Tornano a più di tre anni di distanza, i portabandiera dell’Heavy Teutonico, i Weltmeisters dell’Acciaio Inox, gli inossidabili da Solingen… Insomma, la smetto, gli Accept al Live di Trezzo!
Ormai orfani di Udo ed al terzo disco in studio con l’azzeccato sostituto Mark Tornillo, sono pronti ad infuocare un Live Club in verità abbastanza gremito e caldo in attesa della consueta, impeccabile performance.
Con una scaletta di ventuno brani, che per più di metà verte su brani dell’ultima parte della quasi quarantennale carriera, testimonianza di quanto i Nostri credano nel nuovo materiale, Wolf Hoffmann e soci calcano compatti le assi del palco lombardo.
Si parte con ‘Stampede’, primo singolo tratto dall’ultimo, lodevole, ‘Blindrage’, seguita a ruota dalla marziale ‘Stalingrad’, che mostra anche ai più distratti quanta è la classe del pelato (e sempre in forma smagliante) axeman tedesco.
Se, per trovare il pelo nell’uovo, quattro brani di nuova generazione posti all’inizio, stentano a far decollare l’entusiasmo dei fans, è innegabile la precisione chirurgica, sia del citato Lupo, quanto del sorridente Peter Baltes, del sempiterno ritmico Herman Frank che del poderoso Stefan Schwarzmann, impegnato a distruggere il povero drum kit.
Il locale esplode però col trittico ‘Losers And Winners’/’London Leatherboys’/’Starlight’ e, ben pochi in tutta onestà potrebbero dire che Udo stesso avrebbe fatto di meglio (nonostante la sua presenza inconfondibile) così nella prestazione vocale come nella tenuta dello stage.
Non un momento di stallo, non un calo di tensione, tra nuove schegge e vecchi capolavori quali ‘Restless And Wild’ o ancora ‘Ahead Of The Pack’, lo show si avvia verso la parte finale, ancora più surriscaldata nonostante temperature già da allerta ai Vigili del Fuoco!
Allora stringiamoci ancora più forte verso il palco per godere di anthems immortali del calibro di ‘Princess Of The Dawn’, l’ottima ‘Pandemic’ e, soprattutto quella ‘Fast As A Shark’ apprezzata in tutto il globo ed introdotta dalla consueta filastrocca canticchiata dal Live intero.
Dopo una piccola pausa, veniamo decapitati dal trittico conclusivo, ‘Metal Heart’, toccante come al solito, ‘Teutonic Terror’, manifesto del NON cambiamento e della perseveranza Acceptiana ed infine ‘Balls To The Wall’, ciliegina sulla torta dell’ennesima ‘festa di compleanno’ celebrata dai Campioni di Germania.
Concludo ribadendo che pochi, pochissimi, a qualsiasi livello dell’Heavy Metal si possono permettere prestazioni del genere a cinquant’anni suonati e con quasi quattro (seppur frammentati) decadi di carriera sulle spalle, lunga vita agli Accept, cento di questi tour… Auf Wiedersehen!
Report a cura di Alessio Aondio
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.