli più recenti, dall’altra però è comprensibile la delusione di chi avendo già assistito allo show della scorsa estate, non sarebbe rimasto affatto deluso nel sentire brani diversi, come ad esempio: “22 acacia avenue, Killers, Flight of icarus, Infinite Dreams, Remember Tomorrow, Stranger World, ma anche Powerslave e la suggestiva The Rime of the Ancient Mariner”.
Penso che sarebbe comunque impossibile mettere tutti d’accordo, bisogna inoltre considerare che, come già annunciato, questa sarà l’ultima occasione di poter assistere ad una scaletta incentrata su brani degli anni ’80, infatti dai prossimi concerti, Bruce e compagni dovrebbero (condizionale è d’obbligo) pescare dagli ultimi album, tra l’altro questo esperimento non ebbe granché successo nel tour di “A Matter of Life and Death” in quella occasione al Forum di Assago venne eseguito l’album per intero, con solo cinque brani “storici”
Ma veniamo ad oggi.
Bruce Dickinson nonostante i problemi d’audio iniziali, è autore di un’ottima performance si dimostra come sempre uno vero animale da palco scenico, mai fermo un attimo, per tutta la durata dello show ha corso su e giù per il palco allestito con la scenografia del 7th Son Tour, con le immancabili bandiere e drappi a rappresentare Eddy in tutte le sue forme, giochi di luci e le illustrazioni degli storci artwork.
Quando calano le luci e partono le note di Doctor Doctor, il pubblico si infiamma, da li a pochi minuti questi “vecchietti” britannici salgono sul palco e ci propongono nell’ordine una tripletta di fuoco, Rising Mercury, Moonchild, e la bellissima Can i Play with Madness!
Prima pausa, Bruce gira spesso il microfono dalla parte del pubblico al grido di “Scream for me Bologna”
Seguono, The Prisoner, 2 Minutes to Midnight, Revelations e la serata è già coi per se abbastanza calda, si infiamma.
Nulla a confronto di quello che succederà sulle prime note di The Trooper (per la quale Dickinson sfoggia la nota divisa delle giubbe rosse), e la successiva The Number of the Beast.
Entriamo nella fase calda nella quale i nostri ci hanno fato ascoltare Phantom of the Opera , Wasted Years, e ovviamente non poteva mancare la splendida Seventh Son of a Seventh Son.
Siamo quasi giunti in dirittura d’arrivo con l’amatissima Fear of the Dark (unico brano post anni’80) e la classica Iron Maiden, durante la quale c’è ancora il tempo per assistere alle acrobazie con la sua chitarra da parte di Janick Gers.
Lo show sembra finito, ma in realtà gli Iron hanno ancora una sorpresa per la platea di Bologna di stracolma all’inverosimile, e si tratta di un trittico composto da Aces High, The Evil That Men Do e Sanctuary.
Sono le 23:00 quando si accendono le luci sul palco adesso il concerto è davvero terminato, novanta minuti che sono letteralmente volati via, per i i vecchi leoni inglesi è giunto il momento di salutare il pubblico.
Cosa si può aggiungere ancora dopo una giornata come questa?
Up The Iron!
SET LIST:
Intro Doctor Doctor (UFO)
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