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True Metal Festival - 7/20/2014 - Legend Club - Milano

Quest’anno il sito TrueMetal.it, in collaborazione con la meneghina Eagle Booking, ci ha regalato un festival all’insegna dell’Epic Metal più puro, con un bill pressoché perfetto per quanto mi riguarda.
Il Legend Club meneghino, trasformatosi in fornace per l’occasione, sarà l’arena per questa battaglia sul sentiero del Metallo più epico, senza compromessi e pieno di passione, dal gruppo d’apertura, agli storici headliner Manilla Road.

Si parte con i varesini Aeternal Seprium, che ahimè ci sfuggono causa traffico domenicale ma, dai sondaggi degli amici, la band del chitarrista Leonardo “Unto” Filace, ha scaldato a dovere i motori del Fest, con buona pace dei curiosi, i quali escono soddisfatti dalla sostituzione del vecchio singer Stefano Silvestrini col nuovo Fabio Privitera (già nei Bejelit), mi scuso quindi col quintetto insubre per non essere riuscito a prendere parte al loro show… maledette strade!

Si prosegue con i Battle Ram da Ascoli, band legata a filo doppio con Shelton e compagni, dato che il chitarrista Gianluca Silvi ha preso parte a più di uno show live del gruppo di Wichita. Dall’ultimo assestamento della loro line up, i Nostri riescono a regalarci ancora di più spettacoli coinvolgenti ed inappuntabili, grazie anche alle doti di tutti e cinque i componenti, non da ultima la splendida ugola del singer Franco Sgattoni. Da “Burning Lives”, passando per “I Am HM”, l’intermezzo tributo con “Warrior” (dei Riot), fino alla conclusiva “Battering Ram”, non un cedimento, non un passo falso, intensi e coinvolgenti, ma non è affatto una novità!

Dopo tale dispersione energetica, aggiungendoci il clima tropicale all’interno del Legend, opto per una pausa rigenerante, nonostante ciò, riesco ad intravedere i MainPain, ad onor del vero un po’ fuori contesto in questa kermesse epica, ma dotati di indubbia tecnica ed impatto sonoro.

Si torna su lidi più consoni con i sardi Icy Steel, se la memoria non mi inganna al secondo passaggio lombardo della loro carriera, di sicuro noti dagli appassionati per la loro vena melodica e ricercata, molto spesso in stile Warlord. Stefano Galeano è leader e frontman d’eccezione, che passa senza problemi da “Pandemonic Ride (The Last March)”alla più variegata e financo acustica “Astrologic Centuries”, stupendosi addirittura del calore riservato loro dal pubblico milanese. Non potrebbe essere altrimenti, data la prestazione e la sostanza dell’ Acciaio Ghiacciato di Sassari, raffinatezza al servizio dell’Epic Metal, un grande applauso al quartetto isolano, sperando che sia solo un “arrivederci presto”.

Potevano mancare in questa serata i sempiterni Wotan? Direi proprio di no, ed ecco che tra l’entusiasmo del nutrito audience, Vanni Ceni ed i suoi attaccano con “Hussard De La Mort” la fase conclusiva del Festival di True Metal. Li conosciamo bene i tre Wotan (più il nuovo batterista reclutato per l’occasione in sostituzione di Emiliano “Wrathlord” Bertossi), manowariani ed epici fino al midollo, che con la consueta manciata di piccoli-grandi classici del loro repertorio, sanno alzare ulteriormente il livello di tensione della serata. Pezzi quali “Under The Sign Of Odin’s Ravens” o ancora “Drink In The Skull Of Your Father” sono ormai entrati nei cuori degli aficionados. L’inconfondibile timbrica e la presenza scenica del Vanni, la chitarra/rasoio di Mario e le pulsazioni di Sal ci accompagnano fino al culmine di “Lord Of The Wind”, cantata a pieni polmoni dai sempre più sudati spettatori e la rocciosa “Iron Shadows” chiude un’altra memorabile performance del combo di casa, in alto le spade!

E’ tempo di piatto forte, è ora di Manilla Road, sono già passati sei anni dall’ultima calata italica dello Squalo e della sua ciurma, risalente al secondo Play It Loud Festival datato 2008. Era quindi il momento di poter ancora godere dei “Kansas Warriors” dalle nostre parti, perché non farlo in un contesto così attinente e ben organizzato? Shelton, Bryan Patrick, Joshua Castillo ed il drummer Neudi si sono concessi a foto ed autografi a chiunque fuori dal locale, dimostrando per l’ennesima volta che l’umiltà resta una delle qualità fondamentali per fare breccia nell’animo dei fedelissimi.
Non che latiti l’ambito musicale, dato che dall’incipit di “Flaming Metal Systems” il delirio e la partecipazione del pubblico sale a livelli estremi. In una setlist stracolma di classici, spicca l’usuale medley “Masque Of The Red Death By The Hammer Of The Witches Brew”, che racchiude quattro tra I più bei brani mai scritti dai Manilla. Nonostante qualche problema tecnico al kit di Andreas “Neudi” Neuderth, batterista dall’invidiabile gusto e dalla tecnica sopra la media, nonché erede unico dello stile particolare di Randy "Thrasher" Foxe, i quattro alfieri continuano la loro marcia trionfale nell’appiccicosa estate milanese.
Con l’unica concessione alle novità fatta con “Only The Brave”, si riparte subito con la devastante doppietta “Road Of Kings”/”Divine Victim”, Mark “The Shark” si alterna nelle vocals al fido “Hellroadie”, regalandoci emozioni a fior di pelle tanto con “Cage Of Mirrors” quanto con “Mystification”, per chi scrive uno dei punti più alti della serata.
Tra i ringraziamenti della band per la partecipazione e le nostre ovazioni sotto al palco, viene ripreso “Crystal Logic”, l’album più celebre dei Manilla Road, con ben quattro estratti, “The Ram”, “The Riddle Master”, la title track e, manco a dirlo, quella “Necropolis” che, ogni volta, manda in visibilio anche il più pacato tra i fans. Acclamati per i bis, i Nostri non si fanno desiderare, accelerano per il finale bruciante con “Up From The Crypt”(tanto per tenere Neudi su di giri!) e l’inno “Heavy Metal To The World”, che chiude tra cori e scroscianti applausi l’ennesima prestazione di altissimo spessore.

In definitiva, grandissime band nostrane, un headliner di livello mondiale e ottimi suoni da una parte, distruggono il disagio per l’opprimente caldo e gli orari non proprio “da ospedale”, grazie quindi a chi ha permesso la riuscita di un così ben calibrato festival, mi auguro che anche l’anno prossimo potremo godere di tale spettacolo… “Up The Hammers And Down The Nails”!


Report a cura di Alessio Aondio

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