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Fosch Fest 2015 - 9/8/2015 - Open Air Festival - Bagnatica (Bg)

A volte ritornano! Per fortuna aggiungo io! Dopo un anno sabbatico, il Fosch Fest torna ad infiammare l’estate di noi metallari italiani e devo dire che se ne era sentita la mancanza. I ragazzi dell’organizzazione hanno messo in piedi veramente un bel festival, forse l’edizione più ambiziosa nel senso buono del termine, che si è svolto nel solito clima festoso e spensierato, senza tralasciare il discorso musicale. Tutto si è svolto nel migliore dei modi, a parte forse una gestione del servizio cibo/bevande migliorabile. Anche la risposta del pubblico, almeno “a colpo d’occhio”, è apparsa buona, giusto premio di un festival fatto bene e con tanta tanta passione, senza tralasciare il prezzo, molto onesto, a cui veniva offerto il tutto.
Il festival è iniziato il 7 con una giornata aperta a tutti senza bisogno di biglietto, che ha visto protagonisti Odr, Ephyra, Arcana Opera, Dewfall, Wind Rose e Ade. A detta di alcuni presenti di fiducia la serata è andata molto bene, con gruppi validi, autori di ottime prove, così come la riposta del pubblico già abbastanza numeroso e con gli “infiltrati” della zona, curiosi di vedere cosa ascoltano i molti capelloni radunatesi in quel di Bagnatica.

8 Agosto

Il secondo giorno, causa sole micidiale e “problemi tecnici”, devo saltare i concerti iniziali di Veratrum e Methedras, quindi il mio festival inizia con i tedeschi Finsterforst…

FINTERFORST: Primo gruppo straniero a presentarsi sul palco di questa edizione 2015 sono i tedeschi Finterforst, che, per la gioia dei molti presenti, sono autori di un buon folk metal. La prova della band tedesca è stata sicuramente buona, personalmente preferisco quando i nostri “schiacciano il piede sull’acceleratore” o danno spazio a parti più ariose ed epiche, meno convincenti le parti festose, però nel complesso i tedeschi tengono bene il palco e, come se non bastasse il sole rovente, scaldano a dovere i presenti che non aspettavano altro di poter iniziare a ballare e saltare con un po’ di folk come da tradizione del Fosch.

HEIDEVOLK: Cambio di palco non tra i più corti e si presentano sul palco gli olandesi Heidevolk, vecchia conoscenza del pubblico di Bagnatica, reduci da un cambio di formazione che ha visto l’allontanarsi di alcuni membri storici. La band per quel che mi riguarda è sembrata comunque coesa e in salute, sicuramente molto apprezzata dai molti presenti che si sono adunati sotto al palco, che non hanno smesso un attimo di incitare i nostri, ma se devo dare un parere del tutto personale ho sempre trovato il pagan folk degli Heidevolk niente di speciale, anzi, direi piuttosto noioso e non ho cambiato idea nemmeno questa volta. Per fortuna per la band, però, la maggior parte dei presenti non la pensa come me e gli olandesi hanno lasciato il palco tra gli applausi.

KAMPFAR: In concomitanza con il concerto dei norvegesi Kampfar, inizia una leggera pioggia unita ad un po’ di vento utile per rinfrescare, almeno in parte, il clima bollente delle ore precedenti, ma, soprattutto, cambia clima anche il contesto musicale. L’allegria lascia spazio a sonorità più cupe e decisamente black metal. Il combo norvegese guidato dal carismatico Ark è stato autore di una prova veramente convincente in tutto e per tutto, con diversi estratti da un po’ tutta la discografia della band. Sicuramente la più apprezzata dal sottoscritto è stata “Hymne” dal debut “Mellom skogkledde aaser”, che mi ha riportato indietro negli anni, ma tutte le canzoni, comprese quelle più recenti, sono state rese al meglio. Ottimo concerto, poco altro da aggiungere.

ARKONA: Con i russi Arkona, anche loro vecchia conoscenza del Fosch, si torna al folk, dove non mancano momenti più festaioli e danzerecci, ma dove è presente anche una forte vena più profonda ed evocativa. Poi a fare la differenza c’è lei, ovvero la Sciura Masha, vera e propria mattatrice del palco che, con i suoi cambi di registro vocali che vanno senza problemi dallo scream al pulito senza dimenticare il growl e la sua presenza scenica, tiene in scacco i molti aficionados che sono accalcati sotto al palco. La scaletta è stata piuttosto variegata pescando episodi un po’ da tutte le fatiche discografiche del combo rosso, come dicevo sopra, selezionando canzoni più tipicamente black, altre più lente ed evocative e le classiche schegge da festa paesana. Pur non essendo un estimatore a fondo di queste sonorità devo ammettere che gli Arkona, rispetto a molti altri colleghi, hanno una marcia in più anche dal vivo, come ampiamente dimostrato in questa edizione 2015 del Fosch.

