Stasera il quartiere Affori di Milano verrà sconvolto da una vera e propria tempesta metallica che risponde al nome di Raven, band che sembra sbattersene degli anni che passano e capace dopo 30 e passa anni di incendiare incondizionatamente le assi di tutti i palchi calcati.
Procediamo con ordine: ad aprire le danze tocca ai bolzanini Bullet-Proof, giovane band chiamata a scaldare i pochi(ssimi) metallari presenti. Il combo altoatesino propone un canonico thrash metal tecnico di scuola americana che riesce a farsi apprezzare per la sua carica on stage e per la potenza riversata dagli incendiari riff di chitarra.
La zona sotto il palco ora si fa veramente calda e la tensione è palpabile tra il pubblico, composto questa sera da metallari old-school fino al midollo e, purtroppo, non moltissime giovani leve. Una rapida intro ci introduce a "Destroy All Monsters", killer-track del nuovo "ExtermiNation" e canzone perfetta per la dimensione live. Come al solito l’assatanato John Gallagher stupra la sua chitarra saltando di qua e di là come una molla, mentre il fratello Mark riversa sull’audience un’infinità di note col suo basso, fido compagno della voce in falsetto tipica del sound Raven.
Il livello rimane altissimo con i 4 classiconi della band suonati di seguito e con una passione senza eguali: "Hard Ride", "Live At The Inferno", l’anthem "All For One" e la seminale "Rock Until You Drop".
Lo scatenato Joe Hasselvander quasi spaventa per la mimica facciale deformata da un drumming spietato e preciso come un orologio svizzero, mentre come al solito i due fratelli riempiono ogni singolo centimetro del palco girando qua e là come trottole impazzite.
La parte centrale dello show è quasi interamente occupata da numerosi soli di Mark (spettacolari gli effetti sonori del suo basso) e di John, letteralmente in estasi mistica ad ogni nota suonata. Una rapidissima pausa, i cori entusiasti del pubblico ed eccoci pronti per il bis finale affidato ai classiconi "On And On" e "Break The Chain", infarciti di lunghe digressioni strumentali e medley che comunque non provocano nessunissimo calo di attenzione.
Il Legend questa sera ha subito un salto spazio-temporale indietro di 30 anni, prendendo la forma di un fumoso locale underground della zona industriale di Newcastle di inizio anni ’80.
Lunga vita ai Raven ed alla loro carica che, visti gli anni sul groppone, azzardiamo a definire senza eguali!!!
Report a cura di Martino Brambilla Pisoni
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.