CARCASS: A chiudere alla grande questo secondo giorno di Fosch ci pensano niente poco di meno che i Carcass, band storica death – grind che non credo abbia bisogno di troppe presentazioni. Al momento dell’annuncio più persone si erano lamentate che i nostri non erano in linea con le sonorità della manifestazione ecc... ecc… , ma voglio dire, stiamo parlando dei Carcass, come diamine ci si può lamentare di una band del genere, fortunatamente tutto è nato e finito in rete come giusto che sia, perché sopra e sotto il palco è stato massacro, sempre con estrema classe. Non sono io a scoprire la bravura del quartetto di Liverpool, guidato dai sempre verdi Walker e Steer, ma è sempre un piacere vederli ancora così in forma, non da meno i 2 nuovi elementi entrati in pianta stabile dall’uscita dell’ottimo (mio modesto parere) “Surgical steel”.
La scaletta ha visto diversi estratti dalla sopraccitata ultima fatica: “Cadaver Pouch Conveyor System”, “Captive Bolt Pistol” o “The Granulating Dark Satanic Mills”. Non sono poi mancati i classiconi come “Corporal Jigsore Quandary”, “Incarnated Solvent Abuse”, “Exhume to Consume”, “Reek of Putrefaction”, “Buried Dreams”, “No Love Lost” e l’iimancabile “Heartwork”; curioso l’inserimento di “Keep On Rotting In The Free World” dal discusso “Swangsong”. L’impatto, come già anticipato sopra, è stato veramente notevole, grazie anche a suoni all’altezza della situazione, con forse il solo difetto di avere creato un po’ di “casino” per via dell’eccessiva altezza, ma che non hanno inficiato minimamente la resa dei pezzi e di un concerto vecchio stampo, ovvero poco fumo ma tanto arrosto e sostanza. Bravi Carcass per averci servito questo grandissimo massacro sonoro!

9 Agosto

Si passa alla terza e ultima giornata…

FOSCH: Sotto un solo cocente a presentarsi sul palco sono i Fosch da Bergamo, autori di un black metal abbastanza tradizionale con cantato in dialetto locale, che devo dire non stona affatto. D’altronde lo fanno i norvegesi, perché non dovrebbe farlo un bergamasco? La prova del quintetto è discreta e nulla più, un buon apertivo di quello che verrà ma senza troppe pretese.

FUROR GALLICO: Sicuramente uno dei nomi più attesi del pomeriggio è quello dei nostrani Furor Gallico, tra le migliori realtà italiane in campo folk metal, ma che dicono la loro anche a livello europeo, visto che sono sicuramente meglio di molti nomi più blasonati e pubblicizzati.
Per la gioia dei presenti si ricomincia con i “piri piri pi”, quindi danze e tanta allegria anche se non manca qualche stacchetto un po’ più sostenuto e tirato. La risposta dei presenti è come il clima, estremamente calda. Non è precisamente il mio genere, non lo nascondo, ma i Furor Gallico ci sanno fare e hanno lasciato il palco soddisfatti, insieme ad un pubblico che non ha rinunciato a seguire la loro esibizione con un caldo micidiale!

DALRIADA: Devo dire che questa band ungherese la conoscevo solo di nome ma nulla più, stiamo parlando di un classico e allegretto folk metal, forse un po’ troppo “all’acqua di rose”. La risposta del pubblico è comunque stata ottima, così come devo sottolineare la simpatia e la bravura nel loro settore dei nostri, molto coinvolgenti e in perfetta sintonia con lo spirito “più tradizionale” del festival. Simpatico anche l’abbigliamento molto folkloristico dei nostri, a tema con la loro proposta. Sono sicuro che per molti sono stati una gradita sorpresa.

MANEGARM: Anche i Manegarm non sono nuovi a Bagnatica, gli svedesi sono alla loro seconda partecipazione e devo dire che tra il pubblico c’era una certa attesa di rivederli in azione. A differenza delle due band precedenti i Manegarm hanno un sound per nulla allegretto ma più classicamente viking dove si sposano a dovere elementi black e anche qualcosina di death. La band ha optato maggiormente per il materiale più recente riuscendo a risultare coinvolgente e più “heavy” rispetto a qualche anno fa quando era ancora presente in formazione un violinista (forse anche per questo la scelta di cui sopra). Sicuramente non saranno dei fenomeni come compositori ma il loro sporco mestiere, dal vivo, lo sanno sicuramente fare.

FINNTROLL: Uno dei momenti più attesi da molti dei presenti, amanti soprattutto delle sonorità folk e festeggianti, è il concerto dei finlandesi Fintroll. Chi più di loro può dire la sua in questo genere dove sono stati praticamente gli iniziatori o, perlomeno, sono stati tra i primi a sdoganare in lungo e in largo queste sonorità?
I finlandesi, presentatisi sul palco con truccato e orecchie da troll, sono stati artefici di un concerto buono e coinvolgente e hanno dimostrato perché vengono considerati tra i migliori non solo nei dischi in studio.
“Fiskarens Fiende”, “Solsagan”,“Jaktens tid”, “Nattfödd” e le altre hanno scatenato l’entusiasmo dei presenti mostrando una band in palla e perfettamente conscia delle propria bravura, che oramai può contare su un’esperienza più che decennale di tour praticamente ovunque. Peccato solo che, per il ritardo accumulato lungo il pomeriggio, i nostri finnici abbiano dovuto tagliare una canzone, ma per il resto un concerto veramente bello e coinvolgente!

SATYRICON: E siamo così giunti alla fine di questo Fosch Fest, mancano solo loro: i Satyricon! Altro nome che un po’ come i Carcass ha fatto discutere sulla rete, ma, come per il quartetto di Liverpool, anche per i norvegesi dopo un concerto come questo possono starci sono gli applausi. Su Satyr e sulla sua band si possono dire un mucchio di cose: che gli ultimi dischi non sono all’altezza dei primi, che la nuova proposta è troppo semplice e orecchiabile ecc… , ma non si venga a dire che su un palco non ci si trova di fronte ad una grande band.
Sono il primo a non amare il corso nuovo della band di Satyr e Frost, ma non posso non rispettare l’artista che porta avanti il suo messaggio, fregandosene di critiche e di tutto e tutti, convinto del proprio operato… beh…questo è Satyr!!
Come appena detto, su disco, non sono amante dei nuovi album, ma devo dire che le canzoni tratte da questi, praticamente quasi tutta la scaletta, in sede live diventano coinvolgenti come poche, grazie anche ad una band che suona meravigliosamente e a lui, Mister Satyr che, anche da fermo, riesce a emanare un carisma cristallino, senza tralasciare il suo ruolo di frontman, di quelli veri, con la V maiuscola.
“Voice Of Shadows”, “The Rite Of Our Cross”, “Now, Diabolical”, “With Ravenous Hunger”, “Fuel for Hatred”, The Wolfpack”, “Die by My Hand” o “Nekrohaven”, mi sento poi di citare, in particolare, “The dawn of the new age” e il classicone “Mothern north” provenienti da quel vero e proprio manifesto black metal che è “Nemesis divina”. Come già ampliamente detto la prova dei norvegesi è stata impeccabile, anche sul fronte suoni sono stati quasi sempre ottimi. Niente da aggiungere…grande concerto!

E siamo così alla fine di una bellissima edizione del Fosch Fest, l’anno prossimo niente scherzi come nel 2014, mi raccomando!

P.s. Piccola mia crociata personale, che non c’entra niente con il festival: negli ultimi anni, buona parte del pubblico metal gioca solamente a fare l’idiota o mi devo preoccupare? Non è possibile continuare con questi cori di bestemmie, richiederle ai cantanti (che poi le ripetono per la “gioia pazza” di codesti individui…) ecc… Cazzo, io a un gruppo richiedo canzoni, non madonne! Per quelle vado al bar di paese se voglio sentirne!!! Premesso che non sono un chierichetto, anzi, a differenza di molti di questi “pecoroni” che sbraitano “anatemi” nel pubblico, non l’ho nemmeno mai fatto da piccolo.
Insomma, la linea tra goliardia e idiozia mi sembra sia stata ampliamente superata!
Amen!!!

Report a cura di Max Garlaschelli

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